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Personaggi e interviste

Nicola Carraro, marito di Mara Venier, sulla sedia a rotelle: «Colpa di un’ernia del disco, non cammino dal dolore»

Dopo i problemi respiratori e il diabete, ora un’ernia del disco lo ha immobilizzato. Sui social, Carraro racconta la sua battaglia con il sorriso, mentre la conduttrice fa la spola tra Roma e Milano per stargli accanto.

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    Nicola Carraro sta attraversando un periodo particolarmente difficile dal punto di vista della salute. Il marito di Mara Venier, da oltre due mesi, è alle prese con forti dolori causati da un’ernia del disco, che lo hanno costretto all’uso della sedia a rotelle. Per ricevere le cure adeguate, l’editore e produttore si è trasferito a Milano, dove è seguito da un team medico specializzato.

    A preoccupare i suoi fan è stata l’ultima foto pubblicata su Instagram, in cui appare sorridente ma seduto su una carrozzina. Lo stesso Carraro ha spiegato la situazione nella didascalia del post: «Buon giorno amici, sono passati 107 giorni dall’inizio della mia “simpatica” ernia del disco e così mi ritrovo». A chi gli ha chiesto chiarimenti, ha risposto con sincerità: «Non cammino dal dolore».

    Tra i tanti messaggi di affetto ricevuti, anche quello di Mara Venier, che ha lasciato un cuore rosso sotto la foto del marito. In risposta ai follower che augurano una pronta guarigione a Nicola, la conduttrice ha scritto un semplice ma significativo: «Speriamo».

    Le difficoltà per Carraro non sono iniziate oggi. Dopo le festività natalizie, aveva già affrontato un’insufficienza respiratoria legata a una patologia polmonare con cui convive da anni. A peggiorare la situazione, lo scorso gennaio aveva scoperto di aver sviluppato il diabete di tipo B, conseguenza della prolungata assunzione di cortisonici. Anche in quel caso, aveva affrontato la notizia con la sua solita ironia: «Stasera spaghettini di soia perché a furia di prendere cortisone mi è venuto il diabete e a dieta ho già perso nove chili», aveva raccontato ai suoi follower.

    Nonostante gli impegni lavorativi, Mara Venier non ha mai smesso di essere al fianco del marito, dividendo il suo tempo tra Roma e Milano per non lasciarlo solo in questo momento complicato. «Faccio su e giù con il treno tra Roma e Milano, di continuo. A Milano c’è mio marito Nicola, che in questo momento non è in gran forma e si sta curando», ha rivelato la conduttrice.

    Un periodo non facile per Carraro, che però affronta con forza e con il sorriso, supportato dall’amore della sua famiglia e dall’affetto del pubblico che lo segue con grande partecipazione.

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      “Non è polmonite, sto meglio!”: Bobo Vieri rassicura tutti dopo il malore alle Maldive

      Christian “Bobo” Vieri, ex bomber della Nazionale, tranquillizza i fan dopo il ricovero alle Maldive. Niente polmonite, solo bisogno di riposo e cure.

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        Christian “Bobo” Vieri, ex bomber della Nazionale, tranquillizza i fan dopo il ricovero alle Maldive. Niente polmonite, solo bisogno di riposo e cure: ecco cosa è successo durante la vacanza con la famiglia e come sta ora.

        Malore alle Maldive per Bobo Vieri: il ricovero in ospedale

        Vacanze con brivido per Christian Vieri, che durante il suo soggiorno alle Maldive insieme alla moglie Costanza Caracciolo e alle figlie Stella e Isabel ha accusato un malore che lo ha costretto a un immediato ricovero ospedaliero. A raccontarlo è stato lo stesso ex calciatore, che ha condiviso sui social foto e video direttamente dall’ospedale, con tanto di maschera per l’ossigeno. La preoccupazione tra i fan è subito salita alle stelle: l’immagine di Bobo in ospedale ha fatto rapidamente il giro del web, suscitando una valanga di messaggi di supporto e auguri di pronta guarigione.

        “Non è polmonite”: le parole di Vieri rassicurano i fan

        A distanza di poche ore, Bobo Vieri ha deciso di intervenire direttamente per rassicurare tutti. In una story su Instagram, l’ex bomber, oggi 51enne, ha aggiornato i suoi follower sulle sue condizioni di salute:

        “Ho visto ieri il medico, per fortuna non è polmonite. Ho delle medicine da prendere e mi devo curare. Mi hanno detto di stare a riposo 10-15 giorni, però tutto apposto. Grazie a tutti per i messaggi…”.

        Con il suo solito tono tranquillo e riconoscente, Vieri ha così tranquillizzato fan e amici che temevano per un peggioramento del suo stato di salute.

