Speciale Festival di Sanremo 2025
Malgioglio, niente cappello a Sanremo: «Salirò sul palco come una sposa, con tacco 10 e mille cambi d’abito»
Il cantautore si prepara a cocondurre la seconda serata del Festival con Bianca Balti e Nino Frassica: «Le scale mi terrorizzano, ma ballerò lo stesso». Tra abiti bloccati in dogana, aneddoti sull’Eurovision e il sogno di duettare con Giorgia, Cristiano Malgioglio racconta la sua vigilia sanremese con emozione e ironia: «Se cado, almeno lo farò con stile»
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Cristiano Malgioglio si prepara a portare la sua inconfondibile personalità sul palco dell’Ariston. La seconda serata del Festival di Sanremo 2025 lo vedrà al fianco di Bianca Balti e Nino Frassica nel ruolo di coconduttore. E, come sempre, lo stile non mancherà. Tra abiti maestosi, il terrore per la grande scalinata del teatro e la tentazione di giudizi a caldo sui Big in gara, Malgioglio racconta la sua vigilia con l’ironia e l’emozione di chi sta per vivere un momento unico.
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Ecco cosa ha raccontato in questa intervista.
Cristiano, come ti stai preparando per questa avventura sanremese?
«Sul palco dell’Ariston salirò come una sposa all’altare della musica, con tanto di cambio d’abito e tacco 10. Ma senza cappello, ormai me l’hanno copiato tutti! Al massimo potrei mettere una veletta… Non scherzo! Scherzo? Vedremo!»
Qualche problema con gli abiti?
«Eh sì, ho trasformato un piccolo disastro in una grande opportunità. Gli abiti giapponesi che avevo ordinato si sono bloccati in dogana per giorni. A quel punto mi sono fatto fare altri vestiti in Italia. Poi, proprio quando ormai non ci speravo più, i capi giapponesi sono stati sbloccati. Ora avrò così tanti cambi d’abito che sono nel panico più totale! Che crisi, tesoro!»
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Temi più i cambi d’abito o la scalinata dell’Ariston?
«Le scale! Mi terrorizzano! Non ci dormo la notte. Mi spaventa l’idea di cadere e rotolare fino in platea… Però le scarpe alte non le mollo: devo mettermi almeno 10 centimetri di tacco, anche perché Bianca Balti è altissima. Devo tenerle testa, almeno in altezza!»
Hai già avuto modo di conoscere i tuoi compagni di serata, Bianca Balti e Nino Frassica?
«Nino lo conosco bene, chissà cosa combineremo insieme su quel palco! Bianca, invece, non l’ho mai incontrata, ma ci siamo scambiati dei messaggi dopo l’annuncio ufficiale di Carlo Conti. Mi sembra dolcissima e ironica, perfetta per questa avventura!»
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Carlo Conti ti ha lasciato libertà creativa?
«Assolutamente sì! Mi ha dato carta bianca. Avevo proposto a Carlo di fare un duetto con Adam, il cantante kazako che con Zhurek ha raggiunto più di 71 milioni di visualizzazioni. Sarebbe stato fantastico! Carlo mi aveva dato l’ok, ma purtroppo Adam era già impegnato durante le date del festival. Pazienza…»
E con i Big in gara, ci sarà spazio per un duetto?
«Non credo. Avrei potuto fare un’eccezione solo l’anno scorso, se me l’avesse chiesto Fiorella Mannoia. Per lei lo avrei fatto. Quest’anno, però, c’è qualcuno che ho a cuore: sicuramente Giorgia. Ha una voce incredibile, di una bellezza rara. Mi piacerebbe presentarla, anche perché l’ho vista crescere: incidevamo per la stessa casa discografica. E poi apprezzo molto Achille Lauro. Se vincesse, potrebbe tornare all’Eurovision da rappresentante dell’Italia. Sarebbe fantastico!»
