Musica
Tagliarmi la barba? Solo se me lo chiede mia nipote! Parola di Maestro Vessicchio
Apparso come ospite di recente in tv nella puntata finale dello show That’s Me, rappresenta una figura di spicco nel mondo della direzione d’orchestra nella musica leggera, abile anche nella fondamentale arte dell’arrangiamento musicale.
Figura iconica del Festival di Sanremo suo malgrado… visto che è un professionista serio ed anche piuttosto schivo. Simpatico – intendiamoci – come ogni napoletano sa essere, anche durante la sua esperienza alla corte di Amici di Maria De Filippi ha sempre mantenuto un aplomb rigoroso, nonostante in molti lo considerino una figura divertente ed estremamente spiritosa (due cose che non necessariamente sono in antitesi), vedi Luciana Littizzetto o gli Elio e Le Storie Tese, che spesso ridono e scherzano con lui.
I suoi esordi con artisti della sua terra
Giuseppe Vessicchio, detto anche Peppe o Beppe, è nato a Napoli nel 1956, ha 67 anni. Musicista, arrangiatore, direttore d’orchestra, compositore e pure personaggio tv, noto ai più per il suo ruolo di direttore d’orchestra in numerosi Festival di Sanremo. Dopo i primi passi, realizzando dischi per Nino Buonocore, Edoardo Bennato e Peppino Di Capri, comincia una collaborazione con Gino Paoli, col quale ha scritto a quattro mani successi come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande. Nel suo passato – a riprova della sua vis comica – nel 1975 esordisce con un trio di comici e cabarettisti napoletani, in cui lui suona la chitarra e il pianoforte. Dopo poco lascia il gruppo perché vuole intraprendere a pieno regime il lavoro della musica.
L’importanza della moglie
Sua moglie Enrica ha rivestito un ruolo fondamentale nella sua carriera, soprattutto nei primissimi anni, quando ancora il successo non era arrivato. Enrico e Beppe hanno una figlia, Alessia, che è di recente diventata mamma della piccola Teresa, la prima nipotina del maestro.
Sanremo, o cara…
Nel 1990 diventa direttore d’orchestra al festival di Sanremo, nel 1994 e nel 1998 riceve il premio come miglior arrangiatore per ben 4 volte vince il Festival come miglior direttore d’orchestra. Ha messo al servizio la sua maestria come arrangiatore per nomi del calibro di Roberto Vecchioni, Andrea Bocelli, Elio e le Storie Tese, Syria, Fiordaliso, Zucchero Fornaciari, Lorella Cuccarini, Avion Travel, Ron, Biagio Antonacci, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Ivana Spagna, Valerio Scanu e Max Gazzè, Valerio Scanu.
Il simbolo della barba
Durante una sua intervista a Verissimo dichiarò che la barba, elemento che lo rende immediatamente riconoscibile, la portava già quando si è fidanzato con colei che è poi divenuta sua moglie e che quindi non ha mai pensato di tagliarla, anche «per timore di non essere riconosciuto». Anche se la Toffanin, in quella occasione, riuscì a trovare il suo “tallone d’Achille”: «E se una nipotina chiedesse di tagliarla?». Vessicchio, da amorevole bisnonno, a quel punto rivelò che in quel caso sarebbe stato pronto a sacrificare la barba, anche se poi «per un po’ resterei chiuso in casa».
L’addio al festival
Sugli ultimi festival il suo giudizio è lapidario: oggi Sanremo metterebbe poco alla prova gli artisti. E pensare che solo qualche anno fa, ci sarebbe stata la possibilità di vederlo nell’inedita veste di conduttore: «Ci aveva pensato Claudio Baglioni all’epoca di Claudio Bisio e Virginia Raffaele. Aveva pensato un ruolo per me e anche il vicedirettore Fasulo era d’accordo». Poi l’ipotesi «la bloccò l’ufficio scritture della Rai. C’è un procedimento che mi riguarda per una questione di diritti connessi. Non s’è più fatto niente. Al momento non posso ancora avere contratti con Rai. Visto quanto in media durano processi e appelli in Italia, penso che la mia storia con la Rai sia finita».
