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Blue Moon riapre il caso Kercher, con Amanda Knox alla produzione: Perugia protesta , la sindaca chiede scusa

Un ritorno che molti vivono come un affronto: Amanda Knox dirige e produce la serie sul delitto di Perugia. I cittadini e la famiglia di Meredith insorgono contro la spettacolarizzazione del crimine e chiedono rispetto per la memoria della giovane vittima.

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    “Voglio chiederti scusa, Perugia mia”: con queste parole la sindaca Vittoria Ferdinandi ha tentato di placare l’incendio di polemiche che si è acceso nella città da quando sono iniziate le riprese della serie Blue Moon. Il progetto, una produzione internazionale targata Hulu, ripercorre il delitto di Meredith Kercher, ma questa volta visto dagli occhi di Amanda Knox, che non solo ne è protagonista, ma vi partecipa anche come produttrice esecutiva. Una scelta che per molti ha il sapore di un’invasione, di un ritorno beffardo nel cuore ferito di una città che non ha mai dimenticato quel delitto. Knox non è certo un volto neutrale per Perugia, eppure eccola di nuovo lì, in veste di “autrice” di un film che rivisita la storia proclamando a gran voce la sua innocenza, come se il capitolo su quel terribile delitto fosse chiuso per tutti e la verità univoca.

    “Anche io ho fatto parte di quel dolore,” scrive Ferdinandi nella sua lettera aperta ai concittadini, rievocando una Perugia “piena di vita e di meraviglia” e i suoi giorni da studentessa, gli stessi in cui Meredith viveva i suoi, strappati poi da un crimine brutale. E ora la sindaca si trova, parole sue, a dover bilanciare “un’idea forse troppo audace di promozione turistica” con la sensibilità di chi non ha mai dimenticato. Come se fosse possibile fare promozione turistica sul sangue di una povera ragazza, Meredith Kercher, sgozzata la notte di Halloween.

    Amanda Knox, arrestata a vent’anni insieme al fidanzato Raffaele Sollecito, condannata in primo grado e infine assolta dalla Cassazione, rientra così a Perugia non come semplice spettatrice della propria vicenda, ma come produttrice di un film che è quasi un manifesto di innocenza postuma. È un ritorno che lascia dietro di sé uno strascico di domande irrisolte e uno sguardo sospettoso dell’opinione pubblica. Perché l’Italia, con tutto il caos del suo sistema giudiziario e un processo che per anni ha tenuto banco tra annullamenti e ricorsi, l’ha assolta, certo, ma senza riabilitarla. Condannata dopo 6 anni di carcere e processi, ha sempre negato tutto, a differenza dell’unico riconosciuto colpevole, quel Rudy Guede, condannato a 16 anni per omicidio in concorso con altri. Altri che, secondo gli inquirenti, avevano il volto angelico della Knox e del suo fidanzato italiano. Un’innocenza a metà, quindi, costruita più su quello che l’accusa non era riuscita a provare che su prove di non colpevolezza vere e proprie. Un’Amanda, insomma, giudizialmente “scagionata”, ma mai davvero innocente agli occhi degli italiani.

    Per molti, oggi, vederla rientrare a Perugia pronta a raccontare il delitto “dalla sua parte”, è una beffa difficile da mandar giù. Una serie che, nei toni e nelle anticipazioni, lascia trasparire un’immagine dell’Italia non certo edificante, in cui la giustizia appare traballante, confusa e inefficace. Perché allora, ci si domanda, accogliere una troupe a Perugia e benedire un progetto che sembra voler riaprire ferite mai chiuse?

    Ma gli abitanti di Perugia non si sono fatti intimidire: hanno fatto sentire la propria voce appendendo striscioni inequivocabili come “Rispetto per Meredith”, e anche i familiari della vittima, seppur con discrezione, hanno manifestato il loro disagio. Il legale della famiglia si è detto “incapace di capire il senso di questa serie”, mentre Patrick Lumumba, l’uomo inizialmente accusato dalla stessa Knox e poi scagionato, ha espresso il suo sconcerto: “Amanda, sebbene condannata per calunnia, non ha mai risarcito il danno che le sue dichiarazioni hanno causato alla mia vita”.

