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Personaggi e interviste

Manuel Agnelli: “Io, mentore rock dei Maneskin. Damiano? Un talento nell’arroganza (e nel pop)”

Ospite nella nuova puntata del podcast di Gianluca Gazzoli, “Passa dal BSMT”, Manuel Agnelli ha raccontato alcuni retroscena sulla sua lunghissima carriera. E non solo…

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    Manuel Agnelli a tutto gas. Ospite del podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli, ha raccontato aneddoti e retroscena della sua carriera, soffermandosi in particolare sui Maneskin, da lui seguiti come coach a X Factor. La band, che oggi gode di fama internazionale, deve parte del suo successo alle intuizioni e alla guida di Agnelli, che ha spinto il gruppo verso un sound più aggressivo, allontanandoli dalle camicie floreali e dal reggaeton degli esordi.

    Il retroscena sull’evoluzione rock dei Maneskin

    Quando li ho conosciuti, altro che rock: camicie a fiori e reggaeton! Li ho dovuti spingere verso una direzione più chitarristica e difenderli da chi voleva ammorbidirli. Damiano? Ha un talento incredibile nell’essere arrogante, è nato per fare il frontman. Ma attenzione, lui non è rock: ama il pop, e tanto“, rivela Agnellia Gazzoli. Il giudice di X Factor ha avuto un ruolo determinante nel plasmare lo stile della band, intuendo il potenziale che li avrebbe portati al successo. E il talento del gruppo, secondo Agnelli, è stato quello di piegare le logiche mainstream alla loro energia: “Hanno vinto Sanremo e l’Eurovision con un pezzo durissimo in italiano. Questo è straordinario“.

    Sanremo 2021: la svolta decisiva

    La performance a Sanremo 2021, con il duetto su Amandoti, è stata un momento cruciale. “Erano 18esimi il giorno prima e primi il giorno dopo. Qualcosa ha contato, no?“, scherza Manuel. Con il suo supporto, i Maneskin hanno saputo convincere pubblico e critica, guadagnandosi il podio e spianando la strada al trionfo internazionale. Agnelli non nasconde comunque una punta di amarezza nel constatare che il fenomeno Maneskin, pur avendo rivoluzionato l’export musicale italiano, non sia stato sfruttato appieno in patria “Invece di esaltare questo successo, ci si perde a cercare il pelo nell’uovo: sono abbastanza rock o no? Qui abbiamo un gruppo che ha spaccato nel mondo e poteva fare scuola. E invece niente. È un’occasione un po’ persa“.

    Con Manuel Agnelli alla guida, anche una camicia a fiori può diventare un’icona rock

    Manuel Agnelli è certamente un mentore sincero e appassionato che si conferma figura chiave nel panorama musicale italiano. Sempre pungente, lungimirante, pronto a lanciare talenti oltre i confini nazionali. La sua visione ha cambiato il destino dei Maneskin e, forse, anche un pezzetto della musica italiana. “Lasciate perdere quello che è successo dopo: il loro merito più grande è stato restare fedeli alla loro energia“.

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      Lino Banfi si confessa: «Per mangiare facevo la truffa dei Rolex ai napoletani»

      Con la sua energia inesauribile e il suo talento senza tempo, Lino Banfi continua a incantare il pubblico italiano, dimostrando che l’età è solo un numero quando si ha la passione per il cinema e per la vita stessa.

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        Lino Banfi, l’icona del cinema e della televisione italiana, ha da pochi mesi festeggiato il suo ottantottesimo compleanno con la vivacità e l’umorismo che lo contraddistinguono da sempre. Nato il 9 luglio, ma registrato l’11 per una convenzione dell’epoca, Banfi scherza dicendo di festeggiare “due giorni di compleanno, come i principi”. In un’intervista l’attore ha raccontato la sua straordinaria carriera, dall’infanzia in Puglia ai successi sul grande schermo che lo hanno reso un volto amatissimo dal pubblico italiano.

