Personaggi e interviste
Eleonora Giorgi e la battaglia contro il tumore: “Non mi sono mai arrabbiata, aspetto un miracolo”
Eleonora Giorgi affronta con lucidità e coraggio il tumore al pancreas che l’ha colpita. “La malattia è avanzata, si è diffusa ovunque, ma ho imparato a guardare le cose con un’altra prospettiva. Non ho paura, so che c’è un ordine superiore”
La sua voce è ferma, senza traccia di rabbia o disperazione. Eleonora Giorgi, ospite a sorpresa nel programma radiofonico I Lunatici, ha raccontato senza filtri il suo percorso con il tumore al pancreas. Una malattia devastante, che ha cambiato la sua vita e le ha dato una nuova consapevolezza del tempo. “Aspetto un miracolo, ma so che ognuno di noi ha una data di scadenza. La differenza è che io la sento vicina”, ha dichiarato.
Nonostante la sofferenza fisica e l’avanzare inesorabile del male, l’attrice non si è mai lasciata andare alla rabbia. “Non mi sono mai chiesta perché a me. Certo, a volte piango, ma non sono arrabbiata. Credo in un ordine superiore, e mi conforta potermici abbandonare”. Non è la religione a guidarla, ma la certezza che esista qualcosa di più grande: “Non ho mai avuto un fascino per i culti, ma ho sempre avuto la sensazione di un dialogo con qualcosa di superiore”.
La malattia l’ha portata a riconsiderare il senso della vita e a rivalutare le piccole cose che diamo per scontate. “Abbiamo tre cose che non servono per la sopravvivenza in teoria: l’amore, la bellezza e l’arte. Sono queste a dimostrarmi l’esistenza di qualcosa di più grande”, ha detto con una lucidità disarmante.
Il tumore, scoperto nei mesi scorsi, si è ormai diffuso. “Sta dilagando ovunque”, racconta. “Ci sono nuove cure, ma non ancora accessibili a tutti. Però parlarne aiuta, e io non voglio nascondermi”.
Quello che più le manca, più della libertà di scegliere il futuro, è il piacere delle cose semplici. “Rimpiango le mie camminate al parco. Le adoravo. Adesso dopo dieci passi ho bisogno della sedia a rotelle”. Ma, anche davanti a una battaglia così dura, il suo spirito non si spezza. “Ho ricevuto un’ondata di affetto, e questo mi dà forza. La malattia può mortificarti, ma io ho detto no”.
Una lezione di coraggio e accettazione, raccontata con la dignità di chi ha guardato la vita in faccia e ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.
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Personaggi e interviste
Il Volo, tra successi e tensioni: il legame complicato di Piero, Gianluca e Ignazio
Dai palcoscenici di tutto il mondo ai rapporti umani dietro le quinte: Piero, Gianluca e Ignazio raccontano la loro storia fatta di affetto, distanze, incomprensioni e ambizioni personali. Tre percorsi diversi, uniti dalla musica ma segnati da esperienze personali che spesso li hanno messi alla prova.
Uniti sul palco, diversi nella vita. È questa la sintesi perfetta per descrivere il rapporto tra Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, le tre voci de Il Volo, il trio che ha conquistato il mondo con il suo stile classico e la sua potenza vocale. Ma se il successo è stato immediato e travolgente, i rapporti tra loro si sono intrecciati tra affetto e tensioni, incomprensioni e momenti di grande sintonia.
Gianluca, abruzzese, è sempre stato il “diverso” del gruppo, non solo per la sua impostazione musicale più pop rispetto ai due compagni, ma anche per una distanza culturale che agli inizi si è fatta sentire. “All’inizio loro due stavano sempre insieme, essendo entrambi siciliani parlavano la stessa lingua, io mi sentivo spesso emarginato”, ha confessato. “Ora non è più così, ma certe cicatrici non si rimarginano mai del tutto”. Il suo carattere riflessivo e sensibile lo ha portato a scontrarsi più volte con Ignazio, con cui il legame è sempre stato altalenante. “Non sempre andiamo d’accordo, ma gli voglio più bene di quanto loro pensino”.
