Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo o addio? Fedez sotto assedio, i rumors sul ritiro non si fermano
Travolto da scandali, polemiche e tensioni personali, il rapper si prepara a salire sul palco dell’Ariston, ma i rumors parlano di un possibile ritiro in corsa. Il team smentisce, ma l’incertezza resta: riuscirà a reggere la pressione o sarà costretto ad abbandonare prima della finale?
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Fedez si ritira da Sanremo? Il suo team smentisce, ma le voci continuano a inseguirlo, quasi fossero l’ennesima ombra che si allunga su un anno già nero. Un’assenza che aleggia nell’aria, un’ipotesi che si fa sempre più concreta tra i bisbigli di chi scommette che non reggerà la pressione. I rumors si rincorrono: c’è chi dice che lascerà prima ancora dell’11 febbraio, chi è pronto a giurare che dopo la prima serata mollerà tutto, lasciando il palco dell’Ariston con un addio silenzioso.
Da settimane il gossip non gli dà tregua. Non si parla più della sua musica, ma della sua vita privata, degli scandali, delle dichiarazioni al veleno, degli attacchi che arrivano da ogni direzione. Prima Fabrizio Corona, con le sue rivelazioni su Angelica Montini e la presunta relazione extraconiugale risalente al 2018, poi la replica dura di Chiara Ferragni, che non ha nascosto la delusione per l’ennesima umiliazione pubblica. E, in mezzo a tutto questo, lui. Fedez. Sempre più isolato, sempre più chiuso in un silenzio che pesa come un macigno.
Dalla sua partecipazione a Sanremo ci si aspettava un ritorno in grande stile, la possibilità di riprendersi la scena, di rimettere la musica al centro. Ma la realtà è stata ben diversa: l’Ariston sembra ormai solo lo sfondo di un dramma personale che non conosce tregua. E proprio mentre si avvicina la data fatidica, ecco che i dubbi crescono. Se ne parla nei salotti televisivi, sui social, tra i giornalisti accreditati: Fedez potrebbe davvero ritirarsi?
Secondo alcuni esperti del settore, il rapper sarebbe sull’orlo di una crisi definitiva. La pressione mediatica, l’attenzione morbosa su ogni sua mossa, la paura di essere accolto più dai fischi che dagli applausi. Tutto potrebbe spingerlo a fare un passo indietro. A La volta buona, Rossella Erra ha lanciato un’indiscrezione pesante: «Si dice che Fedez potrebbe fare solo la prima serata e poi basta. Un ritiro in corsa, potrebbe non continuare». Parole che hanno fatto subito il giro del web, accendendo ancora di più le speculazioni.
Domenico Marocchi ha provato a spegnere le fiamme del gossip, smentendo tutto: «Fedez ha già fatto le prove per la sua esibizione e anche per la serata delle cover, quando canterà Bella str**za con Marco Masini». Un segnale chiaro, un modo per dire che il rapper è pronto, che sarà sul palco fino alla fine. Eppure, la certezza ancora non c’è.
Gabriele Parpiglia ha alimentato ulteriormente il dubbio parlando di un possibile ritiro collegato al clamore mediatico che lo ha travolto. Troppe domande sulla sua vita privata, troppe attenzioni lontane dalla musica. «Se dovesse essere accolto dai fischi, se i giornalisti si concentrassero più sul gossip che sulla sua esibizione, non è da escludere che possa davvero ritirarsi dal Festival». Una previsione che lascia aperto ogni scenario.
La verità è che in questo momento Fedez è una figura fragile. Il 2024 lo ha piegato su tutti i fronti: il matrimonio distrutto, la sua immagine compromessa, una battaglia personale che lo ha svuotato di energia. Da uomo di spettacolo e provocatore instancabile, si è trasformato in un bersaglio costante. Ogni suo errore, ogni sua debolezza viene amplificata e messa in pasto al pubblico. E lui, che una volta affrontava tutto con ironia e sarcasmo, adesso sembra esserne schiacciato.