    Di fronte a una situazione sempre più tesa, la sindaca ha provato a giustificarsi, sostenendo che bloccare la produzione sarebbe stato impossibile e che, ospitando le riprese, si poteva almeno mantenere un “elemento di maggiore garanzia e controllo” sulla narrazione. “La città verrà raccontata per quello che è, un luogo pieno di vita… lo abbiamo chiesto e ottenuto da contratto.” Ma alla fine della lettera, la Ferdinandi cede e ammette: “Chiedo scusa a chi si è sentito tradito da questa scelta… ma per tutelare l’immagine della città ho perso di vista le persone, il dolore vivo nella loro carne.” Un’ammissione che suona tanto come una sentenza.

    Questa vicenda ha evocato inevitabilmente quanto accaduto recentemente ad Avetrana, la cittadina pugliese teatro del delitto di Sarah Scazzi, che ha lottato contro una fiction pronta a portare di nuovo sotto i riflettori la tragedia. La battaglia del sindaco Antonio Iazzi, però, è stata ben diversa: non tanto contro la produzione, quanto contro l’utilizzo del nome stesso di Avetrana come titolo della serie. Il sindaco ha denunciato l’impatto che questo titolo avrebbe avuto, trasformando la città in un marchio tragico, in un simbolo di cronaca nera. Una battaglia che ha portato in tribunale, chiedendo e ottenendo la rettifica del titolo. Il giudice del Tribunale di Taranto, Antonio Attanasio, ha imposto alla produzione Walt Disney Italia e Groenlandia srl di modificare il nome della miniserie, che ora va in onda come Qui non è Hollywood. Una vittoria per Avetrana, una lezione che sembra aver protetto l’identità della città.

    La sindaca Ferdinandi, con la sua lettera, prova a fare un passo indietro e a chiudere la polemica, ma la questione resta viva e attuale: dove finisce la memoria e inizia la “narrazione commerciale” del crimine? A Perugia, Blue Moon è percepito come un’operazione di “cannibalismo mediatico”, per usare le stesse parole della sindaca. È come se il “circo” mediatico non si fosse mai davvero allontanato dalla città, trasformando un crimine atroce in un nuovo spettacolo per il grande pubblico.

    La differenza tra Perugia e Avetrana, quindi, non è solo questione di scelta, ma di strategia. Avetrana ha protetto il proprio nome e la propria dignità; Perugia ha deciso di aprire le porte sperando di controllare la narrazione. Un compromesso che si è rivelato più fragile di quanto immaginato, in una città che oggi si ritrova di nuovo sotto i riflettori per la sua vicenda più dolorosa, sospesa tra il rispetto per Meredith e un progetto che sembra voler scavare, ancora una volta, nelle sue ferite.

      Televisione

      Il Grande Fratello vittima sacrificale: tensioni tra Signorini e Berlusconi, e l’ombra di Maria De Filippi pronta a rivoluzionare il reality

      Tra ascolti in caduta libera e una sfida impossibile contro Ballando con le stelle, il GF potrebbe diventare lo strumento per una silenziosa resa dei conti tra Alfonso Signorini e Pier Silvio Berlusconi. E intanto si fa strada l’onnipresente Maria De Filippi che potrebbe prendersi tutta la posta in gioco.

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        C’erano una volta i fasti del Grande Fratello. La casa, le telecamere, le dinamiche che tenevano incollati milioni di spettatori. Il pubblico aspettava con ansia i confessionali, le litigate epocali e le storie d’amore improbabili che, tra lacrime e urla, riuscivano comunque a far sognare. Ora? Il reality di Canale 5 sembra più un castello di sabbia sul punto di essere spazzato via da una mareggiata, con ascolti stagnanti e una direzione creativa che fatica a trovare una bussola.