        Rientro in Italia per la convalescenza

        Dopo l’accaduto, Vieri ha deciso di interrompere la vacanza esotica e di rientrare in Italia per affrontare la convalescenza con maggiore serenità. Il programma ora prevede riposo assoluto e terapia farmacologica, come prescritto dai medici. Niente allarmismi, solo qualche giorno di relax forzato lontano dai ritmi frenetici che tanto ama, tra sport, eventi e social network. Anche la moglie Costanza ha preferito mantenere il massimo riserbo, concentrandosi sulla salute del marito e sulla serenità delle bambine.

        L’affetto dei fan e degli amici del mondo sportivo

        Il malore di Vieri ha scatenato una vera ondata di affetto non solo da parte dei suoi fan, ma anche di numerosi colleghi ed ex compagni di squadra. Tantissimi i messaggi ricevuti su Instagram e su altre piattaforme social: segno che, anche a distanza di anni dal ritiro dal calcio giocato, Bobo rimane una delle figure più amate dello sport italiano. La sua risposta pronta, ironica e positiva è stata accolta con entusiasmo, confermando ancora una volta il suo spirito combattivo e la sua simpatia contagiosa.

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          Il mio straordinario incontro col Papa. Ma al funerale non ci sarò: parla Al Bano

          Il cantantepugliese racconta i suoi incontri con Papa Francesco, definendolo “un guerriero animato dalla fede”. Svela perché non sarà presente alle esequie del pontefice e confessa di non aver mai parlato con lui della figlia scomparsa, Ylenia: “Evito l’argomento, troppo doloroso”.

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            Al Bano Carrisi, figura simbolo della musica italiana, ha scelto di non partecipare al funerale di Papa Francesco, che si terrà sabato mattina in piazza San Pietro, alla presenza di oltre 200 mila fedeli. Un’assenza che nasce da una riflessione personale e profonda. «Per rispetto verso il Papa e la cerimonia – spiega – So che non potrei fare un passo senza che qualcuno mi chieda un autografo o un selfie. Non sarebbe giusto, in un momento così solenne. Preferisco restare nel mio silenzio».

            Un legame profondo con Bergoglio: “Un Papa vero, un padre”

            Il rapporto tra Al Bano e Papa Francesco va oltre le semplici formalità. Lo racconta lui stesso, ricordando due momenti fondamentali. Il primo risale al dicembre 2016, quando, poco prima di un concerto natalizio, fu colpito da un infarto. Operato d’urgenza, riuscì comunque a presentarsi, pochi giorni dopo, all’incontro in Vaticano. «I medici mi consigliavano riposo assoluto. Ma io risposi scherzando: “Se devo morire, meglio davanti al Papa”. Volevo vederlo. E quel primo incontro fu indimenticabile. La sua umanità mi colpì: accarezzava gli ammalati, donava sorrisi, sembrava un padre, oltre che un Papa».

            Il secondo incontro: 45 minuti indimenticabili

            Due anni fa, Al Bano tornò a bussare alla porta del Vaticano, senza appuntamento. «Avevo chiesto udienza, mi avevano detto che non sarebbe stato possibile. Ma io andai lo stesso. La gendarmeria mi aiutò, e il Papa accettò di incontrarmi». Quarantacinque minuti di conversazione intima: si parlò del passato, della musica, di spiritualità. «Gli raccontai del mio duetto con Caruso, lui mi parlò della sua infanzia, di quanto fosse vivace, ma rispettoso. Fu un dialogo vero, autentico».

            “Con lui non ho mai parlato di Ylenia. Cerco di evitare il dolore”

            Ma tra i tanti argomenti, uno rimase sempre fuori: Ylenia, la figlia di Al Bano e Romina Power scomparsa misteriosamente nel 1994. «Non ho mai parlato con Papa Francesco di mia figlia. Evito l’argomento. È una ferita ancora troppo viva. Il dolore non si cancella, si impara solo a conviverci».

            Un addio nel silenzio, ma con il cuore

            Al Bano saluta Papa Francesco da lontano, con il rispetto e l’affetto di chi ha conosciuto non solo un pontefice, ma un uomo capace di farsi prossimo. «Era un guerriero animato dalla fede, mandato tra noi dalla forza dello Spirito Santo. Lo porterò sempre con me».

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              Il compleanno di Maria Teresa Ruta: “Ho bevuto la vita tutta d’un sorso. E ho ancora sete”

              Dalla Domenica Sportiva a Giochi Senza Frontiere, passando per Maradona, Telegatti e Pechino Express: la conduttrice si racconta con ironia, lucidità e un filo di nostalgia.