Ignazio, il più esuberante del gruppo, ha spesso nascosto le proprie fragilità dietro l’ironia e l’energia travolgente. Ma dietro la sua immagine solare si cela una personalità complessa, con momenti di solitudine e difficoltà. “Sono stato molto duro con Gianluca, a volte mi sento come se avessi un fratello con cui litigo sempre”, ha raccontato. Negli ultimi anni ha affrontato momenti difficili, culminati in un periodo di attacchi di panico. “Avevo tutto, una donna perfetta, un lavoro bellissimo, eppure mi sono ritrovato in un buco nero”.
Piero, invece, è sempre stato il più rigoroso e determinato. Per lui la musica è disciplina, ordine e controllo. “Io sono quello più serio, quello che organizza tutto. Anche nei concerti ho bisogno di sapere ogni dettaglio”. Ma dietro questa rigidità si cela una difficoltà a esprimere le proprie emozioni. “Non ho mai detto ‘ti voglio bene’ a loro due. Mi riesce difficile aprirmi”. Se una volta la sua vita era segnata dall’adrenalina post-concerto e dalle avventure sentimentali, oggi le sue priorità sono cambiate: “Ora cerco l’amore, ho paura di non riuscire a formare una famiglia”.
Il Volo è una macchina perfettamente oliata sul palco, ma dietro le quinte è una storia fatta di tre ragazzi diventati uomini sotto i riflettori, costretti a convivere con pressioni, sacrifici e percorsi personali che spesso li hanno messi in contrasto. La loro forza, però, è sempre stata la capacità di trasformare ogni frattura in nuova musica, ogni distanza in un ritorno.
Perché, nonostante tutto, quando cantano insieme, il loro legame è più forte di qualsiasi divergenza.
Personaggi e interviste
La Bruganelli giudice di Ballando? Per Fabio Canino pollice verso
Giudice storico a Ballando con le stelle, Canino rivela di come si senta sollevato dal fatto che l’ex moglie di Bonolis non faccia parte del suo gruppetto di valutatori: “Sto bene con i colleghi attuali”.
La recente edizione di Ballando con le stelle, vinta dalla brava Bianca Guaccero insieme al ballerino Giovanni Pernice, ha battuto molti record in termini di ascolti. Puntata dopo puntata non sono mancati svariati colpi di scena, discussioni accese – come nella migliore tradizione dello show – e persino qualche inaspettato fuori programma. La vicenda che ha coinvolto Guillermo Mariotto tiene ancora banco in Rai, al punto che il suo futuro nello show risulta ancora nebuloso.
A cuore aperto, dialogando con Novella2000
Di questo e di molto altro ha parlato recentemente Fabio Canino, che del talent danzerino rappresenta la “vecchia guardia” del corpo giudicante. «Guillermo è in un periodo delicato della sua vita, gli sono vicino. Mi astengo dall’esprimere giudizi sulla sua condotta», ha dichiarato a Novella2000, dove ha parlato anche di un’altra protagonista dell’ultima edizione del programma, Sonia Bruganelli, alla quale ha rifilato una stoccata in piena regola.
Felice che sia rimasta estromessa dalla squadra dei giudici
Lo spunto è il possibile ingresso della ex di Bonolis nella giuria del programma, un argomento sul quale Canino, senza farsi troppi problemi, non ha fatto misteri nel dirsi felice e sollevato che quella candidatura sia rimasta alla fine soltanto un’ipotesi. Questo il suo sintetico giudizio: «Se l’avrei voluta come collega? No, sto bene con i colleghi che ho. Siamo un bel gruppetto. Conosciamo i reciproci pregi e difetti e abbiamo imparato a farceli piacere. Abbiamo avuto i nostri attriti, ma sempre circoscritti al gioco, al perimetro degli studi televisivi».
Vittima di alcuni colleghi senza scrupoli
Personaggio indubbiamente intelligente e talentuoso, Canino vanta una militanza sia televisiva che radiofonica di vecchia data, con la conduzione di numerosi programmi negli anni ’90 e 2000. Più di recente la sua presenza si è progressivamente diradata, eccezione fatta per Ballando con le stelle. Un argomento, questo, sul quale si è duramente sfogato con il popolare settimanale di gossip: «Sono stato scavalcato da colleghi senza scrupoli, con meno meriti ed esperienza di me. Per di più sono stato discriminato per il mio orientamento sessuale. Esistono agenti smaccatamente omofobi che pur di non farti lavorare farebbero lavorare una capra».
