Televisione
Chef Cracco: lasciare Masterchef? E’ stata un’ottima scelta
Basta con i talent, lo chef vicentino è tornato con grande entusiasmo a pieno regime in cucina. Unica disgressione su Prime Video con Dinner Club, che però è un programma di intrattenimento vero.

Quando si dice Carlo Cracco si pensa alla tv. Ancora meglio… a Masterchef, il talent show culinario di cui è stato giudice per le prime sei stagioni nell’edizione italiana. Poi, nel 2017, l’addio a sorpresa. Che oggi giudica positivamente: «È stata un’ottima scelta», ha confessato al podcast Passa dal Bsmt di Gianluca Gazzoli. «Sono tornato a quello che mi piace di più», cucinare.
Ora al volante di Dinner Club
Anche se il piccolo schermo è rimasto nel cuore del cuoco vicentino, che infatti dal 2021 è tornato sul piccolo schermo con Dinner Club, un programma di Prime Video in cui lo chef viaggia per tutta l’Italia alla riscoperta delle tradizioni più autentiche, in compagnia di ospiti vip: «La tv mi piace sempre. E Dinner Club non è un programma di cucina, ma intrattenimento».
La genesi del suo personaggio da critico intransigente
Come si diventa giudici di Masterchef? Il racconto di Carlo Cracco che risponde a questo questito è piuttosto singolare, anche perché ci svela l’origine del suo personaggio da giudice severo e intransigente. «Masterchef lo conoscevo già perché all’estero era molto conosciuto, però da noi nessuno ci credeva più di tanto», ha raccontato ricordando del suo provino nel 2011. «Mi misero davanti una ragazza, che era una segretaria, con un cannolo siciliano e mi dissero: prova a giudicare. In fondo alla stanza avevo gli autori e pochi altri. E io ho pensato: se faccio quello gentile forse mi prendono, per cui faccio l’opposto, faccio il maleducato. Comincio a essere duro, ci sono andato giù pesante». La reazione dei produttori è inaspettata: «Ho alzato gli occhi e ho visto la gente esultare. Alla fine sono uscito e mi hanno detto: “Preso”. Poi abbiamo iniziato».
L’obiettivo era di lanciare qualche talento con Hell’s Kitchen
Da lì il personaggio si cristallizza: «Cercavo di autogiustificarmi, nel senso che cercavo di essere corretto ma di tenere il punto». L’obiettivo, però, era chiaro: «Mi interessava che qualcuno venisse fuori». E in quest’ottica le maggiori soddisfazioni le ha ricevute da Hell’s Kitchen, altro talent culinario: «Il vincitore della prima edizione (Matteo Grandi, ndr), per esempio, possiede una stella Michelin. Ci sono tantissimi ragazzi di quelli che sono usciti da lì che hanno posizioni importanti», ha aggiunto con orgoglio.
Tutta finzione
«A Hell’s Kitchen era divertente, era completamente finto. Delle volte ridevo della mia cattiveria». Infatti, come ha ben spiegato, in cucina alla fine non c’è mai cattiveria: «Si può essere severi al massimo, ci può essere durante della tensione durante il servizio. Ma poi pensi a recuperare e cerchi di aiutare. Magari il linguaggio è duro ma ci si ferma lì».
La fama difficile da gestire
Da Masterchef e dalla cucina è arrivata la fama, una brutta bestia «difficile da gestire»: «Cerchi di venirne fuori, ci ho messo un po’». Ma dalle stelle si può sempre cadere, come ha fatto lo stesso Cracco che nel 2021 quando ha perso una stella Michelin: «Perderla fa parte dell’esperienza, è sempre formazione. Però non è che abbandoni il tuo lavoro, anzi, lo fai ancora meglio». Il segreto è «essere convinto di quello che fai. Se viene bene, se non viene è uguale». Anche perché Masterchef ormai è un ricordo lontano: «Ormai per me non è più una gara. Tu devi lavorare perché sai lavorare bene e puoi servire come esempio per i ragazzi che lavorano con noi»
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Televisione
Barbara D’Urso verso la Rai? Spunta l’ipotesi clamorosa per il suo ritorno in tv
Domenica pomeriggio libera, trattative in corso e un futuro tutto da scrivere: Barbara D’Urso sembra pronta a tornare sul piccolo schermo, stavolta con un programma Rai. Intanto emergono retroscena sul suo lungo esilio dal video.

