Speciale Festival di Sanremo 2025
Festival di Sanremo: polemica sulle convenzioni nei ristoranti. Confcommercio protesta
Prezzi calmierati solo per gli addetti ai lavori del Festival di Sanremo, ristoratori divisi.
Sanremo si infiamma non solo per la musica del Festival, ma anche per la polemica sulle convenzioni nei ristoranti. Secondo Confcommercio, rischiano di danneggiare l’immagine della città. E come mai? Perché alcuni locali hanno deciso di offrire menù a prezzi calmierati per gli addetti ai lavori della kermesse, come dipendenti delle case discografiche e tecnici. A loro propongono pranzi e cene a 18 euro o meno. Un prezzo decisamente inferiore rispetto ai 40 euro che verrebbero normalmente richiesti per le stesse portate in qualsiasi altro ristorante.
Un danno anche per l’immagine della città
La decisione di questi ristoratori ha sollevato una forte protesta da parte dei colleghi che mantengono i prezzi di listino abituali. «Si tratta di una concorrenza sleale che danneggia chi lavora tutto l’anno e mantiene aperto anche nei periodi di bassa affluenza» ha dichiarato Andrea Di Baldassare, presidente di Confcommercio Sanremo. Secondo l’associazione di categoria, applicare sconti eccessivi in un periodo di alta visibilità nazionale ed internazionale crea un doppio danno. Da un lato penalizza gli altri ristoratori, dall’altro trasmette l’idea che i prezzi normali siano gonfiati.
Per i ristoranti la richiesta di regole più chiare
Confcommercio ha chiesto l’intervento della politica per regolamentare la situazione, evitando che durante il Festival di Sanremo si crei un mercato squilibrato. Il problema, infatti, non riguarda solo le convenzioni nei ristoranti, ma anche la presenza di catering e banchetti temporanei. Secondo i ristoratori locali queste piccole kermesse alimentari sottraggono clienti ai locali storici senza affrontare le stesse spese fisse e i costi di gestione. «Durante il Festival, chiunque può dare da mangiare con catering improvvisati, mentre noi ristoratori ci troviamo a dover competere in condizioni inique» doce Di Baldassare. La richiesta è quella di stabilire una regolamentazione più chiara, come avviene in altri eventi internazionali di prestigio, per tutelare il settore della ristorazione locale.
Il confronto con altri eventi internazionali
Molti ristoratori fanno paragoni con il Festival del cinema di Cannes o il Gran Premio di Montecarlo di F1, dove nessuno si sognerebbe di dimezzare i prezzi per stipulare convenzioni. «A Cannes i ristoranti mantengono i loro standard, senza abbassare i prezzi in modo drastico. Perché a Sanremo dovremmo svenderci?» si chiede Marco Ventimiglia, titolare del ristorante La Pignese. L’amarezza è condivisa da Andrea Mazzia, ristoratore de “I Birichini”, che sottolinea come, invece di cogliere l’opportunità di valorizzare Sanremo come città del Festival, si crei una spaccatura interna che non giova a nessuno. «Dovremmo lavorare uniti per dare il meglio ai clienti e mantenere alta l’immagine della città, invece questa situazione fa sembrare il Festival un evento low cost».
Quale futuro per la ristorazione sanremese?
La polemica è tutt’altro che chiusa e pone una questione cruciale per il futuro del settore. E’ giusto offrire convenzioni a prezzi ridotti o bisogna difendere i prezzi di mercato per mantenere il valore della ristorazione locale? Mentre i ristoratori si dividono, Confcommercio chiede chiarezza anche in vista delle future edizioni del Festival.