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Personaggi e interviste

Violante Placido: per interpretare Moana mi sono vista tutta la sua “corposa” videografia

Una figlia d’arte che ha sempre lottato per ritagliarsi il suo “posto al sole”, cercando con tutte le forze di slegarsi dai cordoni familiari. E oggi può dire di esserci riuscita. Anche con ruoli talvolta scomodi.

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    Violante Placido, attrice e cantante, lotta per affermare la sua identità oltre l’etichetta di “figlia di” Michele Placido e Simonetta Stefanelli. Con una carriera ricca di sfumature, tra cinema, teatro e musica, racconta la sua esperienza tra successi, insicurezze e desiderio di autenticità.

    L’adolescenza tra libertà e passioni

    Fin da piccola, Violante ha vissuto con grande indipendenza: “Non c’era bisogno di essere ribelli, ho avuto un’enorme libertà. Mia nonna materna mi ha molto accudito, ma ho creato presto il mio mondo fuori dalla famiglia”. Amante dei cavalli, a 13 anni possedeva un cavallo chiamato Sugar Kane, ispirato a Marilyn Monroe in A qualcuno piace caldo. L’attrice americana era il suo mito, al punto da truccarsi come lei e cantarne le canzoni.

    La passione per la recitazione la porta negli Stati Uniti, dove studia allo Strasberg Institute. “Al corso portai una scena di Marilyn. I docenti mi dissero di trovare la mia unicità. Mi sentii confusa, ma capii l’importanza di essere autentica.”

    Doppia identità: Violante e Viola

    Quando canta, usa il nome Viola per differenziarsi dalla sua carriera attoriale. “Violante Placido mi sembrava un nome ingombrante per la musica. Viola era il nome con cui mi chiamavano le persone più intime.” La musica per lei è una forma di terapia, uno spazio per esprimere fragilità e insicurezze, come nel brano Non essere timida, un’auto-esortazione a superare i propri limiti.

    Il peso dell’eredità familiare

    Essere “figlia di” non è sempre stato facile. “Papà mi vedeva costumista, perché fare l’attrice richiede determinazione. Non mi sono mai sentita vittima, sarebbe patetico.” Sua madre, Simonetta Stefanelli, ha lasciato il cinema dopo Il Padrino, rifiutando ruoli non all’altezza. Suo padre, invece, è stato spesso percepito come figura autoritaria, ma lei lo ha sempre visto come una persona tenera.

    Ruoli iconici e collaborazioni

    Ha interpretato Moana Pozzi in Moana, immergendosi totalmente nel personaggio: “Ho letto e visto tutto, persino i suoi film. L’ho sognata la notte prima delle riprese: mi venne incontro e mi abbracciò, per me fu un segno”. Ha lavorato con George Clooney in The American e con Nicolas Cage, che le confidò di aver avuto una cotta per sua madre.

    Teatro, cinema e nuovi progetti

    A teatro ha interpretato 1984 di George Orwell: “Sconvolgente per la sua attualità, parla di manipolazione e paura.” Tra i suoi film più amati c’è L’anima gemella di Sergio Rubini. Ora su Netflix è protagonista della commedia romantica La dolce villa, dove interpreta la sindaca di un paesino toscano che cerca di ripopolarlo vendendo case a un euro. “Dopo gli schiaffi di Orwell, questa storia è un’iniezione di fiducia.”

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      Deva Cassel e la sfida del Gattopardo: «Claudia Cardinale? Non mi spaventa»

      Vent’anni, bellezza italo-francese e un cognome ingombrante, ma Deva Cassel non si lascia intimidire. Dopo le passerelle, debutta da protagonista nella serie ispirata a Il Gattopardo, accettando i paragoni con Claudia Cardinale e con mamma Monica Bellucci.

