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Musica

Vasco Rossi “lascia” la casa di Los Angeles: il gesto di solidarietà che ha emozionato i fan

Vasco Rossi, sempre attivo sui social, ha raccontato la sua scelta generosa, legata agli incendi che hanno devastato la California. Il gesto ha commosso i suoi fan, che lo hanno sommerso di messaggi di affetto

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    Vasco Rossi non smette mai di sorprendere. Questa volta, però, il rocker non ha fatto parlare di sé per la sua musica, ma per un gesto di straordinaria generosità. Attraverso i suoi canali social, ha annunciato di aver deciso di lasciare la sua casa di Los Angeles a disposizione delle famiglie che hanno perso la propria abitazione a causa degli incendi che hanno devastato l’area.

    “Ultimo giorno a L.A. Mi sono allenato… rilassato… e sono pronto per cominciare l’avventura con voi negli stadi. Torno in Italia”, ha scritto il Blasco in un post su Instagram, facendo riferimento al tour imminente. Poi, la rivelazione: “Lascio la mia abitazione a disposizione di famiglie che hanno perso la loro casa”. Una scelta che ha immediatamente scatenato una valanga di commenti da parte dei fan, colpiti dalla sua generosità.

    Ma non è stato l’unico tema affrontato dal rocker nelle ultime ore. Sempre sui social, Vasco ha condiviso un ricordo legato ai tempi della scuola, rivelando un aneddoto curioso che riguarda un tema scritto durante gli anni della ragioneria. “Quando facevo ragioneria avevo un professore di italiano bravissimo, un personaggio eccezionale, mi ha aperto il cervello. Le sue lezioni erano straordinarie, ci faceva pensare”, ha raccontato.

    Il cantante ha spiegato che un giorno il professore assegnò un tema libero, senza un titolo specifico. “Non sapevo cosa scrivere, non riuscivo a cominciare. Gli altri avevano già iniziato, ma io niente… allora ho cominciato a scrivere questo: ‘Se non mi date un titolo la mia fantasia non riesce a scrivere niente’. Mi sentivo con le spalle al muro, ho descritto proprio quella sensazione e alla fine l’ho intitolato ‘Tema libero sul tema libero’”, ha spiegato. Il risultato? Un voto tra il 9 e il 10, segno che la sua creatività aveva colpito nel segno già allora.

    Ora Vasco si prepara a tornare in Italia per il tour che lo porterà negli stadi, ma il suo gesto solidale resterà un segno tangibile della sua generosità. Un atto che conferma, ancora una volta, come il Blasco non sia solo un’icona della musica, ma anche un uomo dal cuore grande.

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      Musica

      Jovanotti parla dei concerti e sulla polemica sull’autotune: “Strumento favoloso, l’invenzione del secolo”

      Il cantautore toscano torna alla musica live con il PalaJova 2025 e difende l’uso dell’autotune: “Se usato bene è sorprendente”

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        Dopo i primi quattro concerti alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, che hanno dato il via al PalaJova 2025, Jovanotti si dice entusiasta di questo ritorno alla musica dal vivo. Il tour, che conta quasi 50 date, è già un successo, con la maggior parte degli spettacoli sold out. Lo show è un mix esplosivo di luci, scenografie floreali e intelligenza artificiale utilizzata come collante tra i brani.

        Ma una delle cose su cui Jova ha voluto mettere l’accento è il fatto che il concerto sia interamente suonato dal vivo: “Non ci sono sequenze. E anche tutta l’elettronica è suonata. Non ne faccio un vanto, ma semplicemente così gli arrangiamenti funzionano in maniera organica”.

        Jovanotti sull’autotune: “Come una chitarra distorta”

        A margine del tour, il cantautore ha anche voluto intervenire sulla recente polemica sull’autotune, scatenata da Elio in un’intervista. Per Jovanotti, si tratta di uno strumento innovativo e prezioso: “È un’invenzione del secolo, uno strumento favoloso. Se usato bene, in maniera creativa, è sorprendente. Se usato male, ottieni il risultato contrario. Ma funziona come tutti gli effetti, come una chitarra distorta, come il riverbero. La musica è fatta da sempre di innovazione. Kanye West ci ha fatto un capolavoro con ‘Yeezus’”. Il riferimento è all’album del 2013, prodotto dal leggendario Rick Rubin, lo stesso che ha lavorato con Jovanotti per Oh, vita! nel 2017.