Barbara D’Urso si prepara a riprendersi la scena. Dopo un anno lontano dalla televisione, la storica conduttrice partenopea potrebbe presto tornare sul piccolo schermo, e stavolta non a Mediaset, bensì sulla Rai. L’indiscrezione, rilanciata da più fonti, accende i riflettori su un clamoroso rientro che solo fino a qualche mese fa sembrava impensabile.
Dopo l’addio burrascoso a Canale 5 nel 2023, Barbara D’Urso si era ritagliata un anno sabbatico, dedicandosi alla famiglia, agli amici e a qualche evento mondano. Un modo per ricaricare le batterie dopo anni di sovraesposizione televisiva e ritmi serrati. Eppure, chi conosce Barbarella sa che l’amore per il video non si spegne facilmente. Ed ecco che, ora, il suo nome comincia a circolare con sempre maggiore insistenza negli ambienti Rai.
La tv di Stato starebbe valutando di affidarle uno spazio importante nella prossima stagione televisiva, approfittando anche di una domenica pomeriggio che, complice l’addio di alcuni programmi storici, potrebbe offrire nuove opportunità. Nulla è ancora ufficiale, ma i contatti sarebbero avviati e la trattativa in corso. Per la D’Urso si tratterebbe di una vera e propria rinascita mediatica, dopo mesi di porte sbattute in faccia.
Non sono mancati, infatti, retroscena amari sul suo lungo silenzio televisivo. Secondo il portale Dagospia, Barbara si sarebbe trovata, in questi mesi, di fronte a una sorta di ostracismo diffuso: «Pur senza mercato, da Rai a La7 fino a Warner-Discovery, si è trovata, come ai cani, il cartello “vietato l’ingresso”», si legge in un articolo al vetriolo. Colpa, forse, dei postumi della guerra fredda esplosa con Pier Silvio Berlusconi e della difficile transizione dell’era post-Mediaset.
Barbara D’Urso, da parte sua, ha sempre mantenuto un profilo elegante, senza mai scendere apertamente in polemica. Ha continuato a mostrarsi sorridente sui social, a raccontare il suo quotidiano tra teatro, affetti e momenti di leggerezza. Ma dietro il sorriso, chi la conosce bene sa quanto desiderasse tornare a fare quello che ama di più: parlare alla gente, raccontare storie, emozionare il suo pubblico.
Ora, la possibilità concreta di un ritorno su Rai 1 o Rai 2 apre nuovi scenari. La domenica pomeriggio potrebbe essere il terreno ideale per una Barbara D’Urso rinnovata, meno sopra le righe ma ancora capace di catalizzare ascolti e attenzione. Del resto, la forza comunicativa di Barbarella non è mai stata in discussione: è stata una delle poche a reggere per anni su Canale 5 programmi quotidiani e domenicali senza mai perdere il contatto con il suo pubblico.
Se l’operazione dovesse andare in porto, sarebbe una delle sorprese più clamorose della prossima stagione tv. Un segnale che, in un mondo televisivo sempre più liquido, anche chi sembrava “reietto” può trovare una nuova casa. E Barbara, a giudicare dall’entusiasmo che continua a suscitare tra i suoi fan, è pronta a rimettersi in gioco.
In attesa dell’ufficialità, resta il dato di fatto: la voglia di tv di Barbara D’Urso non è mai tramontata. E forse, dopo tanto silenzio, il suo momento è davvero arrivato.
Televisione
Miss Italia e la sua eterna crisi: tra nostalgia, polemiche e attese
Il documentario “Miss Italia non deve morire” riaccende il dibattito sul concorso di bellezza più famoso d’Italia. Un’istituzione in cerca di una nuova identità, tra il glorioso passato in Rai e un presente incerto.

Da anni, Miss Italia oscilla tra la celebrazione nostalgica di un’epoca televisiva ormai lontana e il limbo di un format che fatica a trovare spazio nell’intrattenimento contemporaneo. Un tempo era il trampolino di lancio per aspiranti star, un rito annuale che teneva incollati allo schermo milioni di italiani. Oggi, invece, il concorso è diventato un oggetto fuori fuoco, sospeso tra il tentativo di restare rilevante e la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti della società e della televisione.
È proprio su questa crisi che si concentra “Miss Italia non deve morire”, documentario diretto da Piero Daviddi e David Gallerano, prodotto da Fremantle e Ring Film è da poco uscita su Netflix. Un racconto che, tra archivio, testimonianze e personaggi sopra le righe, ripercorre la storia del concorso e la sua controversa relazione con la Rai, un rapporto interrotto ormai da anni ma che continua a pesare come un’assenza ingombrante.
Miss Italia e la Rai: una separazione mai davvero digerita
Per decenni, Miss Italia e la Rai sono stati un binomio inscindibile. Era il servizio pubblico a garantire al concorso quell’aura di evento istituzionale, capace di elevare la competizione sopra le derive più trash della televisione commerciale. Una consacrazione che ha portato alla ribalta nomi come Miriam Leone, Caterina Balivo, Francesca Chillemi e persino Mara Carfagna, donne che hanno trovato nel titolo di Miss Italia un primo passo verso carriere ben più ampie.
Oggi, però, il concorso si è smarrito, relegato a emittenti minori e piattaforme streaming che non riescono a restituirgli la centralità di un tempo. Il documentario non si limita a raccontare questa parabola discendente, ma solleva anche un interrogativo: può la nuova Rai, oggi più vicina a un’idea di spettacolo tradizionale, riportare in auge Miss Italia?