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                Una carriera lunga 40 anni e una vita che sembra un romanzo avventuroso: Maria Teresa Ruta, volto storico della televisione italiana, il 23 aprile compie 65 anni. Mentre riceve auguri da ogni parte d’Italia seduta su una carrozza business dell’Alta Velocità, ripercorre senza filtri i momenti chiave della sua esistenza davanti alle telecamere. Ma anche quelli lontani dai riflettori, raccontandosi donna, madre, figlia e, soprattutto, instancabile viaggiatrice dell’anima.

                “Ho bevuto la vita tutta d’un sorso, peccato che mi è rimasta ancora tanta sete”, dice con la lucidità di chi non ha mai smesso di rincorrere i propri sogni.

                40 anni di carriera, 40 anni di primati

                “Quest’anno festeggio i 40 anni dal mio primo Telegatto e dai miei esordi nel giornalismo sportivo. Sono stata la prima donna alla Domenica Sportiva, la prima a condurre lo Zecchino d’Oro accanto a Cino Tortorella, la prima a raccontare lo sport da una voce femminile che non fosse di contorno”, racconta. E continua con orgoglio: “Nils Liedholm mi diceva che per vincere lo scudetto bisogna cambiare squadra. Io l’ho fatto. E ho vinto tanti scudetti”.

                Il giornalismo sportivo e la rivoluzione silenziosa

                Quando entra nel mondo dello sport, Maria Teresa non è accolta con ostilità, ma con curiosità. “All’inizio i colleghi uomini non mi prendevano troppo sul serio. Poi, quando ho iniziato a togliergli serate e manifestazioni, hanno detto: ‘Se le merita’. E da lì in poi è stato tutto un crescendo”. Un ricordo indelebile? “Il provino per la Domenica Sportiva. Ero l’unica candidata. Mi ero allenata fin da piccola: facevo telecronache dalla finestra della cucina per mio padre, che mi diceva: ‘Tata, quando segnano chiamami’”.

                “Sono stata una pioniera. Ma certe porte me le sono aperte da sola”

                Nonostante i successi, le delusioni non sono mancate. “Mi fu promessa una partecipazione a Domenica In. Poi cambiò la direzione artistica e tutto svanì. Forse avrei dovuto insistere di più, battere i pugni. Ma io spesso non ho chiesto, e se non chiedi, non ottieni”.

                Il coraggio di restare se stessi

                Nel tempo, ha scelto la coerenza all’apparenza. “Non mi sono mai rifatta. Ho preferito rimanere me stessa, anche se questo forse mi ha tagliato fuori da qualche casting. Vedo colleghe gonfiate che sembrano tutte uguali. Io ho preferito che si ricordassero di me per ciò che ho fatto, non per un viso liscio e identico a tanti altri”.

                Maradona, Goria, l’Isola e i riti d’amore

                La sua storia è fatta anche di incontri straordinari. Come quello con Maradona: “Mi presentai in un campo travestita da raccattapalle. Lo feci palleggiare con mandarini e arance. Poi mi tolsi il berretto. È così che diventai ‘la Ruta di Maradona’”. Anche la vita privata ha avuto i suoi scossoni. “Amedeo Goria accettò di sposarmi con un matrimonio bianco. Avevo subito un trauma e lui mi disse: ‘Ti sposerei anche senza rapporti, perché sei una donna eccezionale’”. Ma poi arrivò il dolore del tradimento, della separazione. “Mi sono sentita ferita come moglie e come madre. Ma oggi so che tutto ha avuto un senso”.

                L’amore vero e una vita in continuo movimento

                Dopo il dolore, il riscatto. “Da vent’anni sto con Roberto. Ci siamo sposati 11 volte, in tutto il mondo. Ora toccherà all’India. Lui mi ha insegnato cos’è l’amore vero. Ai miei figli ho detto: ‘Può capitare di non incontrarlo mai, ma quando arriva, lo riconosci’”.

                Oggi, tra libri, tv e nuovi progetti

                Negli anni dei “no”, ha riscoperto la scrittura. “Ho pubblicato 15 libri. L’ultimo è dedicato ai cimiteri più belli del mondo. C’è un turismo affascinante, poetico, legato a questi luoghi”. E aggiunge: “Sono credente, e so che ci sarà un’altra vita. Ma questa la ringrazio”. A 65 anni, la Ruta oggi non è affatto stanca. “Ho ancora voglia di scoprire, di lottare, di raccontare. La televisione mi ha dato tanto, ma io ho dato a lei tutta me stessa. E non smetterò finché sentirò di avere qualcosa da dire”.

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