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Speciale Festival di Sanremo 2025

Brunori Sas si piazza terzo al Premio della Critica: brindiamo comunque col suo vino!

Brunori Sas e l’amore per la viticoltura: dalla musica alla terra. Un legame profondo che si riflette nella sua arte.

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    Il Premio della Critica Mia Martini 2025 è stato vinto da Simone Cristicchi. Al secondo posto Lucio Corsi (che vince il premio della sala stampa Lucio Dalla), mentre il calabrese Dario Brunori si classifica terzo, con il suo L’albero delle noci. Tre nomi che, a prescindere dalla classifica, hanno rappresentato senza dubbio un tocco di poesia e di fantasia di pregio in questa edizione del festival.

    Giornalisti che votano

    Il premio, come di consueto, è il risultato dei voti della sala stampa roof dell’Ariston, composta da tutti i giornalisti accreditati che rappresentano il meglio della critica musicale nazionale. Durante il pomeriggio, il nome di Cristicchi circolava insistentemente nei loro discorsi, tanto da far presagire come certa la sua vittoria, che rappresenta un preciso apprezzamento nei suoi confronti.

    Cantautore e viticoltore

    Un terzo posto è comunque un piazzamento di tutto rispetto, che va festeggiato con un brindisi, considerando anche il premio Bardotti vinto per il miglior testo. Tra l’altro, dal 2020 il cantautore calabrese noto come Brunori Sas è anche viticoltore. Gestisce infatti l’azienda agricola Le Quattro Volte, situata nel cuore del Cosentino, dove produce vini naturali nel rispetto dell’ambiente e della tradizione locale. Un legame profondo con la terra che si riflette anche nella sua musica, come dimostra il brano L’albero delle noci, presentato al Festival di Sanremo 2025.

    La passione per la terra e il vino

    “Dario ama la terra, ha una grande passione per la viticoltura e partecipa attivamente alla vendemmia e agli assaggi del vino”, racconta Gianpiero Ventura, amico fraterno del cantautore e socio dell’azienda Le Quattro Volte, situata a San Marco Argentano. Qui, tra il Parco Nazionale della Sila e quello del Pollino, si coltivano con cura i vitigni autoctoni come Magliocco, Mantonico e Malvasia Bianca.

    Dal 2020 inserito nel progetto

    L’azienda, fondata nel 2014, punta su un modello di produzione sostenibile, basato sull’economia circolare e sul rispetto della biodiversità. Un progetto a cui Brunori si è unito nel 2020, condividendo la passione per la viticoltura con Ventura e gli altri soci Emilio Di Cianni e Daniela De Marco.

    Dall’università di Siena alla riscoperta della viticoltura calabrese

    Brunori e Ventura si sono conosciuti durante gli anni universitari a Siena, dove insieme partecipavano alle vendemmie nelle cantine locali. Un’esperienza che ha rafforzato il loro legame con il mondo del vino e con la filosofia della viticoltura naturale. “La Calabria ha una storia vitivinicola antichissima, ma per lungo tempo è stata trascurata a causa delle migrazioni”, spiega Ventura. “Oggi, però, assistiamo a un vero ritorno alle origini, con la riscoperta di vitigni autoctoni unici, come il Guarnaccino, che noi abbiamo recuperato da una vigna ultracentenaria piantata nel 1920 con viti pre-fillossera”.

    Un vino che racconta il territorio

    L’azienda si estende su 12 ettari, tra vigneti, uliveti, boschi e orti, con una produzione di circa 30.000 bottiglie l’anno, prevalentemente sotto la denominazione IGT Calabria. “Il nostro obiettivo è creare vini che parlino del territorio, rispettando la natura e coinvolgendo la comunità locale in un’economia etica e sostenibile”, sottolinea Ventura.

    Dario assaggiatore competente

    Brunori partecipa attivamente alla produzione, dalla vinificazione agli assaggi, senza però occuparsi della parte commerciale, affidata a Ventura. “Dario adora l’orto e tutto ciò che riguarda l’agricoltura”, aggiunge. Nell’ultima vendemmia, l’azienda ha avuto anche un ospite d’eccezione, il cantautore Riccardo Sinigallia, appassionato di viticoltura.

    Dal successo musicale al ritorno alla terra

    Nato nel 1977 a Cosenza, Brunori ha trascorso l’infanzia tra Joggi e Guardia Piemontese. Durante la pandemia, come molti italiani, ha riscoperto l’importanza del legame con la terra, decidendo di investire nella viticoltura. Oggi, oltre a incantare il pubblico con la sua musica, porta avanti con passione un progetto che valorizza la sua Calabria, detta Enotria, la “terra del vino”. La sua esperienza dimostra come sia possibile unire arte e natura, creando un connubio autentico tra melodia e viticoltura.

