Musica

Un nuovo disco, l’ulteriore segnale della totale ripresa di Jova, dopo il brutto incidente

Lorenzo Jovanotti si diverte a giocare con la rivisitazione personalizzata dell’Allegro chirurgo», storico gioco da tavolo, E’ successo qualche giorno fa durante la presentazione alla stampa del suo nuovo album, «Il corpo umano vol. 1», uscito ieri.

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    Un modo per esorcizzare un anno e mezzo di calvario: il grave incidente in bici accadutogli a Santo Domingo. Due operazioni, l’ultima qui in Italia dopo il suo rientro e la lunghissima riabilitazione. Lorenzo, davanti alla platea di giornalisti accreditati, ha in mano il celebre gioco da tavolo anni 70, lo guarda, infila la pinzetta… BZZZZZ! Ride e inzia a dialogare con la platea: «Al fianco e al ginocchio ho patito parecchio. La clavicola rimarrà rotta. Come nel kintsugi, tecnica giapponese in cui si lasciano le crepe sugli oggetti, anche se le mie non sono ricoperte d’oro». Il corpo umano segna simbolicamente un nuovo capitolo nella sua parabola musicale, la testimonianza di un artista più consapevole, ottimista ma meno spensierato, segnato da una sottile vena malinconica.

    Con l’eterna giovinezza nel nome

    Assistere alla presentazione di questo album – intitolato non a caso Il corpo umano vol. 1 – è come ascoltare uno straordinario podcast motivaziona, come farsi un’iniezione di acido, come sentire sulla pelle la fresca brezza di montagna che pizzica o il benefico sole che riscalda, come fare un bagno nudi in mare aperto. Lorenzo ha davvero il dono della parola e sa come toccare le corde giuste per arrivare al cuore delle persone.

    Le canzoni come note sul diario della vita

    Le canzoni che compongono il disco uscito ieri è stato realizzato sul filo delle emozioni: «Una lunga rincorsa per trovare le idee e i testi, è stato come tenere un diario emotivo, e poi una volta in studio i pezzi sono nati col metodo americano: se una canzone non viene in sei ore si va oltre. Per farlo ho incontrato vari produttori e ho scelto Dardust, Canova e Nardelli, ci sarà anche un volume 2 con anche produttori più giovani.»

    Un incidente che ha segnato corpo e mente

    Per un artista come lui, che ha costruito la sua identità artistica live su performance fisiche di straordinaria vitalità, l’incidente avrà modificato il suo rapporto con il corpo? Lorenzo – che non ha caso ha citato il corpo anche nel titolo del nuovo lavoro – risponde con la cobsueta pacatezza: «Ho investito tutto nella mia vitalità, anche un po’ ostentata: il linguaggio del corpo era la mia lingua. Ho dovuto letteralmente reimparare a camminare. Si comincia gattonando: devi reimpostare il sistema neurale. Poi passi ai movimenti nell’acqua alta, poi dove tocchi, poi torni ad appoggiare il piede».

    Ha sempre creduto nella ripresa

    «Non ho mai pensato che non ci fosse la possibilità di tornare. L’energia è sempre quella, si dirama in modi nuovi e diversi e si traduce con un’altra intensità. Sarebbe dovuto comunque accadere prima o poi perché l’età passa. La prova del nove è arrivata il primo giorno di prove del tour: mi facevano male i muscoli per la tensione, avevo paura… Appena iniziato ho sentito che ripartiva tutto: sono contento di come sto sul palco. Se penso a quando ero sull’ambulanza con la gamba storta, i medici pronti per la rianimazione… Più avanti ho capito che ho rischiato di morire veramente. Di setticemia. In sala operatoria ho preso un batterio che ha complicato tutto, si stava rosicchiando l’osso e per questo avevo la gamba più corta. Lo hanno scoperto a Milano i medici dell’Humanitas: nella seconda operazione ho perso 4 litri di sangue, è stato un Vietnam. Uno pensa che la morte accada solo agli altri».

    Attesissimo all’Ariston

    Il 4 marzo partirà il tour PalaJova 2025, pieno di innovazioni e rumorose invenzioni: girerà i palasport italiani fino a maggio. Prima, l’11 febbraio, la sua attesissima partecipazione come superospite di Sanremo: «Sarà emozionante perché Sanremo emoziona sempre, divertente e anche eccitante. Sto preparando una cosa che spero piaccia, spero di fare una cosa bella»).

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