        Tra le sue memorie più divertenti, Banfi ha condiviso aneddoti su Papa Francesco, con cui ha sviluppato una bella amicizia. “Una volta gli ho raccontato della nostra pasta alla Puttanesca, che noi chiamiamo ‘alla Porca puttena’ in dialetto pugliese, e ha riso così tanto che saltava sulla sedia”.

        Ma non è stato solo il lato comico a caratterizzare la vita di Banfi. Ha iniziato la sua carriera come truffatore improvvisato durante la Seconda Guerra Mondiale, vendendo orologi falsi ai napoletani per poter mangiare. “Ero un campione italiano di salto del pasto”, scherza Banfi, ricordando i suoi trascorsi con un amico truffatore, fingendo di essere stato derubato per guadagnare qualche spicciolo in una Napoli difficile.

        Il suo personaggio più iconico, l’allenatore Oronzo Canà in “L’allenatore nel pallone”, ha segnato una pietra miliare nella sua carriera, con Banfi che ha anche improvvisato una delle battute più celebri del film, su suggerimento del regista Sergio Martino.

        Oltre alle numerosissime onorificenze e riconoscimenti già ricevuti, Banfi è pronto a ricevere ulteriori omaggi per la sua carriera. È stato annunciato che riceverà una laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma, insieme a un libro a fumetti sulla sua vita e un docufilm autobiografico.

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          Elisabetta Canalis tra Los Angeles e Milano: “Ho trovato il mio equilibrio, ma è una lotta quotidiana”

          Dall’armonia familiare dopo il divorzio all’arte di bilanciare una vita divisa tra due mondi, Elisabetta Canalis si apre sulle sfide, le gioie e le scelte che l’hanno portata a vivere tra Los Angeles e Milano.

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            Elisabetta Canalis risponde al telefono da Los Angeles, la città che ormai considera casa. Non è la prima volta che racconta del suo amore per la vita californiana, ma stavolta il tono è diverso, più intimo, quasi confidenziale: “Ho sempre sognato di vivere qui, e alla fine ce l’ho fatta. Ho messo radici, ho costruito una famiglia, ho divorziato e continuo a vivere qui. Questa è diventata la mia realtà, anche se non smetto mai di sentirmi legata all’Italia”.

            Nonostante la sua vita sia ormai divisa tra due continenti, Elisabetta non ha mai abbandonato completamente l’Italia. Ma la sua quotidianità, quella vera, si svolge a Los Angeles, lontano dai riflettori: “In Italia devo sempre fare attenzione, anche solo per andare al bar. Qui, invece, esco la mattina con mia figlia e sembriamo due pazze, senza pensare a come appariamo agli altri. Ho comprato un pickup, che fa ridere tutti i miei amici, e preferisco di gran lunga la comodità all’apparenza”.

            Quando si parla della socialità genitoriale, Elisabetta ammette di non essere la mamma più organizzata: “Perdo sempre le malefiche comunicazioni della scuola, ma mi salvo grazie a una mamma italiana che mi tiene informata. Abbiamo formato un piccolo gruppo con lei e un’altra mamma iraniana. È una rete di sostegno, più che una semplice amicizia”.

            Dopo il divorzio, Elisabetta ha dovuto ricostruire un nuovo equilibrio familiare: “Non esistono famiglie perfette, solo quelle che trovano un equilibrio. Noi lo abbiamo trovato spostando il focus dalla coppia a nostra figlia. C’è armonia, ma è un work in progress, un lavoro che richiede impegno ogni giorno”.

            Elisabetta è determinata a far sentire a sua figlia il legame con l’Italia, nonostante la distanza: “Le ho fatto vivere l’Italia come casa sua, non come un luogo di vacanza. Sa che quei posti l’aspettano, che fanno parte della sua identità tanto quanto Los Angeles”.