Ai ferri corti con mamma Rai
Il maestro aveva fatto causa alla Rai per avergli negato l’uso di musiche da lui composte e interpretate per un programma televisivo, La prova del cuoco. Nel 2023 la sentenza del Tribunale di Roma che «ha appena pronunciato un verdetto storico per il futuro e la tutela dei diritti di produttori musicali e artisti interpreti esecutori». Nuovo Imaie precisa che «nella causa intentata contro la Rai dal maestro Vessicchio, la sentenza ha ribadito con chiarezza che anche per questo tipo di utilizzazioni è doveroso da parte dell’emittente il pagamento dei diritti che spettano ai Produttori di Fonogrammi e agli Artisti Interpreti Esecutori»
Fu lui a vincere la causa
Pertanto, «al maestro Vessicchio, al Nuovo Imaie e a tutti si soggetti della filiera coinvolti che si erano associati nella controversia come parte in causa, la Rai dovrà riconoscere i diritti di utilizzazione per questa tipologia di sfruttamento come anche per quelli pregressi». Una sentenza fondamentale, storica, tra le più rilevanti per l’intero comparto dei diritti dei musicisti e produttori.
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Musica
La musica delle feste: Pinguini e Marracash brillano, Tony Effe e Il Volo affondano
Dai singoli di Gianni Morandi e Geolier ai duetti di Ornella Vanoni con Mahmood, passando per i flop di Bello Figo e Tony Boy. Tra successi, sorprese e disastri, ecco le recensioni delle uscite italiane della settimana.
Con l’arrivo del Natale, le uscite discografiche si moltiplicano, offrendoci un panorama che spazia dal sublime al grottesco. Tra album, singoli e collaborazioni, c’è davvero di tutto: capolavori da incorniciare, sorprese inaspettate e flop clamorosi. Ecco una guida per scegliere cosa ascoltare (o evitare) durante le feste.
I grandi album: capolavori e conferme
Tre dischi brillano sopra tutti. I Pinguini Tattici Nucleari confermano il loro talento con un album maturo e ben costruito, perfetto per chi cerca melodie orecchiabili e testi intelligenti. Epocale è invece il nuovo lavoro di Marracash, un viaggio introspettivo e complesso che si candida a disco dell’anno. Ultramondano è l’aggettivo giusto per descrivere la collaborazione tra Thasup e Mara Sattei, che regalano un’esperienza sonora unica.
Ma non finisce qui: Luca Romagnoli conquista con un disco raffinato ed esaltante, mentre gli Assalti Frontali continuano a innovare con un album di rara intensità. Sarafine si distingue per un lavoro intrigante e sperimentale, mentre i Fuera puntano su un progetto visionario che non delude.
I flop: disastri sotto l’albero
Non tutto, però, splende. Il nuovo album di Tony Boy è di una noia insostenibile, mentre quello di Bello Figo scade nel grottesco, sfiorando l’inconcepibile. Peggio ancora va a Tony Effe, che, insieme a Kid Yugi, offre un progetto confuso e superficiale. Infine, i Il Volo deludono con un lavoro che, nonostante le aspettative basse, riesce a lasciare l’amaro in bocca.
Singoli: gioielli e sorprese
Passando ai singoli, troviamo perle come il nuovo brano di Gianni Morandi, che dimostra di essere sempre un maestro di stile, e Geolier, che con il suo sound continua a stupire. I migliori della settimana? Sicuramente Rkomi, che si reinventa con successo, e gli epici Elio e le Storie Tese. Ottimi anche Ghemon e Nitro, che si confermano due giganti del panorama musicale italiano.
Sorprese positive arrivano da Rondodasosa, che sfodera un singolo inaspettatamente buono, e dalle raffinate Tosca e Ginevra. Tra i duetti, spicca quello di Ornella Vanoni con Mahmood, una combinazione di eleganza e freschezza, e quello di Carlo Corallo con Willie Peyote, entrambi profondi e ironici. Altri duetti di spessore includono En?gma con Salmo e Sally Cruz con Rose Villain, che regalano vibrazioni potenti.
Le chicche della settimana
Chiude la settimana con un tocco di magia il nuovo brano di Lamante, Il risveglio. Stupefacente nella scrittura e nell’esecuzione, questo pezzo è una chicca da non perdere, perfetta per chi ama scoprire artisti fuori dal mainstream.