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      Speciale Festival di Sanremo 2025

      Vannacci attacca Sanremo: «Benigni, Elodie, Giorgia e Geppi Cucciari, troppi messaggi politici fuori contesto»

      L’europarlamentare della Lega critica le dichiarazioni di Benigni, Cucciari, Elodie e Giorgia: “Sanremo non dovrebbe essere strumentalizzato”

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        Dopo un’edizione del Festival di Sanremo quasi priva di polemiche, arriva la critica di Roberto Vannacci. L’europarlamentare della Lega, presente a una delle serate, ha attaccato Geppi Cucciari, Elodie, Giorgia e soprattutto Roberto Benigni, accusandoli di aver inserito messaggi politici fuori luogo.

        Intervistato su Radio Cusano Campus, Vannacci ha dichiarato: «Sanremo è uno spettacolo di varietà, non si dovrebbero strumentalizzare eventi del genere per lanciare messaggi politici o ideologici. Non vedo perché si debba parlare di questi temi durante la kermesse musicale».

        In particolare, ha criticato il ruolo di Benigni, spesso al centro di monologhi con riferimenti politici: «Ogni volta che si vuole lanciare una stoccata si invoca l’ironia e la comicità, ma gli italiani hanno capito il gioco». Anche le dichiarazioni di Elodie e Geppi Cucciari, secondo Vannacci, sarebbero fuori contesto. Pur non avendo assistito direttamente ai momenti incriminati, ha commentato: «Se fosse così, sarebbe una caduta di stile».

        Le sue parole riaccendono il dibattito sull’uso del Festival di Sanremo come palco per temi politici e sociali, un nodo che continua a dividere pubblico e opinione pubblica.

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          Le radio rimescolano la classifica di Sanremo: primo Achille Lauro

          Il Festival di Sanremo è finito ma le radio hanno deciso di rimescolare le carte in tavola. Chi trionfa davvero nelle playlist? Ecco come le frequenze FM stanno ribaltando la classifica ufficiale, dimostrando che il successo sanremese è davvero tutta un’altra musica!

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            Dal vocabolario della musica leggera italiana: Sanremo è quella cosa che guardiamo tutti ma facciamo finta di snobbare. Poi, puntualmente, ci ritroviamo a canticchiare i ritornelli vincitori sotto la doccia. Quest’anno, però, le radio hanno deciso di metterci lo zampino, e la classifica ufficiale del Festival è diventata improvvisamente carta straccia. I vincitori sul palco dell’Ariston? Applauditi, certo… ma chi regna davvero nelle frequenze FM?

            Differenze tra giurie e ascoltatori

            Dimenticatevi le votazioni della giuria e il televoto: le emittenti radiofoniche hanno eletto i loro beniamini e, a quanto pare, non sono gli stessi che hanno conquistato il podio sanremese. Gli speaker, forse stanchi di certe ballate strappalacrime e dei pezzi che sembrano più studiati per accalappiare giurie che per scalare le classifiche, stanno facendo volare brani inaspettati.

            Le radio cambiano tutto: chi comanda davvero?

            Se vi stavate chiedendo chi si sente più spesso tra un talk show e l’ennesimo aggiornamento sul traffico, sappiate che le radio hanno rispolverato il loro superpotere: decidere chi merita davvero di diventare tormentone. Ecco alcune sorprese:

            • L’artista arrivato ventesimo? Ora domina le playlist. Qualcuno ha detto “ingiustizia”? No, si chiama “giustizia radiofonica”!
            • La canzone vincitrice? Forse tra qualche settimana… Se non batte il ritmo giusto, difficilmente farà breccia nelle frequenze.
            • Le radio hanno i loro favoriti. Sspesso sono quelli che sul palco hanno ricevuto meno applausi di un monologo fuori tema.

            La rivincita della melodia contagiosa

            Diciamocelo, il pubblico della radio è molto meno paziente del pubblico di Sanremo. Nessuno vuole sentirsi la solita ballata pesante mentre cerca parcheggio. E così, pezzi freschi, ritornelli accattivanti e sound coinvolgenti prendono il sopravvento. Meno male che la musica è democratica (o almeno lo è sulle onde radio), e alla fine vince chi resta più in testa!

            La classifica rivista e corretta dall’airplay: al primo posto Lauro nella top ten

            Incoscienti giovani, Achille Lauro. Ascolti stimati 78.782.980
            Cuoricini, Coma_Cose. Ascolti stimati 77.859.318
            La cura per me, Giorgia. Ascolti stimati 75.964.325
            Tu con chi fai l’amore, The Kolors. Ascolti stimati 69.510.212
            Balorda nostalgia, Olly. Ascolti stimati 64.848.501
            Dimenticarsi alle 7, Elodie. Ascolti stimati 53.909.793
            Chiamo io chiami tu, Gaia. Ascolti stimati 53.651.838
            Volevo essere un duro, Lucio Corsi. Ascolti stimati 45.980.214
            L’albero delle noci, Brunori Sas. Ascolti stimati 44.964.031
            Viva la vita, Francesco Gabbani. Ascolti stimati 41.723.795