        Dopo un debutto promettente, gli ascolti si sono rapidamente stabilizzati su numeri poco entusiasmanti, con una media del 17,96% di share. Certo, nulla che possa essere definito un disastro totale, ma neanche lontanamente vicino al successo di un tempo. Ma il problema più grande non è solo lo scarso appeal del programma: il reality potrebbe essere diventato il bersaglio di una partita ben più complessa giocata dietro le quinte, con Pier Silvio Berlusconi che sembra aver perso la pazienza con Alfonso Signorini, e Maria De Filippi pronta a prendersi la scena.

        Non è un mistero che tra Alfonso Signorini, direttore di Chi e volto storico del reality, e Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, il rapporto sia, per usare un eufemismo, teso. L’ultima goccia sembra essere stata la vicenda delle foto di Gennaro Sangiuliano con Maria Rosaria Boccia: immagini acquistate e poi ritirate da Chi, il magazine diretto da Signorini.

        Secondo i rumor, dietro questa mossa ci sarebbe stato un do ut des poco chiaro tra il direttorissimo e il ministro. Un comportamento che non è stato affatto gradito nei piani alti di Mediaset e che avrebbe creato attriti persino con Giorgia Meloni, una delle figure politiche più vicine ai Berlusconi.

        Ma le tensioni non si fermano qui. Da tempo, Signorini è accusato di aver trasformato il Grande Fratello in un terreno troppo personale, perdendo di vista le esigenze di rete e, soprattutto, del pubblico. Pier Silvio, che ha spinto per una linea editoriale più pulita e meno trash, sembra ormai deciso a ridimensionare il conduttore.

        Come se non bastasse, il Grande Fratello si trova ora a dover fronteggiare una sfida quasi impossibile: il doppio appuntamento settimanale, che lo porterà al sabato sera, dove dovrà vedersela con Ballando con le stelle. Un confronto impari, considerando i precedenti.

        Lo scorso anno, il reality fu asfaltato da Milly Carlucci, con una differenza di share che arrivò a toccare i 10 punti percentuali. Quest’anno la situazione potrebbe essere ancora più disastrosa, complice un cast di concorrenti che non ha saputo catturare l’interesse del pubblico e dinamiche di gioco che sembrano artificiose e poco autentiche.

        C’è chi vede in questa mossa una scelta calcolata da parte di Pier Silvio Berlusconi: mandare il GF allo sbaraglio contro una corazzata come Ballando con le stelle per affondare definitivamente gli ascolti e rendere inevitabile un cambio di rotta. Insomma, un sacrificio strategico per liberare la strada a un rinnovamento radicale del format.

        Ed è proprio qui che entra in scena Maria De Filippi. Secondo indiscrezioni insistenti, la regina degli ascolti di Canale 5 sarebbe pronta a rivoluzionare il Grande Fratello, partendo dai casting. Fascino, la società di produzione della De Filippi, potrebbe prendere in mano la selezione dei concorrenti, creando continuità con altri programmi di successo come Uomini e Donne e Temptation Island.

        Se confermata, questa mossa rappresenterebbe un colpo durissimo per Signorini, che ha sempre avuto un ruolo centrale nella scelta del cast. Perdere il controllo su un aspetto così cruciale del programma sarebbe un segnale chiaro: il GF non è più il suo regno incontrastato. Ma soprattutto, questa svolta segnerebbe una rivoluzione cruciale per il format, che potrebbe finalmente ritrovare il suo pubblico grazie al tocco magico della De Filippi.

        Il Grande Fratello, insomma, sembra essere più un campo di battaglia che un reality show. Da un lato, le tensioni personali tra Signorini e Berlusconi, con il conduttore accusato di aver perso il polso del programma; dall’altro, l’ombra sempre più ingombrante di Maria De Filippi, pronta a prendersi la scena e a rilanciare un format ormai traballante. E mentre Mediaset valuta come gestire questa guerra intestina, il pubblico sembra aver già dato il suo verdetto, abbandonando un programma che fatica a ritrovare l’identità di un tempo.