A proposito di Eurovision, farai di nuovo la telecronaca italiana?ù
«Non lo so ancora. Dopo Sanremo vedremo. Comunque, sono felice che i miei commenti taglienti all’Eurovision abbiano fatto il giro del mondo. Sono stati tradotti in tutte le lingue! Certo, mi sono fatto anche qualche nemico, ma era inevitabile. Se potessi dare giudizi a caldo sui cantanti anche a Sanremo, sarebbe un sogno… Però mi butterebbero fuori! Succederebbe una rivolta!»
Ti piacerebbe ballare sul palco dell’Ariston?
«Certo! Sogno di ballare con Bianca Balti. Sarebbe esilarante e meraviglioso!»
Come vivi le imitazioni che fanno di te?
«Le adoro! Per me è un grande onore. Se Max Giusti arrivasse sul palco di Sanremo mentre sono lì, gli lascerei il posto e mi godrei lo spettacolo. Mi fanno morire dal ridere. Anche Nicola Savino e Massimo Lopez sono bravissimi! Loro mi prendono in giro per la mia pronuncia… A questo punto, potrei parlare in spagnolo durante il festival! Chissà se Conti e Frassica si offrono per la traduzione simultanea!»
Cristiano, ci regali un ultimo pensiero per la tua serata sanremese? «Sanremo è magia pura. Lo affronterò con leggerezza e gioia, perché la musica è felicità. E poi, se cado dalle scale, almeno avrò il tacco giusto per farlo con stile
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025, i cachet di Carlo Conti, co-conduttori e cantanti: chi è il più pagato?
Carlo Conti, direttore artistico e conduttore, è il più pagato con un cachet da 500.000 euro. I co-conduttori riceveranno circa 25.000 euro a testa, mentre ai cantanti spetta un rimborso spese di 53.000 euro per l’intero progetto artistico.
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Curiosità e cifre da capogiro si intrecciano dietro le quinte del Festival di Sanremo 2025. Con il cast ormai definito, l’attenzione si sposta sui compensi dei protagonisti della kermesse musicale più seguita d’Italia. Il più pagato, ovviamente, sarà Carlo Conti, che torna sul palco dell’Ariston non solo come conduttore, ma anche come direttore artistico. Il suo cachet si aggira intorno ai 500.000 euro, una cifra che comprende il lavoro svolto nei mesi precedenti al Festival. Un compenso in linea con quelli percepiti nelle edizioni da lui condotte tra il 2015 e il 2017, quando i suoi guadagni variarono dai 500.000 ai 650.000 euro, con una parte donata in beneficenza.
Più contenuti i compensi dei co-conduttori, scelti per affiancarlo nelle cinque serate. Secondo indiscrezioni, ognuno riceverà circa 25.000 euro, anche se alcuni nomi potrebbero incassare cifre più alte. Tra loro spiccano Gerry Scotti e Antonella Clerici, scelti per la serata inaugurale, seguiti da volti noti dello spettacolo come Bianca Balti, Nino Frassica, Cristiano Malgioglio, Miriam Leone, Elettra Lamborghini, Katia Follesa, Mahmood e Geppi Cucciari. L’ultima serata vedrà invece protagonisti Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi.
Per i cantanti in gara, il Festival prevede il solito indennizzo, fissato a 53.000 euro, una cifra che copre l’intero progetto artistico e non il singolo artista. Il cantante riceve infatti un compenso fisso di 3.000 euro, mentre una parte dei fondi è destinata alla serata dei duetti. Non è previsto un premio in denaro per il vincitore, ma la visibilità offerta dalla competizione si traduce spesso in un successo immediato, con un incremento nelle vendite, negli streaming e nei concerti.
Sanremo, oltre a essere il più importante evento musicale italiano, resta anche un incredibile motore economico. L’indotto pubblicitario di questa edizione potrebbe superare i 50 milioni di euro, con spot da 30 secondi venduti a cifre che toccano i 300.000 euro. Un giro d’affari che, anno dopo anno, conferma il Festival come una macchina perfetta, capace di generare numeri impressionanti tanto nel mondo della musica quanto in quello della pubblicità.
