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Personaggi e interviste

Gerry Scotti si commuove: “Mio figlio Edoardo mi ha aiutato a superare momenti difficili”

Il celebre conduttore si confessa, raccontando aneddoti della sua carriera e l’amore profondo per la famiglia. Dall’infanzia a Pavia agli esordi come modello di mani, Gerry ripercorre la sua vita, soffermandosi sul rapporto speciale con il figlio Edoardo.

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    Gerry Scotti, pronto a tornare con una nuova edizione di Io Canto Generation, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera durante l’intervista con Silvia Toffanin. Uno dei volti più noti e amati della televisione italiana, Scotti ha raccontato di come, nonostante l’enorme successo, la sua priorità resti la famiglia: “Nessuna fatica per il mio lavoro. Io poi ho i miei sabati, le mie domeniche, i miei pomeriggi da dedicare ai nipoti. I lavori duri sono altri”, ha affermato il conduttore, con la semplicità che lo contraddistingue.

    Gerry ha rivelato un aspetto poco conosciuto dei suoi inizi: “Lavoravo come modello di mani. Mamma lo sapeva, ma ci teneva che io mi laureassi. Non riuscii a dare gli ultimi esami. Ho provato con un’università a Pavia, ma non mi convalidarono gli esami. Sono stato pigro, non ho fatto più nulla”, ha spiegato. Nonostante ciò, il conduttore non ha mai perso la passione per lo spettacolo, che lo ha portato a diventare uno dei più grandi della televisione italiana.

    L’amore per i nipoti e il rapporto con Edoardo

    Oltre a essere un amato conduttore, Gerry è anche un affettuoso nonno. Parlando dei suoi nipoti, Virginia e Pietro, ha raccontato: “Per mia nipote sono un hit parade. Quando è nata, in ospedale, mia nuora aveva la tv accesa su Caduta Libera, la bambina ha sempre fatto la sua pappa della sera con la voce del nonno. Pietro ha 2 anni, prima mi guardava come un oggetto strano. Ora è diventato tenero”.

    Il conduttore ha ammesso di aver imparato a lasciarsi andare con le emozioni: “Veniamo da una cultura, da una generazione che voleva produrre il super uomo. Era brutto se il maschio mostrava i suoi sentimenti”, ha confessato.

    Gerry ha poi parlato del suo rapporto con il figlio Edoardo, ricordando come sia stato un sostegno fondamentale in momenti difficili: “Mio figlio non è un fanatico delle mie trasmissioni, ma è un profondo conoscitore del costume televisivo. Quando mi fa qualche osservazione, la fa con forte senso critico. Prima di criticare gli altri, critica suo padre. Sono felice che sia fatto così”. Ha continuato, svelando un momento toccante del loro legame: “In un momento difficile, è stato molto maturo. Mi è stato vicino. Quando siamo rimasti soli, mi ha aiutato a capire cosa significava essere padre di un figlio di 10, 12 anni”.

    Il ricordo di Mike Bongiorno: tra eredità e gratitudine

    Gerry Scotti non ha mancato di ricordare il suo maestro e amico, Mike Bongiorno, una figura centrale nella sua carriera televisiva. “Dopo aver scattato la foto con lui quando conducemmo insieme Striscia, mi inginocchiai ai suoi piedi e lui disse ‘Sei il mio erede’. Lui lo diceva anche per allungarsi la carriera. Avevamo un rapporto schietto, rispettoso. Lui era simpatico e burbero, stava al gioco ma era preciso”, ha raccontato con affetto.

    Scotti ha ricordato l’uomo e il professionista che era Mike: “Era un vero professionista, preciso nello sport e nella vita. Feci una dedica sul catalogo che porta le sue foto, scrissi ‘Era un uomo del primato’. Non trattava nessuno con superiorità. Quest’anno avrebbe compiuto 100 anni”.

    La Ruota della Fortuna: un sogno realizzato

    Oggi Gerry Scotti è al timone de La Ruota della Fortuna, un traguardo che per lui rappresenta la realizzazione di un sogno: “Era un mio sogno. Lo dicevo spesso, poi qualcuno dai piani alti deve aver letto qualche intervista. Mi telefonò e mi disse ‘Ho preso un bel regalo per il tuo compleanno’. Mi dissero che avevano ripreso i diritti della Ruota della Fortuna”, ha concluso, rivelando la sua emozione nel poter finalmente condurre uno dei game show più iconici della televisione italiana.

      Personaggi e interviste

      Giampaolo Morelli a Verissimo: «Mia madre prima di morire mi ha detto che mio padre non era il mio vero padre»

      Ospite di Silvia Toffanin, Giampaolo Morelli racconta la toccante storia di un segreto custodito per anni da sua madre: la scoperta che l’uomo che ha sempre considerato suo padre non era il suo genitore biologico. Un racconto di sofferenza, ma anche di comprensione e perdono.