Conclusione: cosa mettere sotto l’albero?
Tra conferme, sorprese e delusioni, il Natale 2024 offre una colonna sonora variegata. Se vuoi puntare sul sicuro, scegli i Pinguini Tattici Nucleari, Marracash o il duo Thasup-Mara Sattei. Per i singoli, Rkomi, Tosca e Elio e le Storie Tese sono i migliori. Evita senza esitazioni Tony Effe, Bello Figo e Il Volo. Buon ascolto!
Musica
Salta l’omaggio di Domenica In a Pino Daniele: è guerra fra le sue due ex
L’ex moglie del musicista avrebbe chiamato la conduttrice Mara Venier: in una durissima conversazione telefonica l’invito alla Rai di escludere Amanda Bonini – ultima compagna dell’artista – dalla trasmissione, minacciando azioni legali. La Venier, per evitare che un tributo si trasformasse in un’arena di polemiche, avrebbe quindi preferito rimandare tutto. Le profonde diatribe familiari legate al cantautore sembrano non avere fine.
Celebrazione sfumata quella che doveva andare in scena nella scorsa puntata di Domenica In, un momento speciale, dedicato alla memoria del grande ed indimenticabile Pino Daniele. A presenziare questo ricordo in diretta sarebbe dovuta esserci Amanda Bonini, l’ultima compagna di Pino. Sarebbe stata lei, insieme al giornalista Pietro Perone, autore del libro “Pino Daniele. Napoli e l’anima della musica, dal Mascalzone latino a Giogiò”, ad animare il ricordo.
Un amarcord cancellato dalla scaletta
Un incontro che si poneva come obiettivo il ripercorrere passo passo la vita del cantante a quasi dieci anni dalla sua scomparsa. L’omaggio invece è stato annullato all’ultimo momento. A causare il dietrofront di Mara Venier, non sarebbero state priorità televisive… ma i conflitti legali che coinvolgono le due ex donne del musicista partenopeo: l’ex moglie Fabiola Sciabbarrasi e l’ultima compagna, Amanda Bonini.
La ex moglie chiama al telefono la Venier: un colloquio molto animato
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’annullamento dell’omaggio a Pino Daniele sarebbe stato innescato da una durissima telefonata che la Sciabbarrasi avrebbe fatto alla Venier. Nella quale avrebbe minacciato una diffida legale qualora la conduttrice avesse dato spazio in trasmissione ad Amanda Bonini. Temendo che il programma si potesse trasformare in un triste palcoscenico per irose questioni private, la Venier ha deciso di stoppare tutto. Per il momento, in attesa che la questione si chiarisca, il segmento è stato posticipato a domenica 5 gennaio 2025. Una data significativa, visto si tratterà del decimo anniversario della sua scomparsa. In occasione del quale i fan sperano che si concretizzi la possibilità di celebrare la sua carriera e il suo immenso talento. Nel segno, nonostante le controversie, del ricordo del grande artista napoletano che continua a essere presente nella cultura popolare italiana.
La Bonini avrebbe sopravvalutato la situazione
Le due donne legate in tempi differenti a Daniele stanno combattendo da tempo una guerra legale, sin dal 2015 quando il musicista scomparve. Uno degli aspetti più dibattuti, che ha creato l’enorme tensione fra le due, sarebbe legato ad una precisa accusa da parte della ex consorte: Amanda Bonini non avrebbe prestato i soccorsi opportuni a Pino, nel momento del malore. La denuncia riguardava la decisione del musicista di recarsi a Roma per un controllo dal suo cardiologo, nonostante fosse in condizioni critiche. Secondo Fabiola Sciabbarrasi la Bonini non si prodigò abbastanza per convincere Pino a recarsi immediatamente presso l’ospedale più vicino. Uno spinoso e delicato contesto di conflitti legali e familiari, nel quale Pino Daniele rimane certamente una figura leggendaria della musica italiana ma – purtroppo – anche un simbolo di una complessa eredità emotiva. Che continua a dividere chi gli è stato vicino e lo ha amato.
