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Personaggi e interviste

Rozzano non è ‘Rozzangeles’: il sindaco contro Fedez e i pregiudizi sulla sua città

Ferretti, insieme al parroco Don Roberto Soffientini e a diverse associazioni locali, difende l’identità della città e denuncia la narrazione mediatica che dipinge Rozzano come un luogo di criminalità. Una comunità onesta e laboriosa, secondo il sindaco, merita un’immagine più veritiera

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    Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano, ha reagito con determinazione alle dichiarazioni di Fedez, emerse nell’ambito dell’inchiesta sul pestaggio dell’allenatore Cristiano Iovino. Durante un alterco, il rapper avrebbe detto: “Lasciatemi, lo uccido, sono di Rozzano!”. Ferretti considera inaccettabile l’associazione tra la città e un’immagine di violenza. “La criminalità esiste come in ogni altro comune italiano, ma qui ci sono anche eccellenze,” afferma il sindaco, che amministra la cittadina da oltre cinque anni.

    Ferretti ha scritto una lettera aperta, firmata anche dal parroco Don Roberto Soffientini e da diverse associazioni locali, per difendere l’immagine della città. “Siamo stanchi di essere identificati con etichette negative che dipingono Rozzano come sinonimo di malavita,” si legge nel testo. “La nostra è una comunità di gente per bene, persone oneste che vivono la città con senso civico, rispetto delle regole e attenzione al bene comune”.

    Nella lettera vengono inoltre elencate le eccellenze locali, come il centro culturale Cascina Grande, il Civico Osservatorio Astronomico e le chiuse vinciane sul Naviglio Pavese, progettate da Leonardo da Vinci. Ferretti sottolinea che Rozzano è una città viva e operosa, composta da cittadini che si prendono cura dei propri quartieri e delle famiglie, e che i quartieri popolari, come l’Aler, sono luoghi di condivisione e solidarietà, non “ghetti” come vengono spesso dipinti.

    Ferretti invita quindi a riconoscere l’identità reale di Rozzano, una comunità con una ricca storia culturale e scientifica, che merita rispetto e attenzione, ben oltre gli stereotipi diffusi dai media e dalle dichiarazioni pubbliche di figure note.

      Personaggi e interviste

      La fede di Antonella Clerici: “Il beato Carlo Acutis mi ha protetto durante la malattia”

      Antonella Clerici, con la sua forza e il suo ottimismo, ha affrontato un momento difficile della sua vita, trovando supporto nella fede e nell’amore dei suoi cari. La sua storia di resilienza e speranza è un esempio per molti, mostrando come la determinazione e la fede possano aiutare a superare anche le sfide più difficili.

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        Antonella Clerici ha parlato per la prima volta dell’intervento che ha subito per l’asportazione delle ovaie a causa di una pericolosa cisti. In un’intervista al settimanale Oggi, la conduttrice ha rivelato di essersi affidata al beato Carlo Acutis, il 15enne protettore di Internet, prima di entrare in sala operatoria. La Clerici ha spiegato: «Avevo in testa un unico pensiero: “Meno male che l’ho scoperto. Adesso mi curo e andrà tutto bene”. Nelle situazioni difficili, dentro di me scatta una forza interiore che mi carica d’ottimismo».

        La forza interiore di Antonella

        La conduttrice ha raccontato di aver affrontato l’intervento con ottimismo e determinazione. Ha espresso quanto sia stata importante la vicinanza del compagno Vittorio Garrone e della sorella Cristina. Antonella ha ricordato il dolore per la perdita della madre Franca a causa di un melanoma, che ha lasciato un segno profondo nella famiglia. «Io sono molto legata a mia sorella Cristina e per lei è stato uno choc. Nostra madre Franca è morta in tre mesi per un melanoma quando aveva soltanto 55 anni… Anche per Vittorio (Garrone, il suo compagno dal 2016, ndr) non è stato facile. Era all’estero ed è rientrato subito. È stato fantastico, solare e positivo senza essere banale. Vittorio ha sofferto con me, ma senza farmelo vedere, mi ha confidato solo dopo la sua paura. Sapevo di avere un uomo speciale al mio fianco, questa prova è stata un’altra conferma».

        La protezione di Carlo Acutis

        Antonella ha spiegato come Carlo Acutis le apparisse di continuo sul telefono poco prima di scoprire il problema di salute. Dopo l’intervento, Carlo è scomparso dal suo feed e ora deve cercarlo manualmente. «Non grido al miracolo, ma sono sicura che ci sono persone di fede, o di cuore o con poteri speciali che nei momenti di crisi sanno starti accanto. Per questo voglio ringraziarlo di persona», ha detto, annunciando che a fine mese si recherà ad Assisi per portare la sua preghiera.

