Speciale Festival di Sanremo 2025

Gabriele Corsi: «Sanremo? Una figata assurda! Tifo Brunori e, naturalmente, Corsi»

Il conduttore di PrimaFestival racconta la sua passione per la musica, la carriera costruita senza bruciare le tappe e il sogno (folle) di vedere un Corsi vincere Sanremo.

Published

on

    Impossibile non volergli bene: Gabriele Corsi ha quell’ironia leggera e contagiosa che trasforma ogni conversazione in una festa. Una vita divisa tra radio, tv e palchi importanti, ma sempre con il sorriso di chi si diverte davvero. Dopo i successi con il Trio Medusa, Don’t forget the lyrics e i commenti irriverenti all’Eurovision insieme a Cristiano Malgioglio, eccolo catapultato in un’altra avventura: il PrimaFestival. Per lui, un sogno che si avvera davanti al Teatro Ariston, ma sempre con un pizzico di follia e quella leggerezza che lo rende unico. Ah, e non si nasconde: tifa Brunori Sas… ma soprattutto sogna di vedere un giorno un Corsi vincitore del Festival!

    Tifa davvero per Brunori Sas?
    «Eccome! Amo Brunori, Cristicchi e… ovviamente Corsi! Ma vuoi mettere se vincesse davvero un Corsi? Sanremo per me è una figata assurda. Pensa che tutto è iniziato quando avevo 11 anni: Riccardo Fogli vinse Sanremo con Storie di tutti i giorni, e io me ne innamorai. Decisi che volevo imparare a suonare la chitarra. Mio padre mi portò a comprarne una usata e lo spartito di quella canzone. Anni dopo, durante una puntata di Don’t forget the lyrics, ho avuto Riccardo Fogli come ospite e gli ho raccontato questa storia. Si è commosso. È la prova che bisogna sognare in grande: da una cameretta all’Appio Claudio a Roma mi chiedevo se avrei mai fatto televisione. Ed eccomi qui!».

    Come è arrivato al PrimaFestival?
    «Grazie all’Eurovision. Commentando lo show con Cristiano Malgioglio e Mara Maionchi, ho stretto una bella amicizia con Claudio Fasulo, che coordina tutto. Un giorno gli ho detto: “Sai che ho sognato di fare il PrimaFestival? Cantavo persino La La Land in sogno!”. Ne ha parlato con Carlo Conti, ed eccomi qua. Posso dire una cosa?».

    Certo!
    «Farlo con due professioniste come Bianca Guaccero e Mariasole Pollio è un lusso. Bianca ha fatto gavetta, proprio come me, e abbiamo la stessa mentalità. Siamo carichi e vogliamo divertirci, ma sempre preparati. Io arrivo con il mio bagaglio di idee, alcune un po’ folli. Tipo l’intervista a Lucio Corsi. Pensi se vincesse davvero un Corsi al Festival!».

    Che aspettative ha per questo Sanremo?
    «Sarà il Sanremo degli amici! Ci saranno Jovanotti, Malgioglio, Katia Follesa… persone che stimo e a cui voglio bene. E poi Carlo Conti è stato generosissimo. Potrò godermi il Festival, andare a cena e guardarmelo in pace. Sono anche contento che noi di Radio DeeJay apriamo e chiudiamo la serata: io con il PrimaFestival e Alessandro Cattelan con il DopoFestival».

    È stata una stagione impegnativa?
    «Sì, soprattutto dal punto di vista personale. Ho ripreso Don’t forget the lyrics con un po’ di fatica perché è stato un anno duro a livello familiare. Ho tanti sensi di colpa, ma sono fortunato. Lavoro in un ambiente sereno, senza stress. In fondo è tv, mica cardiochirurgia infantile. Sto facendo cose belle, e non scalpito. Ho detto tanti no e ne sono felice. L’importante per me è tornare a casa la sera e addormentarmi sereno».

    Le sue canzoni preferite del Festival?
    «Amo i cantautori: Brunori Sas, Cristicchi… e anche i The Kolors mi divertono tantissimo. Giorgia poi è un’opera d’arte vivente. Però non le ho ascoltate tutte».

    Malgioglio che le ha detto?
    «Tesoro, sono felicissimo per te! Stiamo anche lavorando a un piccolo omaggio musicale insieme: voglio cantare con lui Gelato al cioccolato. Non capisco perché non abbiamo ancora fatto un programma insieme io e Cristiano. Siamo super affiatati e ci divertiamo troppo».

    È ambasciatore dell’Unicef. Cosa l’ha spinta a questo impegno?
    «Non volevo solo firmare assegni da lontano, volevo vedere con i miei occhi. Sono stato in Uganda, nella regione dei karamojong, dove mi hanno dato un nome nella loro lingua: Rodweny Labaaramoi. Significa “Giorno di raccolta”, quando il raccolto è buono. Un nome beneaugurante, e spero che mi porti fortuna anche in questa avventura sanremese!».

      Ultime notizie

      Exit mobile version