        La domanda, a questo punto, non è più se il GF possa risalire la china, ma quanto tempo ci vorrà prima che una decisione definitiva venga presa. Pier Silvio Berlusconi sembra intenzionato a chiudere una fase e aprirne un’altra, sacrificando il reality e il suo conduttore in nome di un rilancio a lungo termine. Per ora, però, il GF resta in bilico, vittima sacrificale di una partita ben più grande. E in tutto questo, l’unica cosa certa è che Milly Carlucci, dall’altra parte, si prepara a ballare sui resti di un concorrente sempre più debole. Una coreografia perfetta, su una pista ormai vuota.

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          Televisione

          Pier Silvio Berlusconi celebra Maria De Filippi: l’omaggio del leader Mediaset alla mente creativa che guida il palinsesto

          Maria De Filippi consolida il suo ruolo alla guida della Fascino Produzione e Gestione Teatro, l’azienda che dominare il panorama televisivo con programmi di punta come Amici e Uomini e donne. Nonostante un anno di transizione, segnato dalla perdita del Maurizio Costanzo Show e da sfide legali e fiscali, Fascino ha registrato un utile di 8,1 milioni di euro e distribuito 4 milioni alla sua conduttrice e socia paritaria. Pier Silvio Berlusconi le riconosce pubblicamente il primato, definendola l’anima dell’azienda e lasciandole piena autonomia gestionale.

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            Quando un bilancio finanziario si trasforma in un omaggio personale, significa che la storia è diversa, unica. In un universo televisivo dove contano i numeri, le performance e la puntualità con cui si macina successo, Pier Silvio Berlusconi si è preso il tempo per fare altro: riconoscere pubblicamente il valore di Maria De Filippi, non solo come socia, ma come il cuore pulsante della macchina creativa di Mediaset.

            Le parole usate da Alessandro Salem, direttore generale contenuti di Mediaset, nella nota integrativa al bilancio della Fascino Produzione e Gestione Teatro, non sono casuali: «Maria rappresenta di fatto l’anima dell’azienda». Non un semplice riconoscimento, ma un atto che sancisce una realtà evidente a tutti. In Fascino, De Filippi non è solo il volto più celebre, ma il motore, la mente, e, perché no, l’anima stessa. Un tributo che arriva in un momento delicato, segnato dalla scomparsa di Maurizio Costanzo e da un anno di transizione per la società. Eppure, nonostante il dolore e le sfide, Maria De Filippi non si è limitata a mantenere Fascino in piedi: l’ha confermata come una delle aziende più solide del panorama televisivo italiano, con un modello produttivo in grado di fare scuola.

            Dopo la perdita di Maurizio Costanzo, Maria De Filippi ha rinunciato a ogni diritto sull’eredità del marito, devolvendo anche la quota legittima ai figli. Una scelta simbolica, che ha confermato la sua discrezione e il suo legame con la famiglia. Tuttavia, questa rinuncia non ha intaccato il suo controllo sull’impero professionale costruito insieme al consorte. La Fascino Produzione e Gestione Teatro, co-posseduta al 50% con RTI, è rimasta saldamente nelle sue mani. L’azienda continua a produrre alcuni dei programmi più seguiti e amati della televisione italiana, da Amici a Uomini e donne, passando per Temptation Island e Tu sì que vales. Ogni progetto porta con sé il marchio inconfondibile della De Filippi, fatto di attenzione ai dettagli, innovazione e una sensibilità unica verso il pubblico.