In primo piano
Sanremo 2025, serata duetti: Giorgia e Annalisa favorite, ma occhio alle sorprese
Venerdì 14 febbraio il Festival di Sanremo celebra le cover con la serata dei duetti. Giorgia e Annalisa dominano le quote, ma nella lunga lista di esibizioni ci sono outsider da non sottovalutare. E qualcuno sembra già fuori dai giochi.
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Manca sempre meno alla serata delle cover, appuntamento fisso del venerdì al Festival di Sanremo, e i bookmaker hanno già stilato la classifica dei favoriti. Giorgia e Annalisa, con la loro interpretazione di Skyfall di Adele, partono da una quota schiacciante: 2,25, la più bassa della lista, segno che il duo tutto al femminile potrebbe portarsi a casa il titolo.
Quest’anno, con Carlo Conti alla direzione artistica, la serata cover non inciderà sulla classifica generale della gara, ma avrà un premio a sé. E proprio per questo il duello sarà ancora più acceso.
Le esibizioni da tenere d’occhio
Se la vetta sembra già occupata, subito dietro troviamo un quintetto di duetti quotati 7,50, tutti con un grande potenziale:
- Massimo Ranieri e i Neri per Caso con Quando di Pino Daniele
- Rocco Hunt e Clementino con Yes, I Know My Way di Pino Daniele
- Irama e Arisa con Say Something di A Great Big World & Christina Aguilera
- Elodie e Achille Lauro con un medley tra A mano a mano di Rino Gaetano e Folle città di Loredana Bertè
- Emis Killa, Lazza e Laura Marzadori con 100 Messaggi di Lazza (prima del ritiro di quest’ultimo a causa delle vicende giudiziarie)
Un mix di nostalgia e sperimentazione, tra evergreen della musica italiana e successi internazionali, che potrebbero mettere in difficoltà la coppia di Giorgia e Annalisa.
Le scommesse azzardate: chi può stupire e chi no
Più si scende nella lista, più le quote si alzano, segnale che i bookmaker danno meno fiducia a certe esibizioni. Tra i duetti considerati meno probabili per la vittoria ci sono:
- Fedez e Marco Masini con Bella stronza (16,00)
- Olly con Goran Bregovic e la Wedding and Funeral Band (Il pescatore di Fabrizio De André, 16,00)
- Brunori SaS con Riccardo Senigallia e Dimartino (L’anno che verrà di Lucio Dalla, 20,00)
- The Kolors e Sal Da Vinci con Rossetto e caffè (25,00)
- Bresh e Cristiano De André con Crêuza de mä (25,00)
Una sorpresa potrebbe arrivare da Fedez e Masini, la cui esibizione su Bella stronza promette di essere esplosiva, sia per il pezzo iconico sia per la curiosità intorno alla partecipazione del rapper.
I “non pervenuti”: le esibizioni con meno chance di vittoria
Per alcuni duetti, invece, la situazione è tutt’altro che promettente. Tra gli artisti dati quasi per spacciati troviamo:
- Clara e Il Volo (The Sound of Silence, 50,00)
- Willie Peyote, Federico Zampaglione e Ditonellapiaga (Un tempo piccolo, 50,00)
- Modà con Francesco Renga (Angelo, 66,00)
- Gaia e Toquinho (La voglia, la pazzia, 66,00)
- Francesco Gabbani e Tricarico (Io sono Francesco, 66,00)
- Marcella Bella con i Twin Violins, ultima in classifica con una quota 100,00, per la sua versione de L’emozione non ha voce di Adriano Celentano
Se il mondo delle scommesse raramente sbaglia, Sanremo ci ha abituati ai colpi di scena, e potrebbe esserci una sorpresa anche nella serata delle cover. Giorgia e Annalisa restano le favorite, ma la gara è aperta: basterà una performance straordinaria per ribaltare i pronostici?