        La serenità familiare e la gratitudine

        La vicinanza e il sostegno dei suoi cari hanno giocato un ruolo cruciale nel percorso di Antonella verso la guarigione. La sua devozione per Carlo Acutis ha fornito un ulteriore supporto spirituale in un momento di grande incertezza. Il compagno Vittorio Garrone, con la sua presenza costante e rassicurante, ha dimostrato di essere un pilastro fondamentale nella vita della conduttrice. Questo difficile periodo ha rafforzato il legame tra i due, offrendo un’ulteriore conferma della loro speciale connessione.

        La vita dopo l’intervento

        Antonella ha condiviso anche un dettaglio sulla sua vita familiare, rivelando che sua figlia Maelle ha trovato un ragazzo per bene, Stefano. «Sono stati in vacanza una settimana con me ad Ansedonia», ha raccontato, evidenziando un momento di serenità nella sua vita privata. La conduttrice ha sottolineato come la sua esperienza di malattia e guarigione abbia rafforzato il suo spirito e le sue convinzioni, portandola a valorizzare ancora di più i momenti di felicità e la compagnia delle persone amate.

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          Personaggi e interviste

          Raoul Bova torna in Don Matteo come Don Massimo: un prete moderno tra fede e conflitti personali

          Raoul Bova parla del significato del perdono, del rapporto con la sorella Giulia e dei nuovi temi sociali che il suo personaggio affronterà nelle puntate in arrivo. La serie di successo di Rai 1 riparte con un mix di volti storici e nuove dinamiche che intrecciano passato e presente, esplorando il ruolo di un sacerdote in un mondo contemporaneo e sempre più complesso

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            Raoul Bova ritorna nei panni di Don Massimo nella quattordicesima stagione di Don Matteo, portando sul piccolo schermo un personaggio che si confronta con il tema del perdono e con i conflitti del passato. Le nuove puntate, in onda su Rai 1 dal 17 ottobre, promettono un mix di emozioni e sorprese, tra nuovi personaggi e vicende familiari complesse che metteranno alla prova il protagonista.

            Un Don Massimo più umano e moderno

            Raoul Bova esplora la complessità del suo personaggio, un sacerdote che ha abbracciato la vocazione tardi nella vita, dopo aver servito come carabiniere dei gruppi speciali. “Il perdono non è mai scontato”, afferma l’attore, “e Don Massimo deve confrontarsi con le sue fragilità, cercando di trovare il giusto equilibrio tra la giustizia e il valore della misericordia”. Il personaggio appare più umano e moderno, pronto ad affrontare questioni morali e a confrontarsi con i propri demoni.

            Le novità della stagione

            La nuova stagione della serie inizia con un doppio matrimonio, quello tra Anna e Marco e quello tra Nino ed Elisa, officiati proprio da Don Massimo. Le cerimonie, però, saranno tutt’altro che tranquille, con contrattempi che metteranno alla prova la pazienza e la saggezza del sacerdote. Nel cast, oltre ai volti storici come Nino Frassica, Nathalie Guetta e Francesco Scali, si aggiungono nuove figure come il capitano Diego Martini (Eugenio Mastrandrea) e la pm Vittoria Guidi (Gaia Messerklinger), oltre alla sorella di Don Massimo, Giulia, interpretata da Federica Sabatini.

            Il rapporto con la sorella e nuove dinamiche

            Il legame tra Don Massimo e sua sorella Giulia rappresenta uno degli archi narrativi centrali della stagione. La sorella, che arriva a Spoleto con un passato difficile e problemi con la giustizia, sarà accolta in canonica. “Il loro rapporto ci mostrerà un lato inedito di Don Massimo, diviso tra l’amore fraterno e i doveri religiosi”, racconta Raoul Bova.

            Il ritorno dei personaggi storici e la magia del set

            Nino Frassica, Nathalie Guetta e Francesco Scali tornano a interpretare rispettivamente il maresciallo Cecchini, la perpetua Natalina e Pippo, il segretario. Raoul Bova sottolinea come sul set si sia creata una forte intesa, descrivendo Don Matteo come una grande famiglia. Tra le new entry c’è anche un bambino, Bart, interpretato da Francesco Baffo, che porterà un tocco di luce e amore alla serie. “Ci siamo tutti affezionati a Bart, e questo legame si rifletterà sullo schermo”, spiega Bova.

            Un Don Massimo impegnato nel sociale

            Nella nuova stagione, Don Massimo non si limiterà a risolvere i misteri e a gestire i rapporti familiari, ma si impegnerà anche nell’insegnamento del catechismo, sia ai bambini che agli adolescenti, affrontando temi come il bullismo e i pericoli del web. La serie intende, infatti, affrontare argomenti attuali e delicati, offrendo uno sguardo educativo e consapevole sul mondo dei giovani.