            Il 2023 è stato un anno di transizione, con sfide non indifferenti per Fascino. La perdita del Maurizio Costanzo Show, programma storico e pilastro del palinsesto, ha inevitabilmente lasciato un vuoto. A questo si è aggiunta la riduzione delle puntate di Temptation Island, passate da dodici a sei, che ha avuto un impatto diretto sul fatturato. Il bilancio ha registrato una flessione, passando da 75,14 milioni di euro nel 2022 a 66,1 milioni nel 2023. Anche l’utile è sceso, attestandosi a 8,1 milioni di euro rispetto agli 11,689 milioni dell’anno precedente. Eppure, nonostante il calo, Fascino ha dimostrato una straordinaria resilienza, confermandosi un’azienda capace di mantenere alti i margini e di distribuire utili per 4 milioni di euro ai suoi soci.

            Non sono mancati gli ostacoli legali e fiscali, che hanno aggiunto ulteriori pressioni. Tra le questioni più rilevanti, un’intimazione di pagamento per 320.921 euro legata a un contenzioso tributario e una disputa con l’Agcom per 127.781 euro di contributi non versati. In entrambi i casi, Fascino ha affrontato lunghe battaglie legali, alcune ancora in corso. Sul fronte delle risorse umane, invece, la società ha dovuto accantonare 577.676 euro per far fronte a possibili risarcimenti legati a cause con ex dipendenti. Tuttavia, nonostante queste sfide, la solidità dell’azienda non è mai stata messa in discussione.

            Pier Silvio Berlusconi, che detiene l’altra metà della Fascino attraverso RTI, ha scelto di fare un passo indietro, lasciando carta bianca a Maria De Filippi nella gestione della società. Un atto di fiducia che non si limita ai numeri, ma si estende alla visione creativa e strategica. In un mercato televisivo sempre più competitivo, la Fascino si è distinta come un modello vincente, capace di generare programmi che non solo dominano gli ascolti, ma diventano veri e propri fenomeni culturali. È il caso di Amici, che continua a lanciare talenti nel mondo della musica e dello spettacolo, o di Tu sì que vales, che ogni anno si conferma leader di share.

            Il rapporto tra Pier Silvio Berlusconi e Maria De Filippi è più di una partnership professionale: è un’alleanza strategica che ha contribuito a ridefinire il panorama televisivo italiano. Se Berlusconi guida la struttura aziendale con una visione manageriale, De Filippi rappresenta l’anima creativa, capace di interpretare e anticipare i gusti del pubblico. Una sinergia che ha permesso a Mediaset di mantenere una posizione dominante in un settore in continua evoluzione.

            Maria De Filippi non è solo una conduttrice, ma una figura unica nel suo genere: un’imprenditrice che ha trasformato il suo talento in una realtà industriale solida e innovativa. La Fascino, sotto la sua guida, non è solo una macchina produttiva, ma un laboratorio creativo dove ogni dettaglio conta, ogni scelta viene ponderata, e ogni programma diventa una scommessa vinta. In un momento storico in cui la televisione affronta nuove sfide, dall’ascesa delle piattaforme di streaming alla frammentazione degli ascolti, Maria De Filippi rappresenta una certezza: un punto di riferimento per il pubblico e un pilastro per l’industria.

            Pier Silvio Berlusconi, con il suo tributo ufficiale, ha riconosciuto tutto questo. Non è solo una questione di bilanci o di utili, ma di leadership, carisma e capacità di fare la differenza. Maria De Filippi non è semplicemente una socia: è la regina incontrastata del palinsesto italiano, un’imprenditrice che ha saputo trasformare la sua visione in un modello di successo. E mentre il suo impero continua a crescere, una cosa è certa: il futuro di Mediaset passerà ancora, inevitabilmente, attraverso di lei.