Mantenendo con stile l’anonimato sui suoi detrattori
Pur mantenendo signorilmente l’anonimato su questi fantomatici colleghi scorretti, Canino si è tolto un sassolino dalla scarpa. Descrivendo uno di quelli che gli avrebbe soffiato il posto in un’occasione: «Posso solo dire che c’è un collega del quale, in tanti, ogni anno si domandano: “Ma quello che ci fa lì? Perché ha quel posto?” Si tratta di qualcosa che io ho fatto prima e meglio di lui. E qui, stop!».
Nato a Firenze nel 1963, di padre originario di Ischia, ha studiato recitazione con Antonio Rugani della Bottega Teatrale di Firenze e, successivamente, al Centro di Teatro Attivo di Milano nel corso per attori professionisti del 1988. Nel suo passato l’attività di animatore in villaggi turistici per qualche anno e, successivamente, l’esordio come attore e autore teatrale. In tv è stato conosciuto dal grande pubblico con il programma Macao (1996-1998), seguito da Le Iene (1998-2000) e dallo show comico Assolo su La7 (2001).
Personaggi e interviste
Marco Bocci: “Ho detto basta all’amore tossico. Ora Laura Chiatti mi ama di più”
Dal desiderio di scrivere poesie da bambino alla consapevolezza dell’amore sano, Marco Bocci si confessa: “Cinque, sei anni fa mi sono imposto di dire quello che penso. Da allora, la mia vita e il mio rapporto con Laura Chiatti sono migliorati”.
Da bambino scriveva poesie durante le lezioni di algebra, sognando amori impossibili. Oggi, Marco Bocci quella voglia di mettere nero su bianco le emozioni non l’ha mai persa, e dopo il successo dei suoi primi due romanzi torna in libreria con Nelle tue mani, nella sua pelle, un racconto profondo su amori tossici e scelte sbagliate, in cui l’attore e scrittore mette molto di sé.
Il protagonista della storia è Laura, un nome che inevitabilmente richiama quello di Laura Chiatti, sua moglie e madre dei suoi due figli. Ma Bocci ci tiene a precisare che il personaggio non è ispirato a lei, bensì a un insieme di donne che hanno segnato la sua vita: “Ho pensato anche a mia madre, a mia sorella, alle mie amiche”, racconta. Il vero punto centrale, però, è un altro: lui stesso.
“Ha presente quando stai per fare una scelta sapendo benissimo che non va bene, eppure non puoi fare a meno di andare avanti?”, chiede l’attore. “È quello che succede a Laura nel romanzo, ma è anche quello che è successo a me svariate volte. Ho sentito il profumo di una strada sbagliata alla quale non potevo e non volevo rinunciare, pur essendo consapevole che mi avrebbe messo nei guai. La testa ti dice una cosa, ma il corpo va da un’altra parte. Perché? Volevo scrivere un romanzo che toccasse alcuni grandi interrogativi della mia vita”.
Per Bocci l’amore non è solo una questione di sentimenti, ma di dipendenza affettiva, fragilità e bisogno di sentirsi all’altezza. E non riguarda solo le donne: “Anche un uomo può essere manipolato, anche un uomo può soffrire per amore”, sottolinea.
Ma qualcosa, nella sua vita, è cambiato. “Cinque, sei anni fa mi sono rotto le palle e ho trovato il coraggio di dire quello che penso”, confessa. “Me lo sono imposto e, da allora, vivo relazioni più sane con tutti. Anche con mia moglie”.
Oggi il rapporto con Laura Chiatti è più forte proprio perché Bocci ha trovato il coraggio di essere se stesso, senza cercare di adattarsi alle aspettative altrui: “Mi ha dato sicurezza perché mi sono reso conto di essere apprezzato e amato per quello che sono”.
Nel romanzo, oltre all’amore tossico, c’è anche una riflessione sul ruolo del sesso nelle relazioni: “Contamina il nostro punto di vista più di quanto crediamo”, ammette. “E non è un male. Trovare un partner con cui ci si sente liberi anche sotto quell’aspetto è una delle cose più sane che possano accadere”. E di sesso, nel suo libro, ce n’è parecchio: “Mi sono lasciato andare”, conclude.
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