Speciale Festival di Sanremo 2025
Perché “Bella stronza” potrebbe scatenare l’inferno e non per quello che credete voi
Il Sanremo’s drama è pronto a essere servito nella serata dei duetti con la coppia Masini-Fedez. Il rapper ha scelto il brano manifesto del cantante toscano che all’epoca fece discutere e che oggi potrebbe avere l’effetto di un asteroide lanciato a tutta velocità sulla Terra.
Correva l’anno 1995 e Marco Masini lanciava Bella stronza con la sua voce graffiata e piena di acuti. Parte del cantautorato “arrabbiato”, che urlava a pieni polmoni la fine di amori tormentati senza usare cuore e amore, ma dardi avvelenati su melodie orecchiabili e godibili, Masini non ha mai lesinato parole durissime nei suoi testi, arrivando persino a mandare a quel paese l’industria discografica con il suo brano forse più bello, Vaffanculo (è storia della TV il divertito
imbarazzo di Pippo Baudo, che a Domenica In nel 1993, lanciò la performance del cantante toscano).
L’accoppiata vincente con Giancarlo Bigazzi
Coerente con il suo stile fin dagli esordi, Masini debuttò a Sanremo con Disperato, grazie alla collaborazione con Giancarlo Bigazzi, che lo aveva già inserito nel team di musicisti autore di colonne sonore di film cult come Mediterraneo, Mery per sempre e Ragazzi fuori. L’anno seguente il cantautore dimostrò il suo grande talento con Perché lo fai, un brano che scosse l’Ariston raccontando una storia ispirata alle cronache del tempo, segnate dalle morti per droga tra i giovanissimi (precursore di questa tematica fu Luca Carboni con la struggente Silvia lo sai, datata 1987).
Scrivo come parlo, diceva ai tempi Masini
Quando Bella stronza arrivò come una tormenta nelle radio, si sollevò il classico polverone, più per la forma che per i contenuti. Bigazzi, che aveva scritto il brano con il cantante, dichiarò: «Nessuna furbizia. Sotto sotto c’è invece la poesia». Masini, dal canto suo, spiegò: «Sono una persona sincera, che non interpreta un personaggio ma dice sempre quello che prova. Io scrivo canzoni esattamente come parlo. Oggi il linguaggio che parliamo noi ragazzi è questo. E poi mi chiedo: esiste davvero qualcuno che non dice nemmeno una parolaccia al giorno?». Aggiunse poi: «Spero che non ci si fermi a due parole, ma si ascolti tutto per intero, prima di giudicare sul serio». A riportare oggi alla ribalta quella canzone è Fedez, che ha deciso di usarla come un’arma carica, pronta a sparare dal palco di Sanremo.
La serata, attesissima, dei duetti
Il testo, al di là del turpiloquio, è un pugno nello stomaco, destinato a impattare sull’epoca del politically correct come un asteroide lanciato a tutta velocità sulla Terra. L’Ariston si trasformerà, nella serata dei duetti, in una gigantesca radio, di quelle a cui un tempo si telefonava per dedicare un brano a una persona speciale. I tormenti del giovane Fedez – innamorato perdutamente non della ex consorte Ferragni, ma di una rampolla della Milano stra-bene, che lo tiene sul filo da anni e che quasi gli fece saltare le nozze più instagrammate del mondo – troveranno asilo negli amplificatori del festival più extra popular d’Italia. Torrioni perfetti per scoccare una freccia che, se non destinata a uccidere, quantomeno a ferire.
Bella stronza
che hai distrutto tutti i sogni della donna che ho tradito,
che mi hai fatto fare a pugni con il mio migliore amico
e ora mentre vado a fondo
tu mi dici sorridendo: ne ho abbastanza
Il brano di Masini calza come un guanto sulle ultimissime vicende del rapper, che – stando alle indiscrezioni – avrebbe tentato il suicidio dopo essere stato scaricato dalla bella fidanzata unofficial (nel frattempo tornata dall’ex, imprenditore di successo), proprio prima di salire sul palco di Sarà Sanremo lo scorso dicembre. Bella stronza non sarà cantata integralmente, ma non è chiaro se il taglio interesserà anche la parte più forte della canzone, quella in cui Masini, all’apice della disperazione, grida:
Mi verrebbe di strapparti
quei vestiti da puttana
e tenerti a gambe aperte
finché viene domattina.
Ma di questo nostro amore
così tenero e pulito
non mi resterebbe altro
che un lunghissimo minuto di violenza
Il dramma perfetto, che incastra realtà e finzione, è pronto per essere servito su un vassoio d’argento, scodellato nei giri di gossip e condito dalla colonna sonora ideale. C’è solo da chiedersi quale testa sarà offerta in dono ai televoraci travestiti da Salomè. Attenzione: potrebbe essere la nostra.
Alessia Principe