        Il retroscena su A te e la collaborazione con Topo Gigio

        Dopo il grave incidente in bicicletta che lo ha tenuto lontano dal palco, il ritorno di Jova a Sanremo 2025 è stato un assaggio perfetto della sua energia. Il medley di quasi 20 minuti ha confermato la sua voglia di tornare a stupire. Ma a sorprendere è stata anche la collaborazione tra Lucio Corsi e Topo Gigio, che ha acceso la curiosità del cantante: “Quando ho visto il duetto a Sanremo ho chiamato Lucio Corsi e gli ho detto che era stata una grande idea”. E non è tutto. Jova ha rivelato un curioso retroscena legato alla sua iconica A te del 2008: “Avevo contattato la signora Perego, ideatrice di Topo Gigio, per fare un video con lui. Ma mi rispose che la canzone era troppo intima per Topo Gigio, che non ha una sessualità, un’intimità”.

        “Uno show allegro per prepararsi a tempi difficili”

        Lo spettacolo di Jovanotti è stato progettato nel 2024, prima dell’incidente, e poi rimandato. Ora che è finalmente in scena, il cantautore sottolinea come non abbia cambiato nulla rispetto al progetto iniziale: “È uno show colorato, con tanti riferimenti ai cartoon. Avevo voglia di qualcosa di allegro, per prepararsi a tempi difficili. Abbiamo bisogno di nutrirci di cose belle per affrontare la crisi permanente”.

        E a chi gli ha scritto messaggi di supporto dopo il suo infortunio, Jovanotti risponde con un aneddoto: “Gianna Nannini mi ha scritto: ‘Sul palco si guarisce’. È vero”. Un messaggio che racchiude tutta la sua voglia di vivere la musica al massimo.

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          Musica

          “Volevo essere un duro” disco d’oro, Lucio Corsi festeggia su un vecchio motorino: “Grazie!”

          Lucio Corsi celebra il traguardo via social con un video che lo ritrae su un motorino rimesso in moto dopo anni.

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            Lucio Corsi continua a raccogliere successi dopo la straordinaria avventura sanremese. Volevo essere un duro, il brano con cui il cantautore maremmano ha incantato il Festival di Sanremo 2025, ha ottenuto la certificazione FIMI come disco d’oro. Un riconoscimento prestigioso, reso ancora più significativo dalle nuove soglie imposte dalla Federazione Industria Musicale Italiana, che ora prevedono 100.000 copie vendute per la certificazione d’oro.

            L’artista, arrivato secondo a Sanremo a un soffio dalla vittoria, ha conquistato anche il premio della critica Mia Martini e il secondo posto nella serata dei duetti con una versione di Nel blu dipinto di blu in coppia con Topo Gigio. Dopo il forfait di Olly, sarà lui a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest 2025 a Basilea, accompagnato dal coautore del brano, Tommaso Ottomano.

            Per celebrare il traguardo, Corsi ha scelto uno stile tutto suo: in un video pubblicato sui social, si mostra su un vecchio motorino, rimesso in funzione dopo anni, mentre il suo cane corre accanto a lui. “Il motom è ripartito (dopo anni fermo tra le ragnatele) e Volevo essere un duro è certificata disco d’oro. Grazie!”, ha scritto l’artista, con il suo consueto mix di ironia e autenticità.

            Negli ultimi giorni, Lucio Corsi è stato avvistato a Grosseto, dove ha suonato spontaneamente in un negozio con alcune bambine che cantavano il suo brano, dimostrando ancora una volta la sua genuinità e il legame con il pubblico. Ha anche fatto tappa a Pesaro per assistere al concerto di Jovanotti, Valentino Rossi, Cesare Cremonini e Gianni Morandi, ricevendo i complimenti di Lorenzo Cherubini in persona: “Finalmente l’Italia intera ha scoperto che artista unico è, e pure lui è uno che ama le due ruote”.

            Con un Eurovision alle porte e una carriera in ascesa, Lucio Corsi sembra destinato a lasciare un segno indelebile nella musica italiana.

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              Musica

              La musica come speranza: Cristicchi suona una chitarra fatta col legno dei barconi dei migranti

              Il cantautore emoziona Napoli suonando una chitarra realizzata con il legno dei tristemente noti barconi. Durante l’evento “Dialoghi con i giovani per il Giubileo”, il cantautore ha raccontato la sua storia e il potere dell’arte nel trasformare il dolore in speranza. Ecco cosa è successo nella serata speciale alla basilica di San Pietro ad Aram.

              un concerto simbolico nella basilica di san pietro ad aram

              Nel cuore di Napoli, nella basilica di San Pietro ad Aram, Simone Cristicchi ha regalato al pubblico un’esibizione carica di significato. L’evento, parte del ciclo “Dialoghi con i giovani per il Giubileo”, è stato organizzato dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia per offrire ai ragazzi momenti di riflessione e confronto.

              la chitarra dai barconi: un messaggio di trasformazione

              Cristicchi ha suonato una chitarra speciale, costruita con il legno delle imbarcazioni dei migranti. Lo strumento è frutto del progetto “Metamorfosi”, promosso dalla fondazione “Casa dello spirito e delle arti”, che coinvolge i detenuti del carcere di Secondigliano in un percorso di riscatto attraverso la liuteria. Un simbolo potente di dolore trasformato in arte e speranza.