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        Giampaolo Morelli, attore amatissimo dal grande pubblico per il ruolo dell’ispettore Coliandro, si è aperto su un capitolo intimo della sua vita durante l’intervista con Silvia Toffanin a Verissimo, trasmessa sabato 5 ottobre. Seduto nel salotto televisivo di Canale 5, Morelli ha parlato delle sue esperienze personali e professionali, svelando un segreto di famiglia che lo ha colpito profondamente poco prima della morte di sua madre.

        L’attore ha iniziato parlando delle difficoltà incontrate nel mondo del cinema: «Ho sofferto per i tanti no che ho ricevuto, ma non mi sono mai arreso. Avevo anche un piano B, la psicologia, ma alla fine quello che conta sono i sì, anche se sono pochi». Una riflessione che evidenzia la determinazione e la passione che lo hanno spinto a perseguire il suo sogno nonostante le avversità.

        Tuttavia, è stato il racconto di un momento delicato della sua vita a colpire maggiormente il pubblico. Morelli ha rivelato un segreto sconvolgente che gli è stato confessato dalla madre poco prima di morire: «Mia mamma era malata e negli ultimi giorni mi ha detto che mi aveva scritto una lettera molto tempo prima. Quando l’ho trovata, ho scoperto che il mio vero padre non era l’uomo che avevo sempre chiamato papà, ma il mio padrino, morto da diversi anni».

        Questo segreto ha cambiato la prospettiva di Morelli su molti aspetti della sua vita: «Riguardando indietro, ho capito tante cose. Ho riconosciuto certi comportamenti, le dinamiche strane a casa. Ho parlato con mio padre, con molto tatto, ma voglio proteggerlo. Non riesco ad avere rancore nei confronti di nessuno, nemmeno verso il mio padre biologico che, anche da morto, non ha mai fatto alcun gesto, nemmeno con un testamento. Ma non lo condanno, ognuno ha le proprie ragioni».

        Il tono della conversazione, pur essendo molto emotivo, ha evidenziato il lato umano e comprensivo di Giampaolo Morelli, che, nonostante una scoperta così difficile, è riuscito a non provare rabbia e a trovare la forza per andare avanti, senza giudicare nessuno. Una lezione di vita che ha colpito profondamente anche il pubblico, rendendo la sua intervista uno dei momenti più toccanti della puntata.

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          Personaggi e interviste

          Angelina Jolie: “Maria Callas? Per lei ho imparato a cantare. Ma nella vita preferisco il punk”

          L’arrivo di Angelina Jolie al Festival del cinema di Venezia ha già fatto parlare di sé: l’attrice americana ha raccontato il suo impegno per il ruolo di Maria Callas, un personaggio lontano dalla sua vera passione per il punk. Un’esperienza trasformativa che l’ha vista affrontare la sfida di imparare a cantare, esplorando nuovi lati della sua sensibilità artistica.

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            Il film “Maria”, diretto da Pablo Larrain, porta sul grande schermo l’ultimo periodo della vita di Maria Callas, con Angelina Jolie nel ruolo della grande diva dell’opera. Durante la conferenza stampa al Festival del cinema di Venezia, Jolie ha rivelato di aver dovuto imparare a cantare per entrare nel personaggio, nonostante la sua passione personale sia sempre stata rivolta verso la musica punk.

            “Ora deluderò i fan, ma non sono esperta di opera e non ero fan di Maria Callas,” ha confessato l’attrice, “sono più punk, sono fan dei Clash, anche se amo tutta la musica. Ammetto però che invecchiando mi sono addolcita.”

            Un ruolo sfida: da punk a Divina

            La trasformazione di Angelina Jolie in Maria Callas non è stata facile. L’attrice ha dovuto affrontare mesi di preparazione vocale per rendere giustizia alla figura della celebre soprano. “Ero spaventata,” ha ammesso, “la prima volta che ho cantato ero talmente nervosa che mi sono chiusa a chiave dentro una stanza. Non volevo che nessuno mi sentisse, tremavo.” Eppure, il regista Pablo Larrain, grande appassionato della Callas, ha saputo guidarla nel difficile processo di immedesimazione.

            Larrain, presente anch’egli alla conferenza, ha sottolineato come la Callas abbia vissuto la sua vita come un’opera d’arte, mettendo sempre gli altri al centro delle sue attenzioni. “Volevo fare un film su un’artista dalla vita così affascinante, e a convincermi definitivamente è stata la sceneggiatura di Steven Knight,” ha spiegato il regista. “Ma non avremmo mai potuto fare un film simile senza Angelina Jolie.”

            Il cast italiano: Favino e Rohrwacher accanto a Jolie

            Al fianco di Angelina Jolie, due volti noti del cinema italiano, Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, che interpretano rispettivamente Ferruccio Mezzadri, maggiordomo della Callas, e la sua governante Bruna. Favino ha parlato della sua esperienza nel film, dichiarando: “Se incontri qualcuno come la Callas, questo incontro ti permette di fare tua un pizzico di quella luce. Maria era una regina egiziana, lavorare con Angelina Jolie mi ha permesso di condividere lo stesso privilegio.”