            Parlando del rapporto con suo padre, Elisabetta riflette su quanto sia diversa l’esperienza della sua bambina: “Lei è più fortunata, ha un padre presente e attento. Il mio era una figura autoritaria, sempre al lavoro. Il mestiere di genitore arriva senza istruzioni, e lo sto imparando ogni giorno”.

            Il futuro di Elisabetta, almeno per ora, sembra ancorato a Los Angeles, ma con un piede sempre in Italia: “Ho scelto di vivere qui, ma non smetto mai di sentirmi italiana. È un equilibrio fragile, che richiede attenzione costante, ma alla fine è quello che mi fa sentire viva”.

            Tra i momenti più significativi della sua carriera, Elisabetta ricorda con affetto il periodo a Sanremo: “Mio nonno era un fan di Celentano, e ritrovarmi lì con lui è stato un sogno che si realizzava. Quei momenti mi hanno avvicinato alla mia famiglia, e mi hanno fatto sentire davvero a casa”.

            In definitiva, Elisabetta Canalis vive una vita divisa tra due mondi, cercando ogni giorno di trovare un equilibrio che non è mai scontato: “La mia vita è qui, ma l’Italia è sempre con me, nel mio cuore e nella mia mente. È una lotta quotidiana, ma ne vale la pena”.

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              Il figlio di Johnny Depp: una vita diametralmente opposta a quella paterna, dietro al bancone

              Un ragazzo apparentemente come tanti, che lavorava in un bar a Parigi. 22 anni, serio e molto riservato… peccato solo che suo padre sia la superstar di Hollywood Johnny Depp! Il suo titolare era entusiasta: “Gran lavoratore”.

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                Una vita lontana mille anni luce dai riflettori e dalla notorietà, tutto il contrario di quella del padre. Solo il congnome può tradire la sua origine: si tratta di Jack Depp, il figlio del celebre interprete e regista statunitense Johnny Depp. Per ben due anni è stato dipendente di un locale di Parigi. All’interno del ristorante lavoravain qualità di barista, prendendo ordini e servendo ai tavoli. Un lavoro che è stato supportato anche dalla mamma, Vanessa Paradis, e dalla sorella maggiore Lily Rose Depp, che sono apparse più volte sul profilo social del locale.

                Jack e il titolare del locale

                Un tipo molto riservato

                Jack Depp, meglio noto come Jack John Christopher Depp III, è il secondo genito di Johnny Depp e della cantante francese Vanessa Paradis, con cui l’attore statunitense è stato per 14 anni. Sul suo conto si conosce davvero poco, visto che è sempre stato più riservato rispetto alla sorella 25enne Lily Rose Depp, che invece sta cercando di seguire le orme dei genitori. Oggi il ragazzo ha 22 anni, per due anni – come riporta il Daily Mail – ha lavorato all’interno di un locale nel cuore della capitale francese.

                Frequentato dai vip

                Si tratta di un locale libanese molto frequentato da star del cinema – l’attore Matt Damon è una presenza fissa – presso il quale anche la mamma e la sorella del ragazzo. Vanessa Paradis e Lily Rose, si facevano vedere spesso. Tanto che una volta la 25enne Lily si è divertita ad aiutare il fratello dietro il bancone nella preparazione di alcuni cocktail.

                Il titolare del locale lo rivorrebbe con lui

                Jack da qualche mese ha lasciato il lavoro. Il suo ex titolare, Edouard Chueke, che nel corso degli anni ha pubblicato foto e video su Instagram per raccontare le giornate insieme al giovane, ha dichiarato: «È un bravo ragazzo, spero che il prossimo anno torni a lavorare per me. È difficile trovare bravi dipendenti come lui. Gestisco questo posto da 15 anni ed è molto popolare tra gli amanti della moda e della musica, ma vengono qui anche le star del cinema. Ho un buon ricordo di lui, spero ritorni».

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