              la voce di cristicchi e amara emoziona il pubblico

              Accompagnato dalla compagna di vita e artista Amara, Cristicchi ha intonato “Che sia benedetta”, brano scritto proprio da Amara e portato al successo da Fiorella Mannoia a Sanremo. La canzone, con il suo messaggio di resilienza, ha toccato il cuore delle centinaia di giovani presenti.

              don mimmo battaglia e la lettera di una giovane in difficoltà

              Durante l’evento, l’arcivescovo di Napoli ha letto la lettera di una ragazza che gli aveva scritto in cerca di aiuto per affrontare le difficoltà della sua età. Prendendo spunto da queste parole, don Mimmo ha chiesto a Cristicchi quale fosse, secondo lui, la cura al dolore.

              l’arte come salvezza: la testimonianza di cristicchi

              Cristicchi ha condiviso un momento personale e toccante della sua vita. “La mia storia inizia a dieci anni, quando è morto mio padre, che aveva solo 40 anni. Dentro di me cresceva la voglia di vendetta, mi sentivo auto-emarginato dalla società. Poi ho iniziato a disegnare e a creare un ‘mondo perfetto’ sui fogli bianchi. L’arte mi ha salvato la vita. Se non avessi disegnato in maniera compulsiva, sarei rimasto intrappolato in quel dolore”.

              il dialogo con i giovani: domande e riflessioni

              La serata si è conclusa con un dialogo aperto tra Cristicchi e i ragazzi presenti. Le domande hanno toccato temi profondi, dall’importanza dell’espressione artistica alla ricerca del senso della vita. Un incontro intenso, che ha lasciato un segno nel cuore di chi ha partecipato.

              conclusione: quando la musica diventa strumento di speranza

              L’esibizione di Simone Cristicchi a Napoli non è stata solo un concerto, ma un vero e proprio messaggio di trasformazione. Attraverso la sua chitarra speciale e le sue parole, ha dimostrato che l’arte può essere un ponte tra il dolore e la speranza, offrendo a tutti una possibilità di riscatto.

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                Nel cuore di Napoli, nella basilica di San Pietro ad Aram, Simone Cristicchi ha regalato al pubblico un’esibizione carica di significato. L’evento, facente parte del ciclo Dialoghi con i giovani per il Giubileo, è stato organizzato dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia per offrire ai ragazzi momenti di riflessione e confronto.

                Un potente messaggio di trasformazione

                Cristicchi ha suonato una chitarra speciale, costruita con il legno delle imbarcazioni dei migranti. Lo strumento è frutto del progetto Metamorfosi, promosso dalla fondazione Casa dello spirito e delle arti, che coinvolge i detenuti del carcere di Secondigliano in un percorso di riscatto attraverso la liuteria. Un simbolo potente di dolore trasformato in arte e speranza.

                Le voci di Cristicchi e Amara emozionano il pubblico

                Accompagnato dalla compagna di vita e artista Amara, Cristicchi ha intonato Che sia benedetta, brano scritto proprio da Amara e portato al successo da Fiorella Mannoia a Sanremo. La canzone, con il suo messaggio di resilienza, ha toccato il cuore delle centinaia di giovani presenti.

                Don mimmo battaglia e la lettera di una giovane in difficoltà

                Durante l’evento, l’arcivescovo di Napoli ha letto la lettera di una ragazza che gli aveva scritto in cerca di aiuto per affrontare le difficoltà della sua età. Prendendo spunto da queste parole, don Mimmo ha chiesto a Cristicchi quale fosse, secondo lui, la cura al dolore.

                L’arte come salvezza: la testimonianza del cantauotore

                Cristicchi ha condiviso un momento personale e toccante della sua vita. “La mia storia inizia a dieci anni, quando è morto mio padre, che aveva solo 40 anni. Dentro di me cresceva la voglia di vendetta, mi sentivo auto-emarginato dalla società. Poi ho iniziato a disegnare e a creare un ‘mondo perfetto’ sui fogli bianchi. L’arte mi ha salvato la vita. Se non avessi disegnato in maniera compulsiva, sarei rimasto intrappolato in quel dolore”.

                Domande e riflessioni con i giovani

                La serata si è conclusa con un dialogo aperto tra Cristicchi e i ragazzi presenti. Le domande hanno toccato temi profondi, dall’importanza dell’espressione artistica alla ricerca del senso della vita. Un incontro intenso, che ha lasciato un segno nel cuore di chi ha partecipato. Una esibizione che non è stata solo un concerto, ma un vero e proprio messaggio di trasformazione. Attraverso la sua chitarra speciale e le sue parole, ha dimostrato che l’arte può essere un ponte tra il dolore e la speranza, offrendo a tutti una possibilità di riscatto

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