Il suo team assicura che sarà sul palco, che non ha intenzione di lasciare, che le voci di un ritiro sono solo illazioni. Ma resta una sensazione di precarietà, il timore che qualcosa possa cambiare all’ultimo momento. Un Sanremo difficile, forse il più difficile della sua carriera. Un Sanremo che potrebbe diventare il suo ritorno in grande stile… o il colpo di grazia definitivo.
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Fedez tra rime e citazioni discutibili, Brunori SAS poeta: l’Accademia della Crusca analizza i testi di Sanremo e boccia la banalità del Festival
Mentre la maggior parte dei testi di Sanremo 2024 si perde in strutture ripetitive che mancano di originalità, solo pochi artisti emergono con un linguaggio ricercato e autentico. Il cantautore calabrese domina con un testo raffinato e poetico, tra figure retoriche eleganti e immagini evocative, mentre l’Accademia della Crusca boccia senza appello le liriche più piatte e prevedibili del Festival.
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e c’è un testo che si distingue su tutti, è quello di Brunori SAS. Senza discussioni. Parola di Accademia della Crusca, la maggiore autorità nazionale nel campo della lingua italiana. Il professor Lorenzo Coveri, ex docente di linguistica italiana all’Università di Genova, negli anni si è specializzato proprio nel festival e nell’esame dei testi e delle parole della canzoni in gara. E non ha dubbi: il cantautore calabrese – a pari merito con Lucio Corsi – almeno per quest’anno è il top di gamma. Il livello della scrittura, l’intensità delle immagini, la profondità del messaggio: siamo davanti a un vero capolavoro d’autore. Poi, ovviamente, ci sono tutti gli altri.
“Non mi piace distribuire numeri. Intendo voti, non cifre a caso.” Il professore conferma il trend degli ultimi anni. Il Festival non lo ascolta: lo legge. “Valutiamo solo i testi, senza musica” spiega. “Una volta cantati, certe parole assumono un altro significato, a volte migliorano, altre peggiorano. Ma noi li prendiamo nudi e crudi.”
A che punto siamo con questa edizione? “Brani piatti, giudizi piatti. Mi adeguo. Probabilmente il problema è la solita stretta cerchia di autori: una manciata di nomi firma due terzi delle canzoni. Questo porta inevitabilmente a un’omogeneità che rende il tutto monocorde.”
Un’impressione generale? “Un Festival a bassissima gradazione rock. E con pochissimi cantautori: Brunori e Lucio Corsi si salvano. I rapper? Si adattano al mainstream, senza provocazioni. Persino Tony Effe si cimenta in uno stornello innocuo. E il resto – l’80% delle canzoni – è intriso di un linguaggio popolare, colloquiale, senza guizzi particolari. Qualche rara eccezione si distingue.”
Che voto diamo a Conti per le canzoni scelte? “Si colloca nel solco dei cinque anni di Amadeus, cercando di dare spazio a tutti i generi: a ben guardare, però, la quota cantautori è ristretta… Insomma siamo nel pieno del pop: di tutto un pop, potremmo dire. E c’è ben poco da scandalizzarsi. Voto? Dal punto di vista dei testi arriviamo a 6. Ma stiracchiato…”.
Chi emerge? “Brunori SAS, senza dubbi. Gli ho dato 9. Il suo è un testo letterario, ricco di immagini evocative, pieno di figure retoriche raffinate. Nel suo L’Albero delle Noci Brunori, da cantautore classico, celebra, con un testo nettamente autobiografico, l’arrivo della figlia Fiammetta, con invenzioni e immagini molto belle, a parte qualche tratto del passato come rime baciate. Racconta la paternità con sensibilità e profondità.”
Otto anni fa cantava: “In fondo va tutto bene mi basta solo non fare figli”. Contraddizione? “Forse. Ma lo fa con immagini potenti, mai banali: ‘io come sempre canguro tra passato e futuro’, ‘la neve mescolata al miele’. Ha una lingua sontuosa, anche se a tratti scivola nel sentimentalismo.”
E Lucio Corsi? “Una ventata d’aria fresca. Anche lui 9. Ha una scrittura brillante, un uso intelligente del linguaggio giovanile, giochi di parole riusciti. Spiazza e diverte.” Un rapper che ha sorpreso? “Shablo. Gli ho dato un voto alto, tra il 7 e l’8. Originale, fuori dagli schemi, “è interessante soprattutto per i linguisti perché pesca a piene mani nel gergo dell’hip hop: è una street song, tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow, è rap e blues e gin e juice, si gioca anche con le rime in funzione ironica.”