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              Televisione

              Geolier e Mango protagonisti, Fedez vs Tony Effe: il Sanremo di Carlo Conti accende i riflettori con i primi Big

              Geolier nella serata dei duetti accanto a Luché, Angelina Mango ospite speciale nella prima puntata e il possibile scontro epico tra Fedez e Tony Effe che potrebbe trasformare l’Ariston in un’arena rap. Sanremo 2025 promette di sorprendere con un mix di ritorni attesi, come Elodie e Arisa, e debutti di peso, come Gabry Ponte e Luché. Tra polemiche passate, rivalità pronte a infiammarsi e Big che strizzano l’occhio a tutte le generazioni, Carlo Conti si prepara a mettere in scena un Festival che farà discutere anche prima di cominciare.

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                Sanremo 2025 si avvicina a grandi passi e la curiosità cresce giorno dopo giorno. Nei giorni scorsi Al Bano ha già spoilerato la sua presenza in gara e si parla di un duetto d’eccezione con Gianni Morandi in gara insieme ad Alessandra Amoroso. Insomma, anche se la lista ufficiale dei Big in gara sarà svelata solo il 2 dicembre durante il TG1 delle 20, le prime indiscrezioni – ormai al 99% attendibili – stanno già scaldando gli animi, tra ritorni eccellenti, debutti sorprendenti e un potenziale scontro tra titani del rap che potrebbe dominare il palco dell’Ariston.

                In attesa che l’annuncio ufficiale dei Big in gara arrivi il prossimo 2 dicembre al TG1, le prime indiscrezioni hanno già svelato i nomi di sette artisti quasi certi di calcare il palco dell’Ariston.

                Tra i concorrenti in gara troviamo Elodie, ormai una veterana dell’Ariston. Dopo aver conquistato il pubblico con hit come Due e Andromeda, Elodie è pronta a calcare nuovamente il palco sanremese per confermare il suo status di star assoluta. E questa volta, potrebbe essere l’occasione giusta per aggiudicarsi la vittoria, anche in vista del suo attesissimo concerto a San Siro a giugno 2025, una tappa cruciale per la sua carriera.

                C’è poi Gaia, una delle artiste più amate della Gen Z, che ha dominato l’estate con il tormentone Sesso e samba. Fresca, innovativa e con una cifra stilistica ben definita, Gaia promette di portare una ventata di modernità e leggerezza al Festival. La sua presenza, già al centro di molte discussioni, è una scommessa su un pop che strizza l’occhio alle tendenze internazionali.

                Sarah Toscano, vincitrice dell’ultima edizione di Amici, rappresenta il volto del talento emergente che, attraverso la guida di Maria De Filippi, ha già conquistato una base di fan solidissima. Il suo debutto a Sanremo sarà un banco di prova importante per dimostrare che è pronta a fare il salto nel mondo della musica che conta, portando con sé l’entusiasmo dei giovanissimi.

                Il ritorno di Arisa, invece, è una garanzia per il pubblico che cerca emozioni autentiche. Con la sua voce potente e il suo carisma unico, Arisa è un’artista che non ha bisogno di presentazioni. Dopo una serie di esperienze televisive che l’hanno resa ancora più popolare, è pronta a incantare l’Ariston con una ballata che si preannuncia intensa e struggente, in perfetto stile sanremese.

                Il Festival 2025 segna anche il debutto attesissimo di Gabry Ponte, una vera e propria icona della dance italiana. Con un curriculum che include successi globali e collaborazioni prestigiose, Ponte porta al Festival un’energia nuova e coinvolgente. Il suo esordio è tra i più chiacchierati e potrebbe regalare al pubblico una performance capace di far ballare tutta l’Italia.

                Un nome che potrebbe spiazzare ma, allo stesso tempo, affascinare il pubblico è quello di Kekko dei Modà. La band ha segnato un’epoca del pop italiano e, anche se oggi non gode più del dominio incontrastato di qualche anno fa, il ritorno del frontman rappresenta un momento di nostalgia per i fan storici e una curiosità per chi scopre oggi la loro musica.

