Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo, un Festival senza sorprese. Solo Jovanotti ci salva dall’effetto déjà vu
La triade Conti-Clerici-Scotti gioca sul sicuro, mentre Alessandro Cattelan promette cazzeggio al Dopofestival. Il Festival, però, sembra arrancare dietro l’innovazione: troppa tradizione e poco coraggio. E già si discute sulla durata delle canzoni e sulle presunte censure.
Primo giorno di Festival, inutile dire che ci aspettiamo grandi cose. Per questa sera il piatto forte rimane Jovanotti. Siamo in grado di anticiparvi che si esibirà davanti all’ingresso dell’Ariston con una moltitudine di musicisti tra batteristi, percussionisti, bassisti. Occuperà vari spazi del teatro.
Intanto la rassicurante triade composta da Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti si mantengono ingessati sulle dichiarazioni legate allo show, a parte un racconto d’infanzia molto toccante da parte del primo, che in conferenza ha ricordato il suo passato difficile per via dell’assenza del padre.
Ci accorgiamo che in questa edizione, per ora, manca un elemento base: la curiosità. Sulla carta è un festival che si affronta come un rito collettivo, ma senza suspence, senza misteri, anzi, con troppe certezze. Si spera nel colpo di scena inaspettato. Paradossalmente, anche una scivolata dalle scale è diventato un elemento di cui chiacchierare.
In conferenza, Alessandro Cattelan, conduttore del Dopofestival ha parlato del significato dello storico format di cui è al timone, tornato quest’anno: «Vogliamo regalare un momento di decompressione e di cazzeggio, abbiamo tutto ciò che serve per provare a fare qualcosa di divertente».
Intanto ecco l’ordine d’uscita dei cantanti di questa sera, martedì 11 febbraio: Gaia, Francesco Gabbani, Rkomi, Noemi, Irama, Coma Cose, Simone Cristicchi, Marcella Bella, Achille Lauro, Giorgia, Willie Peyote, rose Villain, Olly, Elodie, Shablo ft Gué Joshua, Massimo Ranieri, Tony Effe, Serena Brancale, Brunori Sas, Modà, Clara, Lucio Corsi, Fedez, Bresh, Sarah Toscano, Joan Thiele, Rocco Hunt, Francesca Michielin, The Kolors.
Poi, spiace dirlo, ma è un festival tradizionalista che si forza di stare al passo con i tempi. Ma lo sforzo è innaturale e evidente. Simona Sala, direttrice di Radio 2, ha fatto il punto sulle presunte censure dell’emittente nei confronti di rapper dai testi sessisti e violenti, in particolare di Tony Effe. «Nessuna censura, ma determinati cantanti non li passiamo, né certe canzoni, stiamo molto attenti a questo. Sarebbe bello intervistare tutti questi cantanti, capire da dove prendano quel tipo di insulti, soprattutto rispetto alle donne». Non avevamo dubbi che le posizioni fossero tali. E ancora «Sesso e Samba l’abbiamo passata, quelle di prima no – aggiunge riferendosi sempre al rapper romano – ed è interessante capire la sua evoluzione, addirittura verso il califanese”.
Polemica anche sulla durata delle canzoni, il brano di Brunori sfora i 3:30 minuti intesi come limite massimo da regolamento. Conti chiarisce: «Per me le canzoni devono essere brevi, ma tutti d’accordo abbiamo deciso che il limite potesse essere leggermente sforato. Non siamo così fiscali».
Intanto i tecnici sono tutti in attesa dei dati di ascolto di domani. Ma Conti mette le mani avanti «Nessuna sfida con Amadeus, i suoi dati sono imbattibili. Ha fatto un lavoro incredibile, straordinario». Riuscirà la Rai a mantenere la media dello scorso anno di 10, 8 milioni?