Le accuse smentite dal libro di Pietro Perone
Il libro firmato da Perone smentisce però tutto questo, riportando una narrazione completamente diversa. Secondo l’autore, quando Daniele scelse di raggiungere in auto il suo cardiologo di fiducia al Sant’Eugenio di Roma, era era perfettamente cosciente della gravità del suo stato. Animato dalla ferma convinzione che solo lui avrebbe potuto salvarlo, non intendendo essere visitato da nessun altro. Una scelta che rappresentò un ritardo di circa un’ora e mezza nel suo ricovero.
La denuncia è stata archiviata
Da sottolineare, a riprova di questi fatti, che la denuncia in Procura è stata archiviata, in quanto i magistrati hanno confermato che la decisione di voler raggiungere Roma da parte dell’artista fosse stata presa in modo assolutamente consapevole.
Musica
Il Re dei sorcini ha vinto la sua battaglia contro le major musicali
Renato Zero esulta… e ne ha ben donde! Il cantautore, infatti, ha vinto una causa sui diritti d’autore contro le major della musica come Universal Music, Sony Music Italy e Warner Music Italy. Il Tribunale di Milano ha condannato Scf, una delle principali società di gestione dei diritti spettanti ai produttori fonografici, a pagare 145mila euro a Tattica, il produttore indipendente del quale Zero è socio, che aveva deciso di gestire autonomamente i diritti connessi.
Il cantautore Renato Zero ha avuto ragione in tribunale, una sorta di duello “Davide contro Golia”, che l’ha visto aggiudicarsi una disputa legale contro le grandi etichette musicali. Il Tribunale di Milano ha stabilito in primo grado che Scf, una delle principali società italiane di gestione dei diritti fonografici, dovrà risarcire Tattica Srl, l’etichetta indipendente di proprietà del cantautore, riconoscendogli 145mila euro.
Tattica Srl non si è mai affidata a Scf
La disputa è nata dalla scelta di Tattica di gestire autonomamente i propri diritti senza affidarsi a Scf per la raccolta dei proventi. L’8 dicembre, il tribunale ha accertato che Scf aveva trattenuto indebitamente il 19% dei compensi, applicando una quota di intermediazione non dovuta.
Cos’è Scf
Si tratta di un consorzio nato nel 2000 su iniziativa di una serie di case discografiche – attualmente circa 500 – per svolgere attività di gestione e intermediazione per i propri consorziati a tutela della registrazione discografica, da intendersi come l’incisione su supporto musicale dell’opera. Nei casi di musica non dal vivo ma registrata, oltre al compenso per i diritti d’autore è dovuta anche una somma per i cosiddetti «diritti connessi» in favore dei produttori di supporti fonografici e agli artisti interpreti o esecutori dei brani.
La querelle in sintesi
Scf controlla un catalogo di circa 30 milioni di brani, per il 77% appartenenti a Universal, Sony e Warner Music, gestendo tutti i diritti per radio, tv e chiunque diffonda musica in spazi pubblici come negozi, bar, ristoranti, discoteche ed eventi, anche di carattere no profit. Tuttavia, può agire solo se i titolari dei diritti le conferiscono un preciso mandato. Cosa che non è mai avvenuta con Tattica, di cui Renato Zero detiene il 75%, affiancato dal fratello Giampiero e dal legale Simone Veneziano, promotore della causa. Il tribunale ha definito la società di Renato Zero un «produttore fonografico apolide», non legato alle grandi major della musica, che produce anche i propri tour oltre ai dischi. Questa vittoria gli consentirà ancora una volta di affermare il suo status da indipendente.
Una sentenza particolarmente significativa
Secondo l’avvocato Veneziano, questa sentenza potrebbe d’ora in poi avere implicazioni significative. «È un precedente destinato a produrre effetti ben oltre questo caso. Le società di collecting non potranno più imporre costi di intermediazione ai titolari di diritti “apolidi”, siano essi produttori indipendenti o artisti interpreti». Nel 2023, Scf ha registrato ricavi in crescita: 7,5 milioni di euro, con un utile netto di 475mila euro, rispetto ai 6,1 milioni di ricavi del 2022. I diritti incassati ammontano a 50,8 milioni di euro, segnando un incremento del 20% rispetto all’anno precedente.
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