                Non mancano i rappresentanti della scena urban, con Luché in pole position, pronto a portare un tocco di autenticità e raffinatezza al Festival. La sua partecipazione, ancora da confermare ufficialmente, rappresenta un segnale forte verso un’ulteriore apertura al mondo del rap e dell’hip-hop, seguendo l’eredità lasciata da Geolier. E proprio il rapper napoletano, protagonista assoluto dell’ultima edizione, è pronto a fare il suo ritorno sul palco più famoso d’Italia. Emanuele Palumbo (questo il vero nome di Geolier ndr) non sarà in gara, ma dovrebbe esibirsi nella serata dei duetti proprio insieme a Luché. La loro esibizione promette di essere uno dei momenti più attesi della settimana sanremese, soprattutto considerando il bagaglio di polemiche che Geolier porta sempre con sé.

                Durante la scorsa edizione aveva sorpreso e diviso pubblico e critica con “I p’ me, tu p’ te”, un brano in dialetto napoletano che, pur raccogliendo consensi popolari, era stato oggetto di critiche feroci in sala stampa. Alcuni avevano messo in dubbio la trasparenza del televoto, con migliaia di preferenze mai conteggiate, e altri avevano sollevato insinuazioni poco eleganti sulla provenienza geografica di certi voti. Nonostante il clamore, il rapper partenopeo aveva mantenuto un atteggiamento composto, invitando i fan a non alimentare ulteriori polemiche. Alla fine, la vittoria era andata ad Angelina Mango, ma il cantante napoletano aveva lasciato il segno.

                L’altro grande nome che fa già sognare i fan è proprio quello della trionfatrice del Festival 2024. Per lei, Carlo Conti ha pensato a un ruolo unico: sarà ospite della serata inaugurale, aprendo ufficialmente la kermesse con un’esibizione celebrativa. Un omaggio che richiama la tradizione introdotta da Amadeus, ma che Conti sembra voler trasformare in un nuovo trend da ripetere poi anche negli anni futuri. Per Angelina, già affermata nel panorama musicale italiano, sarà un’occasione per consolidare la sua posizione e per dimostrare che il suo successo a Sanremo non è stato un caso.

                Ma la vera curiosità è tutta per un possibile scontro sul palco tra Fedez e Tony Effe, due tra i rapper più chiacchierati del momento. Dopo mesi di feroce dissing sui social, che ha coinvolto anche figure come Chiara Ferragni e Taylor Mega, i due potrebbero portare la loro rivalità direttamente sotto i riflettori dell’Ariston. Uno scontro che si preannuncia acceso, considerando che nessuno dei due ha mai risparmiato frecciate velenose all’altro. La loro diatriba tra rime al vetriolo e performance incendiarie potrebbe trasformare Sanremo in un’arena rap, capace di catalizzare l’attenzione del pubblico e monopolizzare i media. Insomma, un colpo di scena che, se confermato, promette di aggiungere al Festival un mix esplosivo di adrenalina e spettacolo. Anche se, pure in questo caso, la polemica non manca con l’accusa di voler sradicare la tradizione della canzone italiana dando troppo spazio alle nuove tendenze dell’hip hop.

                Quello che sembra certo è che, con Carlo Conti al timone, Sanremo 2025 sembra voler trovare un equilibrio tra il passato e il presente. Il numero dei Big in gara potrebbe salire a 26 ed è sicura la presenza di Alessandro Cattelan, già annunciato come conduttore del Dopo Festival e co-conduttore della serata finale, aggiunge un tocco fresco alla manifestazione.

                Sanremo 2025, almeno a vedere da queste prime indiscrezioni, si preannuncia come un’edizione pronta a mescolare il sacro e il profano, tradizione e innovazione. Carlo Conti sembra voler accontentare tutti, ma senza rinunciare a qualche provocazione capace di dividere. Tra duelli rap, ritorni trionfali e debutti sorprendenti, l’Ariston si prepara a diventare non solo il palco della musica italiana, ma anche il termometro di un Paese che, tra applausi e critiche, ama dividersi in tofoserie opposte e continua a trovare nel Festival uno specchio dei suoi contrasti più accesi.

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