Speciale Festival di Sanremo 2025

Il ritocco dei listini rende Sanremo 2025 un successo tv dalla grande raccolta pubblicitaria

Il Festival di Sanremo 2025 con Carlo Conti ha fatto scintille… ma solo alla cassa della Rai. Gli ascolti? Un filo meno esaltanti. La raccolta pubblicitaria? In crescita, ma con qualche trucco contabile. Vediamo come il Festival si è trasformato in una macchina da soldi con qualche crepa nel motore.

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    C’era una volta Sanremo, il festival della musica. Poi qualcuno si è accorto che la vera hit non era la canzone vincitrice ma… la raccolta pubblicitaria. Ed eccoci nel 2025, con Carlo Conti alla guida di una manifestazione che, mentre fa ballare gli spot pubblicitari, lascia qualche dubbio sugli ascolti. Ma andiamo con ordine.

    Un sabato sera con l’effetto sonnifero

    Se il Festival fosse un cd, la serata finale sarebbe stata una di quelle tracce da skippare a piè pari. Sabato 15 febbraio, la chiusura della kermesse ha raccolto numeri inferiori rispetto all’edizione 2024 di Amadeus. E non di poco. Il Primafestival ha perso circa 140mila spettatori, lo Start quasi 800mila, e la prima parte dello show ha lasciato per strada il 9,8% degli ascolti rispetto all’anno scorso. Persino la seconda parte, di solito terreno fertile per picchi emozionali e scenate da televoto, ha segnato un calo del 9%. Dati Auditel alla mano. Quasi un mezzo disastro, se non ci fossero stati i numeri dei giorni precedenti. E pure gli ascolti di giovedì in tv avevano praticamente pareggiato quelli dell’Amadeus 2024, checchè se ne dica.

    Pubblico stremato?

    Cosa è successo? Stanchezza da Festival? Troppi fiori in scena? Oppure la formula di Conti, rassicurante come un camomilla prima di dormire, ha iniziato a stancare il pubblico già alla quarta serata? E i co-conduttori? Alessia Marcuzzi che è apparsa un po’ spaesata e Alessandro Cattelan trasparente come un vetro appena pulito… Insomma, non proprio la coppia da fuochi d’artificio che era stata annunciata.

    Raccolta pubblicitaria: più soldi, stesso pubblico

    Ma niente paura! Se gli ascolti non brillano, c’è sempre la raccolta pubblicitaria a far battere le mani in casa Rai. Nel 2025 il bottino pubblicitario ha toccato quota 65,26 milioni di euro, con un aumento dell’8,5% rispetto al 2024. Sembra un trionfo, no? Solo se si legge il dato senza occhiali da vista.

    Il ritocco che fa sembrare tutto più bello

    Nel 2021 la raccolta era stata di 38 milioni, poi era salita a 42 nel 2022 (+10,5%), a 50 nel 2023 (+20%) e ancora a oltre 60 milioni nel 2024 (+20%). Quest’anno? Solo un +8,5%, e quasi interamente dovuto all’aumento dei prezzi degli spot. Il pubblico, insomma, non è aumentato, gli inserzionisti sono gli stessi, e l’unico modo per far salire gli incassi è stato ritoccare i listini. Più che crescita, un’abile partita di giro.

    Sanremo è diventato il Festival degli inserzionisti?

    La sensazione generale è che la manifestazione abbia raggiunto il suo picco pubblicitario. Gli spazi sono pieni, gli sponsor in coda, l’unico modo per far crescere la raccolta è aumentare ancora i prezzi. Ma fino a quando il mercato sarà in grado di reggere? Sanremo resta un evento di punta della programmazione Rai ma il rischio è che diventi più un Festival per gli inserzionisti che per il pubblico. Chissà se il prossimo direttore artistico dovrà pensare più a rinnovare la formula musicale… o il listino prezzi della Rai.

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