Speciale Festival di Sanremo 2025
Fedez tra rime e citazioni discutibili, Brunori SAS poeta: l’Accademia della Crusca analizza i testi di Sanremo e boccia la banalità del Festival
Mentre la maggior parte dei testi di Sanremo 2024 si perde in strutture ripetitive che mancano di originalità, solo pochi artisti emergono con un linguaggio ricercato e autentico. Il cantautore calabrese domina con un testo raffinato e poetico, tra figure retoriche eleganti e immagini evocative, mentre l’Accademia della Crusca boccia senza appello le liriche più piatte e prevedibili del Festival.
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C’è un testo che si distingue su tutti, è quello di Brunori SAS. Senza discussioni. Parola di Accademia della Crusca, la maggiore autorità nazionale nel campo della lingua italiana. Il professor Lorenzo Coveri, ex docente di linguistica italiana all’Università di Genova, negli anni si è specializzato proprio nel festival e nell’esame dei testi e delle parole della canzoni in gara. E non ha dubbi: il cantautore calabrese – a pari merito con Lucio Corsi – almeno per quest’anno è il top di gamma. Il livello della scrittura, l’intensità delle immagini, la profondità del messaggio: siamo davanti a un vero capolavoro d’autore. Poi, ovviamente, ci sono tutti gli altri.
“Non mi piace distribuire numeri. Intendo voti, non cifre a caso.” Il professore conferma il trend degli ultimi anni. Il Festival non lo ascolta: lo legge. “Valutiamo solo i testi, senza musica” spiega. “Una volta cantati, certe parole assumono un altro significato, a volte migliorano, altre peggiorano. Ma noi li prendiamo nudi e crudi.”
A che punto siamo con questa edizione? “Brani piatti, giudizi piatti. Mi adeguo. Probabilmente il problema è la solita stretta cerchia di autori: una manciata di nomi firma due terzi delle canzoni. Questo porta inevitabilmente a un’omogeneità che rende il tutto monocorde.”
Un’impressione generale? “Un Festival a bassissima gradazione rock. E con pochissimi cantautori: Brunori e Lucio Corsi si salvano. I rapper? Si adattano al mainstream, senza provocazioni. Persino Tony Effe si cimenta in uno stornello innocuo. E il resto – l’80% delle canzoni – è intriso di un linguaggio popolare, colloquiale, senza guizzi particolari. Qualche rara eccezione si distingue.”
Che voto diamo a Conti per le canzoni scelte? “Si colloca nel solco dei cinque anni di Amadeus, cercando di dare spazio a tutti i generi: a ben guardare, però, la quota cantautori è ristretta… Insomma siamo nel pieno del pop: di tutto un pop, potremmo dire. E c’è ben poco da scandalizzarsi. Voto? Dal punto di vista dei testi arriviamo a 6. Ma stiracchiato…”.
Chi emerge? “Brunori SAS, senza dubbi. Gli ho dato 9. Il suo è un testo letterario, ricco di immagini evocative, pieno di figure retoriche raffinate. Nel suo L’Albero delle Noci Brunori, da cantautore classico, celebra, con un testo nettamente autobiografico, l’arrivo della figlia Fiammetta, con invenzioni e immagini molto belle, a parte qualche tratto del passato come rime baciate. Racconta la paternità con sensibilità e profondità.”
Otto anni fa cantava: “In fondo va tutto bene mi basta solo non fare figli”. Contraddizione? “Forse. Ma lo fa con immagini potenti, mai banali: ‘io come sempre canguro tra passato e futuro’, ‘la neve mescolata al miele’. Ha una lingua sontuosa, anche se a tratti scivola nel sentimentalismo.”
E Lucio Corsi? “Una ventata d’aria fresca. Anche lui 9. Ha una scrittura brillante, un uso intelligente del linguaggio giovanile, giochi di parole riusciti. Spiazza e diverte.” Un rapper che ha sorpreso? “Shablo. Gli ho dato un voto alto, tra il 7 e l’8. Originale, fuori dagli schemi, “è interessante soprattutto per i linguisti perché pesca a piene mani nel gergo dell’hip hop: è una street song, tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow, è rap e blues e gin e juice, si gioca anche con le rime in funzione ironica.”