Simone Cristicchi? “Il tema del figlio che si prende cura dei genitori anziani non è particolarmente nuovo. Funzionerà in gara, come lo scorso anno Mr Rain. Commovente, ma non eccezionale. Quasi un 7.”
E Gabbani? “Due volte vincitore, sa stupire. O meglio, sapeva. Stavolta si è rifugiato nell’ottimismo alla Jovanotti, con un testo piatto: la vita, il battito, la routine. Peccato.” Chi invece affonda? “I Modà. Testo pesante, ridondante, più simile a una predica che a una canzone. Versi interminabili e complicati: ‘convivere con il senso di che sarebbe stato’. Risultato? Si fa fatica ad ascoltare. E Marcella Bella non migliora la situazione.”
Marcella Bella? Ma è un’istituzione! “Sì, però quando scrivi: ‘Dici che come me non ne trovi nessuna, sì vabbè poi però lo ripeti ad ognuna’… ecco, se questo è un testo di valore. Voto? 4.” Però la sua è una canzone politica, femminista. “Sì, ma di quel femminismo di facciata, costruito a tavolino.” Elodie? “Voto 5. Testo poverissimo, sembra la trascrizione di una telefonata. Non c’è ritmo, non c’è melodia nelle parole. Speriamo nella musica.”
I favoriti secondo i bookmakers? “Giorgia ha la voce più bella, ma il testo è scolastico. Metafore trite e ritrite, immagini prevedibili. Sufficiente solo per rispetto alla sua carriera. Massimo Ranieri, invece, ha autori illustri, Tiziano Ferro e Nek, eppure il risultato è fiacco. Metafore da dimenticare. 5 politico.” E Olly? “Un 6 stiracchiato. Linguaggio troppo comune, nessun colpo di scena.”
Fedez? “Sei anche a lui, ma per demerito generale. Testo cupo, sulla depressione, con qualche gioco di parole riuscito, ma rime discutibili: ‘carne viva – mente schiva’. Cita Mary Poppins con il cianuro al posto dello zucchero. Boh.” Il duetto con Masini su “Bella stronza” sarà tra i momenti più attesi. “Vedremo se riuscirà a schivare le polemiche. Intanto nella copertina di Tv Sorrisi e Canzoni l’hanno piazzato tra Tony Effe e Achille Lauro. Una coincidenza?”
Una citazione merita Willie Peyote, che in Grazie Ma No Grazie “affronta tempi più impegnati, a sfondo sociale. In genere le canzoni di Sanremo, come i critici hanno notato, quest’anno parlano soprattutto di amore, preferibilmente sfortunato, e di disagio, a anche di depressione, come nel testo di Battito di Fedez. Evidentemente la misura del nostro tempo è proprio questa”.
E Tony Effe? “Serve una nota sul dialetto: sarebbe vietato al Festival, eppure lui col romano, Rocco Hunt col napoletano e Serena Brancale ne fanno ampio uso. Lei dice di omaggiare Pino Daniele, ma dell’omaggio non c’è traccia. Quanto a Tony Effe, niente volgarità, niente provocazioni. Solo una cartolina di Roma per turisti. Voto? 5.”
E Bresh, con La Tana del Granchio: “Con l’aiuto della banca dati Le parole di Sanremo (a cura di Massimo Arcangeli e Luca Pirodda, ndr) possiamo rilevare che tana è apparso una sola volta al festival, in un testo del 1996, e granchio è un hapax, ossia una novità assoluta”. Inedito è anche il titolo Cuoricini dei Coma_cose, “mai usato prima a Sanremo, che sembra anche alludere a un certo understatement rispetto all’inflazionatissimo cuore”.
Una chiusa obbligata: a Sanremo le parolacce sono off-limits. “Eppure ‘fottere’ l’ho trovata in quattro testi. Alla faccia della censura.”
