Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo 2025: Gabry Ponte firma il nuovo jingle del Festival, riuscirà a far dimenticare Perché Sanremo è Sanremo?
La nuova sigla di Sanremo, Tutta l’Italia, ha un ritmo dance firmato Gabry Ponte: mix di fisarmonica, tamburello e beat elettronico. Sarà il nuovo tormentone? Il dj torinese trasforma il jingle del Festival in una hit dance che promette di far ballare tutta l’Italia. Ma potrà mai sostituire il mitico Perché Sanremo è Sanremo di Pippo Caruso?
Il Festival di Sanremo è alle porte e Carlo Conti si prepara a tornare sul palco dell’Ariston per la 75esima edizione, a otto anni dall’ultima sua conduzione nel 2017. Tra novità e ritorni, l’atmosfera del Festival quest’anno punta a mescolare tradizione e modernità, con uno sguardo rivolto alle nuove generazioni.
Tra le novità più chiacchierate c’è sicuramente la nuova sigla del Festival, affidata alle mani esperte di Gabry Ponte. Il dj e produttore torinese, famoso per le sue hit dance, ha composto un jingle tutto da ballare, intitolato Tutta l’Italia, che promette di scuotere il pubblico dell’Ariston e gli spettatori a casa con un mix di musica elettronica, mandolino e pizzica salentina.
Gabry Ponte ha deciso di unire sonorità dance a strumenti della tradizione italiana come la fisarmonica e il tamburello, creando una sigla che strizza l’occhio sia agli amanti della musica elettronica sia a chi preferisce i richiami folk. Il risultato è un jingle orecchiabile e scanzonato, con il ritornello “Tutta l’Italia, tutta l’Italia, lasciateci ballare con un bicchiere in mano”, che punta a diventare il nuovo tormentone del Festival.
L’ispirazione sembra riprendere il trend dell’ultima edizione di Sanremo, che ha celebrato i ritmi anni ’80 e ’90 durante la serata dei duetti. Gabry Ponte aggiunge però il suo tocco personale, creando una sigla che, tra beat elettronici e richiami alle danze popolari, promette di far ballare l’Italia intera.
Da quando Pippo Baudo lo introdusse nel 1995, il jingle Perché Sanremo è Sanremo, composto dal maestro Pippo Caruso, è diventato un simbolo del Festival e una frase di rito per ogni sanremese che si rispetti. Nel 1996, la versione definitiva del jingle, cantata da Rudy Neri dei Prefisso, è entrata nel gergo popolare con il suo inconfondibile Parappappapapparà, che ancora oggi viene canticchiato da chiunque parli di Sanremo.
Sostituire una sigla così iconica sarà un’impresa difficile, e forse nemmeno Gabry Ponte ha l’ambizione di riuscirci. Ma c’è da scommettere che Tutta l’Italia troverà comunque spazio nei cuori degli spettatori, aggiungendo un nuovo capitolo alla storia delle sigle del Festival.
La risposta sembra essere sì. Perché Sanremo è Sanremo è ormai scolpito nella memoria collettiva, ma Tutta l’Italia ha il potenziale per diventare un tormentone parallelo, una colonna sonora che potrebbe accompagnare i momenti più spensierati del Festival.
E chissà, magari nelle prossime edizioni ci ritroveremo a cantare entrambi: un omaggio alla tradizione, ma con un tocco di modernità che solo Gabry Ponte poteva dare. Tutta l’Italia, preparati a ballare.