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        Un ruolo che pesa come un’eredità nobile, quello di Angelica ne Il Gattopardo, e un confronto che avrebbe messo in soggezione molte attrici. Ma non Deva Cassel. A vent’anni, la figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel si prepara al suo debutto da protagonista nella miniserie Netflix tratta dal capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E prende con filosofia gli inevitabili paragoni con Claudia Cardinale, che nello storico film di Luchino Visconti rese immortale il personaggio della giovane e affascinante borghese destinata a sposare il nobile Tancredi.

        «L’idea di riprendere il suo ruolo mi intimoriva parecchio» ha ammesso in un’intervista. «Ma ho imparato a relativizzare. Del resto, i paragoni mi accompagnano da sempre». Deva, infatti, è abituata fin da piccola a convivere con il cognome pesante che porta. Sulle passerelle, dove ha mosso i primi passi come modella, il confronto con la madre Monica Bellucci è stato inevitabile. «Ho imparato a saper prendere le distanze da questo aspetto» spiega. «Ottenere un ruolo già interpretato da un’attrice del calibro di Cardinale susciterà per forza nuovi paragoni, ma cerco di viverla nel modo più sereno possibile».

        Sul set, oltre all’esperienza attoriale, Deva ha trovato anche l’amore. A interpretare Tancredi nella serie è Saul Nanni, che non è rimasto solo il suo compagno di scena, ma è diventato anche il suo fidanzato nella vita reale. «È successo in modo molto spontaneo» racconta l’attrice. «Tutto è stato naturale tra noi».

        Naturalezza che è anche il segreto del suo equilibrio tra due culture. Nata da madre italiana e padre francese, Deva Cassel si sente a cavallo tra due mondi. «Mi piace dire di essere un’italiana con un’attitudine francese» spiega. «In Francia ho vissuto di più, ho studiato, costruito amicizie e relazioni, ma l’Italia per me rappresenta il calore, il cibo, la famiglia».

        Con il suo debutto su Netflix, Deva è pronta a scrivere il primo capitolo della sua carriera d’attrice. Il peso del passato non la spaventa. E come Angelica, la sua strada la sceglie da sola.

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          Vendere la propria Tesla per boicottare Musk? L’ha fatto la cantante Sheryl Crow… e non è l’unica

          La celebre cantante americana Sheryl Crow ha venduto la sua Tesla e ha donato il ricavato come segno di protesta contro Elon Musk. La decisione nasce dal suo disaccordo con le posizioni del miliardario e dal suo sostegno ai media indipendenti. Scopri di più su questa vicenda e sulle motivazioni dell’artista.

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            Una vera e propria icona della musica rock e pop, ha deciso di separarsi dalla sua auto Tesla in un gesto che va oltre una semplice vendita. La cantante, 63 anni, ha dichiarato apertamente il motivo della sua scelta: una protesta contro Elon Musk e le sue politiche. Il ricavato della vendita è stato interamente donato alla National Public Radio (NPR), un ente mediatico pubblico che, secondo Crow, è stato minacciato dal magnate.

            La decisione dell’artista è stata resa pubblica attraverso un video condiviso sul suo profilo Instagram, nel quale ha salutato la sua Tesla e ha spiegato le ragioni dietro questa mossa simbolica.

            Difendere i media indipendenti

            Nel suo messaggio, Crow ha ribadito l’importanza di schierarsi a favore della verità e dell’informazione indipendente. Secondo la cantante, Elon Musk rappresenta una minaccia per i media pubblici, avendo più volte attaccato la National Public Radio, arrivando perfino a etichettarla come “media statale”.

            Sheryl Crow ha sottolineato come sia fondamentale scegliere con attenzione da chi acquistare e quali aziende sostenere. Ha espresso rammarico per aver dovuto separarsi dalla Tesla, ma ha ritenuto che la sua posizione fosse più importante di qualsiasi bene materiale.