            Il film si concentra su un periodo particolarmente oscuro della vita della Callas, quando, dopo la morte di Onassis, si sentiva isolata dal mondo, oppressa dalle aspettative e dai problemi di salute, e soprattutto sconvolta dalla perdita della sua leggendaria voce. È proprio da qui che è partito il lavoro attoriale di Angelina Jolie: “Solo ascoltando e riascoltando i suoi dischi ho compreso la disciplina che l’aveva portata a raggiungere quel livello,” ha spiegato Jolie.

            Una performance da Oscar?

            L’interpretazione di Angelina Jolie è già stata definita “misurata e dolente”, una prova che potrebbe valere all’attrice un altro Oscar. Larrain ha sottolineato quanto sia stato importante per lui avere un’attrice così talentuosa per interpretare una figura complessa come quella della Callas, una donna che ha trasformato il suo dolore in arte, diventando un’icona immortale.

            “Nella lirica, come nel cinema, senza disciplina non arrivi da nessuna parte,” ha concluso Larrain. E Angelina Jolie sembra aver fatto suo questo mantra, portando sullo schermo una Callas intensa e struggente, ma sempre in grado di toccare le corde più profonde dello spettatore.

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              Personaggi e interviste

              Chiara Ferragni non esclude un confronto con i pm: le accuse di truffa aggravata sul pandoro e le uova di Pasqua

              Chiara Ferragni e il suo team legale sono pronti a un confronto con la Procura di Milano per rispondere alle accuse di truffa aggravata legate al merchandising. Un’interrogazione personale potrebbe diventare il prossimo passo, nel tentativo di ottenere una richiesta di archiviazione.

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                Non è escluso che Chiara Ferragni possa chiedere un confronto diretto con la Procura di Milano. Gli avvocati dell’influencer stanno infatti valutando la possibilità che la loro assistita sia interrogata, per fornire una versione chiara e dettagliata delle vicende per le quali è indagata. Ferragni, insieme a Fabio Damato, suo ex braccio destro, e altre due persone, risponde dell’accusa di truffa aggravata in relazione alla produzione e vendita di pandori e uova di Pasqua a marchio Ferragni.

                Il caso ha assunto rilevanza mediatica soprattutto per il coinvolgimento della famosa imprenditrice digitale. La chiusura delle indagini preliminari ha visto emergere accuse che Ferragni, tramite i suoi legali, ha prontamente respinto, dichiarando che si è trattato solo di “un errore di comunicazione”.

                Nel merito dell’inchiesta, la Procura contesta la vendita di prodotti a marchio Ferragni con indicazioni sulla destinazione dei proventi in favore di iniziative benefiche. Secondo l’accusa, gli importi effettivi devoluti in beneficenza non avrebbero corrisposto a quanto promesso nelle campagne di marketing, lasciando spazio a un’ipotesi di truffa aggravata. Chiara Ferragni, da parte sua, ha sempre mantenuto una posizione netta, dichiarando la sua assoluta estraneità ai fatti contestati e chiarendo che si è trattato di una semplice cattiva comunicazione tra le parti.

                La strategia difensiva
                I legali dell’influencer, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, stanno lavorando intensamente alla stesura di una memoria dettagliata da presentare ai pubblici ministeri Cristian Barilli e Eugenio Fusco. L’obiettivo della difesa è quello di smontare l’impianto accusatorio, ribadendo che non vi sia stato alcun intento fraudolento da parte di Ferragni o del suo team.

                L’avvocato Iannaccone, infatti, ha spiegato: “Con i pubblici ministeri terremo un confronto aperto e non escludo un confronto personale da parte di Chiara”. Un’eventuale audizione di Ferragni potrebbe essere un passo cruciale nella strategia difensiva, soprattutto per cercare di ottenere l’archiviazione del caso prima che si arrivi a un eventuale processo.

                La rilevanza mediatica e la reputazione in gioco
                Il coinvolgimento di Chiara Ferragni in un’inchiesta di tale portata rappresenta una sfida non solo dal punto di vista legale, ma anche per la sua immagine pubblica, costruita con attenzione e basata su principi di trasparenza e responsabilità sociale. La stessa influencer ha più volte sottolineato come le sue iniziative imprenditoriali siano orientate al supporto di cause benefiche, spesso in collaborazione con enti non-profit e associazioni di volontariato.

                Questa vicenda ha inevitabilmente sollevato interrogativi sul rapporto tra brand personali e pratiche commerciali, in un contesto in cui i consumatori si aspettano che le promesse di beneficenza siano rigorosamente rispettate. Per questo motivo, Ferragni e il suo team sono determinati a chiarire ogni aspetto della vicenda, dimostrando che non vi è stata alcuna truffa.

                Il possibile confronto
                Se l’incontro tra Ferragni e i pm dovesse avvenire, potrebbe costituire un’opportunità per l’imprenditrice di esporre personalmente la sua versione dei fatti e cercare di chiudere la questione prima di un’eventuale fase dibattimentale. L’interrogatorio sarebbe un’occasione per la difesa di dissipare i dubbi e provare che le accuse mosse sono frutto di un fraintendimento piuttosto che di un vero e proprio reato.

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