            Un finale aperto a nuove possibilità

            La stagione vedrà Don Massimo confrontarsi con il suo passato familiare e fare i conti con le difficoltà non solo degli altri, ma anche con le proprie. Raoul Bova anticipa che questa complessità renderà il personaggio ancora più umano e vicino al pubblico, lasciando spazio per nuove possibili evoluzioni future.

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              Personaggi e interviste

              Gerry Scotti si commuove: “Mio figlio Edoardo mi ha aiutato a superare momenti difficili”

              Il celebre conduttore si confessa, raccontando aneddoti della sua carriera e l’amore profondo per la famiglia. Dall’infanzia a Pavia agli esordi come modello di mani, Gerry ripercorre la sua vita, soffermandosi sul rapporto speciale con il figlio Edoardo.

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                Gerry Scotti, pronto a tornare con una nuova edizione di Io Canto Generation, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera durante l’intervista con Silvia Toffanin. Uno dei volti più noti e amati della televisione italiana, Scotti ha raccontato di come, nonostante l’enorme successo, la sua priorità resti la famiglia: “Nessuna fatica per il mio lavoro. Io poi ho i miei sabati, le mie domeniche, i miei pomeriggi da dedicare ai nipoti. I lavori duri sono altri”, ha affermato il conduttore, con la semplicità che lo contraddistingue.

                Gerry ha rivelato un aspetto poco conosciuto dei suoi inizi: “Lavoravo come modello di mani. Mamma lo sapeva, ma ci teneva che io mi laureassi. Non riuscii a dare gli ultimi esami. Ho provato con un’università a Pavia, ma non mi convalidarono gli esami. Sono stato pigro, non ho fatto più nulla”, ha spiegato. Nonostante ciò, il conduttore non ha mai perso la passione per lo spettacolo, che lo ha portato a diventare uno dei più grandi della televisione italiana.

                L’amore per i nipoti e il rapporto con Edoardo

                Oltre a essere un amato conduttore, Gerry è anche un affettuoso nonno. Parlando dei suoi nipoti, Virginia e Pietro, ha raccontato: “Per mia nipote sono un hit parade. Quando è nata, in ospedale, mia nuora aveva la tv accesa su Caduta Libera, la bambina ha sempre fatto la sua pappa della sera con la voce del nonno. Pietro ha 2 anni, prima mi guardava come un oggetto strano. Ora è diventato tenero”.

                Il conduttore ha ammesso di aver imparato a lasciarsi andare con le emozioni: “Veniamo da una cultura, da una generazione che voleva produrre il super uomo. Era brutto se il maschio mostrava i suoi sentimenti”, ha confessato.

                Gerry ha poi parlato del suo rapporto con il figlio Edoardo, ricordando come sia stato un sostegno fondamentale in momenti difficili: “Mio figlio non è un fanatico delle mie trasmissioni, ma è un profondo conoscitore del costume televisivo. Quando mi fa qualche osservazione, la fa con forte senso critico. Prima di criticare gli altri, critica suo padre. Sono felice che sia fatto così”. Ha continuato, svelando un momento toccante del loro legame: “In un momento difficile, è stato molto maturo. Mi è stato vicino. Quando siamo rimasti soli, mi ha aiutato a capire cosa significava essere padre di un figlio di 10, 12 anni”.

                Il ricordo di Mike Bongiorno: tra eredità e gratitudine

                Gerry Scotti non ha mancato di ricordare il suo maestro e amico, Mike Bongiorno, una figura centrale nella sua carriera televisiva. “Dopo aver scattato la foto con lui quando conducemmo insieme Striscia, mi inginocchiai ai suoi piedi e lui disse ‘Sei il mio erede’. Lui lo diceva anche per allungarsi la carriera. Avevamo un rapporto schietto, rispettoso. Lui era simpatico e burbero, stava al gioco ma era preciso”, ha raccontato con affetto.

                Scotti ha ricordato l’uomo e il professionista che era Mike: “Era un vero professionista, preciso nello sport e nella vita. Feci una dedica sul catalogo che porta le sue foto, scrissi ‘Era un uomo del primato’. Non trattava nessuno con superiorità. Quest’anno avrebbe compiuto 100 anni”.

                La Ruota della Fortuna: un sogno realizzato

                Oggi Gerry Scotti è al timone de La Ruota della Fortuna, un traguardo che per lui rappresenta la realizzazione di un sogno: “Era un mio sogno. Lo dicevo spesso, poi qualcuno dai piani alti deve aver letto qualche intervista. Mi telefonò e mi disse ‘Ho preso un bel regalo per il tuo compleanno’. Mi dissero che avevano ripreso i diritti della Ruota della Fortuna”, ha concluso, rivelando la sua emozione nel poter finalmente condurre uno dei game show più iconici della televisione italiana.

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