            Musk e le sue controversie con i media

            Non è la prima volta che Elon Musk finisce al centro di polemiche legate al mondo dell’informazione. Il fondatore di Tesla e SpaceX ha più volte espresso opinioni critiche nei confronti di testate giornalistiche e piattaforme mediatiche, sostenendo che molte di esse diffondano notizie distorte o pilotate.

            La National Public Radio, in particolare, è stata oggetto di attacchi da parte del miliardario, che l’ha accusata di essere influenzata dal governo statunitense. Tali dichiarazioni hanno suscitato reazioni da parte di diverse personalità pubbliche, tra cui Sheryl Crow, che ha deciso di prendere posizione in modo concreto.

            Tesla e la questione etica: sempre più personalità si dissociano?

            Il caso di Sheryl Crow non è isolato. Negli ultimi mesi, numerose celebrità e personaggi influenti hanno espresso perplessità nei confronti della gestione Musk e delle sue aziende. Alcuni ex sostenitori della Tesla hanno scelto di vendere le loro auto o di boicottare il marchio, preferendo aziende concorrenti che, a loro avviso, rispecchiano meglio i loro valori.

            Nonostante ciò, Tesla continua a essere un punto di riferimento nel settore delle auto elettriche, con una forte presenza sul mercato e una base di clienti fedeli. Tuttavia, episodi come quello di Crow potrebbero influenzare l’opinione pubblica e spingere altri consumatori a riflettere sulle loro scelte di acquisto.

            Un gesto simbolico con un forte messaggio

            La decisione di Sheryl Crow di vendere la sua Tesla e donare il ricavato alla National Public Radio rappresenta un gesto simbolico ma potente. Con questa scelta, l’artista ha voluto ribadire il suo impegno a favore dell’informazione indipendente e contro le influenze che, a suo parere, minacciano la libertà dei media.

            Resta da vedere se altre celebrità seguiranno il suo esempio o se la sua protesta rimarrà un caso isolato. Nel frattempo, il dibattito sull’impatto delle scelte imprenditoriali e politiche di Elon Musk continua ad accendere il confronto tra sostenitori e detrattori del magnate.

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              Emily Ratajkowski: “Alle donne piacciono gli uomini che somigliano ai ratti”

              Emily Ratajkowski ha aperto un dibattito interessante su come percepiamo la bellezza e l’attrazione, evidenziando ancora una volta che i gusti personali sono estremamente vari e non facilmente classificabili.

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                Emily Ratajkowski ha recentemente sollevato una discussione interessante riguardo alle preferenze delle donne in fatto di uomini. Durante un’intervista, la modella e attrice ha espresso la sua sorpresa nel constatare come molte donne siano attratte da uomini con caratteristiche fisiche che lei ha scherzosamente paragonato a quelle dei ratti. Questa dichiarazione ha subito suscitato curiosità e dibattito sul tema dell’attrazione e delle preferenze estetiche.

                Il commento di Emily Ratajkowski

                Emily Ratajkowski ha confessato di essere “scossa” dalla scoperta che molte donne trovano attraenti uomini con lineamenti affilati e sottili, che lei ha descritto come “simili a quelli dei ratti”. Questo commento è emerso durante una discussione sui canoni di bellezza maschili e sulle differenze nelle preferenze estetiche tra uomini e donne.

                La reazione del pubblico

                Le parole di Ratajkowski hanno generato una serie di reazioni online, con molte persone che hanno condiviso le loro opinioni sui vari canoni di bellezza. Alcuni utenti hanno concordato con la sua osservazione, mentre altri hanno difeso la varietà delle preferenze personali, sottolineando che l’attrazione è un fenomeno soggettivo e complesso.

                Le preferenze estetiche e i canoni di bellezza

                La discussione sollevata da Emily Ratajkowski tocca un tema più ampio relativo ai canoni di bellezza e a come questi varino culturalmente e individualmente. Gli studi psicologici mostrano che le preferenze estetiche possono essere influenzate da una miriade di fattori, tra cui le esperienze personali, le influenze culturali e persino i tratti evolutivi.

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