Simone Cristicchi? “Il tema del figlio che si prende cura dei genitori anziani non è particolarmente nuovo. Funzionerà in gara, come lo scorso anno Mr Rain. Commovente, ma non eccezionale. Quasi un 7.”
E Gabbani? “Due volte vincitore, sa stupire. O meglio, sapeva. Stavolta si è rifugiato nell’ottimismo alla Jovanotti, con un testo piatto: la vita, il battito, la routine. Peccato.” Chi invece affonda? “I Modà. Testo pesante, ridondante, più simile a una predica che a una canzone. Versi interminabili e complicati: ‘convivere con il senso di che sarebbe stato’. Risultato? Si fa fatica ad ascoltare. E Marcella Bella non migliora la situazione.”
Marcella Bella? Ma è un’istituzione! “Sì, però quando scrivi: ‘Dici che come me non ne trovi nessuna, sì vabbè poi però lo ripeti ad ognuna’… ecco, se questo è un testo di valore. Voto? 4.” Però la sua è una canzone politica, femminista. “Sì, ma di quel femminismo di facciata, costruito a tavolino.” Elodie? “Voto 5. Testo poverissimo, sembra la trascrizione di una telefonata. Non c’è ritmo, non c’è melodia nelle parole. Speriamo nella musica.”
I favoriti secondo i bookmakers? “Giorgia ha la voce più bella, ma il testo è scolastico. Metafore trite e ritrite, immagini prevedibili. Sufficiente solo per rispetto alla sua carriera. Massimo Ranieri, invece, ha autori illustri, Tiziano Ferro e Nek, eppure il risultato è fiacco. Metafore da dimenticare. 5 politico.” E Olly? “Un 6 stiracchiato. Linguaggio troppo comune, nessun colpo di scena.”
Fedez? “Sei anche a lui, ma per demerito generale. Testo cupo, sulla depressione, con qualche gioco di parole riuscito, ma rime discutibili: ‘carne viva – mente schiva’. Cita Mary Poppins con il cianuro al posto dello zucchero. Boh.” Il duetto con Masini su “Bella stronza” sarà tra i momenti più attesi. “Vedremo se riuscirà a schivare le polemiche. Intanto nella copertina di Tv Sorrisi e Canzoni l’hanno piazzato tra Tony Effe e Achille Lauro. Una coincidenza?”
Una citazione merita Willie Peyote, che in Grazie Ma No Grazie “affronta tempi più impegnati, a sfondo sociale. In genere le canzoni di Sanremo, come i critici hanno notato, quest’anno parlano soprattutto di amore, preferibilmente sfortunato, e di disagio, a anche di depressione, come nel testo di Battito di Fedez. Evidentemente la misura del nostro tempo è proprio questa”.
E Tony Effe? “Serve una nota sul dialetto: sarebbe vietato al Festival, eppure lui col romano, Rocco Hunt col napoletano e Serena Brancale ne fanno ampio uso. Lei dice di omaggiare Pino Daniele, ma dell’omaggio non c’è traccia. Quanto a Tony Effe, niente volgarità, niente provocazioni. Solo una cartolina di Roma per turisti. Voto? 5.”
E Bresh, con La Tana del Granchio: “Con l’aiuto della banca dati Le parole di Sanremo (a cura di Massimo Arcangeli e Luca Pirodda, ndr) possiamo rilevare che tana è apparso una sola volta al festival, in un testo del 1996, e granchio è un hapax, ossia una novità assoluta”. Inedito è anche il titolo Cuoricini dei Coma_cose, “mai usato prima a Sanremo, che sembra anche alludere a un certo understatement rispetto all’inflazionatissimo cuore”.
Una chiusa obbligata: a Sanremo le parolacce sono off-limits. “Eppure ‘fottere’ l’ho trovata in quattro testi. Alla faccia della censura.”
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