            Tutti gli altri, ultimo Ranieri

            Battito, Fedez. Ascolti stimati 39.832.049
            Se t’innamori muori, Noemi. Ascolti stimati 41.156.638
            Fuorilegge, Rose Villain. Ascolti stimati 39.361.520
            Lentamente, Irama. Ascolti stimati 37.343.725
            Damme ‘na mano, Tony Effe. Ascolti stimati 35.592.854
            Mille volte ancora, Rocco Hunt. Ascolti stimati 36.571.976
            Quando sarai piccola, Simone Cristicchi. Ascolti stimati 36.108.393
            Grazie ma no grazie, Willie Peyote. Ascolti stimati 33.710.751
            Eco, Joan Thiele. Ascolti stimati 31.195.523
            Fango in Paradiso, Francesca Michielin. Ascolti stimati 28.143.645
            La mia parola, Shablo, Guè, Joshua, Tormento. Ascolti stimati 29.807.909
            Il ritmo delle cose, Rkomi. Ascolti stimati 24.240.857
            La tana del granchio, Bresh. Ascolti stimati 26.714.847
            Non ti dimentico, Modà. Ascolti stimati 22.734.837
            Febbre, CLARA. Ascolti stimati 22.579.446
            Anema e core, Serena Brancale. Ascolti stimati 21.500.739
            Amarcord, Sarah Toscano. Ascolti stimati 20.354.828
            Pelle diamante, Marcella Bella. Ascolti stimati 16.442.370
            Tra le mani un cuore, Massimo Ranieri. Ascolti stimati 14.913.142

            Morale della favola…

            Sanremo lancia le canzoni, le radio decidono quali resteranno nella memoria. E se il podio del Festival vi sembrava ingiusto, non dovete disperarvi: c’è sempre una seconda classifica che conta molto di più. Quella dell’autoradio mentre siete bloccati nel traffico! E voi, quale pezzo sanremese non riuscite più a togliervi dalla testa?

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              Bianca Balti, lacrime dopo Sanremo: «Continuo a piangere, mi si stringe il cuore»

              Bianca Balti ha lasciato il segno sul palco di Sanremo, non solo per la sua bellezza, ma per l’energia travolgente con cui ha vissuto ogni momento del Festival. È arrivata all’Ariston con la voglia di divertirsi, di celebrare la vita e di mostrarsi senza filtri. E alla fine, ha portato a casa molto più di un’esperienza televisiva: un’ondata di affetto che l’ha commossa fino alle lacrime.

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                Bianca Balti non è mai stata solo una top model, e questo Sanremo lo ha dimostrato. È salita sul palco con la sua solita eleganza, ma senza nascondersi. La sua malattia era un dato di fatto, ma non il centro della scena. Durante la conferenza stampa aveva chiarito tutto con poche parole: “Io non vengo a fare la malata di cancro. Sono una professionista, vengo in qualità di top model e a fare competizione con Cristiano [Malgioglio, ndr]. Ovunque ci giriamo vediamo dolore, e non che non ci sia stato in questi mesi, ma voglio essere una celebrazione della vita e voglio essere così”.

                E così è stata. Radiosa, divertente, piena di ironia, senza mai un’ombra di retorica. Un simbolo di resilienza e leggerezza che ha conquistato il pubblico.

                Il ritorno sul palco e i premi della finale

                La sua avventura sanremese si è conclusa con la consegna di due riconoscimenti importanti: il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, assegnato a Brunori Sas, e il Premio Giancarlo Bigazzi per il miglior componimento musicale, vinto da Simone Cristicchi. Due momenti di grande emozione che hanno chiuso il Festival nel migliore dei modi.

                Bianca Balti ha calcato il palco con la consapevolezza di chi sa quanto ogni attimo sia prezioso. È stata acclamata, applaudita, amata. Ma è stato solo una volta tornata a casa che tutta la carica emotiva di Sanremo è esplosa.

                Le lacrime dopo il Festival: “Che bella la vita”

                Sul volo di ritorno, con le cuffiette nelle orecchie e la musica del Festival ancora nella testa, Bianca Balti ha condiviso su Instagram tutta la sua emozione. “Continuo a piangere lacrime di gioia. Gli AirPods suonano le mie canzoni preferite del Festival, e sull’aereo verso casa mi si stringe il cuore. È stata un’emozione grandissima. Che bella la vita”.

                Parole semplici, che raccontano però tutto il peso di quei giorni, la felicità, la gratitudine, la voglia di vivere ogni istante fino in fondo. Tra i tanti messaggi di ringraziamento, uno speciale per Carlo Conti: “Sei fantastico. Grazie a tutti voi per l’affetto”.

                Sanremo è stato per lei molto più di un palco. È stata una celebrazione, un abbraccio collettivo, un momento di pura gioia. E ora, con le lacrime agli occhi e il cuore pieno, Bianca Balti torna alla sua vita con una certezza in più: l’amore del pubblico non l’abbandonerà mai.

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