Speciale Festival di Sanremo 2025
Lo “ius Parietti”: Alba rivendica il diritto alla prima fila al Festival di Sanremo
Alba Parietti, storica presenza del Festival, si sfoga: “Privata di un mio diritto fondamentale”. Dopo anni in prima fila, la conduttrice chiede di essere riconosciuta come “poltronista a vita” e lancia una petizione per il suo ritorno.
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Fino a poco tempo fa, le certezze della vita erano due: a febbraio c’era Sanremo e in prima fila all’Ariston c’era Alba Parietti. Un binomio inscindibile, almeno fino a quando qualcosa si è incrinato.
Perché da due anni la Parietti non siede più sotto il palco, e la cosa – inutile dirlo – non è passata inosservata, tanto che la diretta interessata ha deciso di affrontare la questione con la giusta dose di ironia e indignazione.
Ospite a Che Tempo Che Fa, la showgirl ha raccontato la sua “ingiusta retrocessione”. Prima spedita in seconda fila (orrore!), poi addirittura costretta a guardare il Festival da casa. Un affronto che Alba non intende più tollerare. E così, ha lanciato una petizione per riprendersi il suo posto d’onore: “Sono due anni che vengo privata di un mio diritto fondamentale”.
Poltronista a vita: il Festival senza Alba? Una grave anomalia
Non si tratta solo di un vezzo, ma di una questione di tradizione. Alba Parietti ha condotto il Festival nel 1992 accanto a Pippo Baudo, è stata la regina del DopoFestival nel 1993 con Magalli, Dagospia e Marta Marzotto, e ha replicato nel 2004 con Bruno Vespa. Insomma, il suo rapporto con Sanremo è più che consolidato.
Eppure, negli ultimi anni, il colpo di scena: le è stata tolta la storica poltrona in prima fila. A Un Giorno da Pecora ha rincarato la dose: “Non capisco perché, voglio il mio posto. Sono poltronista a vita”. Un diritto acquisito, insomma.
Il pubblico sanremese è pronto alla rivolta? Il 2025 segnerà il ritorno della Parietti nelle posizioni che le spettano? Nel dubbio, Alba ha già piantato la bandiera: lo ius Parietti è ufficialmente stato rivendicato.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Ascolta la canzone che Emis Killa doveva portare a Sanremo (audio)
Nonostante il rapper si sia ritirato dalla gara sanremese per la complicazione della sua posizione nell’inchiesta sulle curve milanesi, la canzone che avrebbe dovuto presentare in gara è uscita comunque!
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A pochi giorni dall’annuncio del ritiro da Sanremo 2025, dopo aver cancellato tutti i post social che riguardavano la sua partecipazione alla kermesse ligure, Emis Killa è ritornato con un messaggio su Instagram per annunciare l’uscita del suo brano sanremese. Demoni è stato pubblicato stanotte, come suggerisce la didascalia: “MENO PAROLE + MUSICA. ‘DEMONI’ FUORI ALLA 1:00”.
Una foto simbolica accompagna il brano
La foto che accompagna l’annuncio dell’uscita della canzone ritrae il rapper con l’indice davanti alle labbra a indicare il silenzio: una risposta simbolica alle insinuazioni sul suo coinvolgimento nell’inchiesta Doppia Curva e al botta e risposta social con il Capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.
Dedicato a tutti quelli che avevano pensato che Demoni, il brano in concorso al Festival di Sanremo 2025, non sarebbe uscito. La canzone, scritta e prodotti in collaborazione con Nicola Lazzarin, Mattia Cerri e Federica Abbate, infatti, ha visto la luce. Un modo per non cancellare tutto il lavoro fatto negli ultimi mesi, che l’hanno visto protagonista anche con l’appuntamento dello scorso 2 settembre a Fiera Milano Live, dove aveva festeggiato i 15 anni di carriera.
Ora i fan vorrebbero sentire anche il duetto con Lazza
Sarà curioso capire adesso, se avrà la possibilità di registrare anche la cover che avrebbe portato nella serata dei duetti. Quella versione di 100 messaggi, eseguita insieme all’autore originale e amico Lazza, Laura Marzadori e Aleksander Zielins. I fan la stanno richiedendo a gran voce: verranno accontentati?
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