Dopotutto, la televisione pubblica ha già dimostrato di voler recuperare certe narrazioni classiche: il Festival di Sanremo ne è un esempio, con una restaurazione che ha cercato di bilanciare modernità e tradizione. Perché allora non potrebbe farlo anche Miss Italia?
Un concorso in cerca di una nuova identità
Il documentario, pur essendo a tratti affannato e forse compresso nel racconto, riesce a restituire il microcosmo affascinante e strampalato che ancora oggi ruota intorno al concorso. Patrizia Mirigliani, figlia del patron Ezio, è il fulcro della narrazione: una donna determinata, ostinata nel voler riportare Miss Italia al centro del dibattito culturale.
Attorno a lei, si muove una costellazione di personaggi che sembrano usciti da un film grottesco: gli agenti regionali, da Genny Stefanelli in Toscana a Carmen Martorana in Puglia, appaiono come custodi di un mondo che sembra appartenere a un’altra epoca. Eppure, il loro lavoro continua. Le selezioni proseguono, le ragazze partecipano, l’idea di Miss Italia come porta d’ingresso nel mondo dello spettacolo resiste, seppur con meno forza di un tempo.
Il documentario non evita i contrasti: l’immagine di Miss Italia come format anacronistico, legato a una visione della bellezza e dello spettacolo superata, è una questione che resta aperta. Ma, d’altra parte, non è forse vero che anche programmi considerati più moderni flirtano con gli stessi codici del trash e del glamour sfrenato?
La nostalgia può bastare?
Il grande interrogativo che aleggia sul futuro di Miss Italia è se la nostalgia possa bastare a rilanciarlo. Il documentario sembra suggerire che la risposta sia no: la semplice evocazione del passato non è sufficiente, serve un cambio di passo, una rilettura in chiave contemporanea che vada oltre la rievocazione malinconica di ciò che è stato.
Forse, come suggerisce qualcuno nel documentario, la soluzione sarebbe un cambiamento radicale, un’apertura a nuove forme di spettacolo, un ripensamento del format. O forse, più semplicemente, l’unico modo per riportare Miss Italia sotto i riflettori è proprio quello che la Mirigliani continua a chiedere: il ritorno in Rai. Perché, nel bene o nel male, è solo il marchio della televisione pubblica che può davvero restituire al concorso il peso che ha perso.
Nel frattempo, Miss Italia resta lì, in attesa. Né viva né morta. In una limbo mediatico che forse è il vero specchio della sua attuale condizione.
Televisione
Il racconto intimo e privato durante Verissimo: Licia Colò rivela di avere una sorella
Nel salotto Mediaset presentato da Silvia Toffanin, la Colò regala ai telespettatori una rivelazione intima della sua vita privata.

Durante una toccante intervista rilasciata a Verissimo, il talk show condotto da Silvia Toffanin su Canale 5, Licia Colò ha condiviso con il pubblico una parte molto intima e poco conosciuta della sua vita privata. La celebre conduttrice e divulgatrice scientifica ha raccontato di aver scoperto, già adulta, l’esistenza di una sorella di nome Gioia, di cui ignorava completamente l’esistenza fino all’età di 30 anni.
Una sorpresa inaspettata
“Le sorprese in famiglia ci sono sempre state – ha dichiarato – e un giorno mio padre mi comunicò che avevo una sorella”. Una notizia che ha segnato profondamente la vita della Colò, aprendo le porte a un nuovo capitolo familiare tanto inaspettato quanto emozionante.
La morte del padre come punto di svolta
Nonostante la rivelazione fosse avvenuta anni prima, il vero incontro tra le due sorelle è avvenuto solo in seguito alla morte del padre. “È stato allora che abbiamo iniziato a frequentarci davvero – ha raccontato Colò – e per me è stata una rinascita”. Licia descrive la sorella Gioia come una donna solare, simpatica e con un carattere molto simile a quello del padre: “È la sua fotocopia. Frequentarla mi ha fatto sentire più vicina a lui”.
“Due sorelline di 7 anni”: un nuovo inizio fatto di complicità
ùIl rapporto tra Licia Colò e la sorella Gioia si sta costruendo lentamente ma con naturalezza. “È come se fossimo due bambine di sette anni – ha spiegato – ci stiamo conoscendo, divertendo, confidando. C’è complicità, c’è affetto. Ed è bello così, perché una sorella non è solo una questione di DNA: è condivisione, presenza, affetto vissuto”. Un legame riscoperto, fatto di piccole gioie quotidiane, che ha regalato a Licia una nuova dimensione familiare.
Una vita dedicata all’amore: per la natura, la famiglia e la verità
Durante la trasmissione, Licia Colò ha anche presentato la figlia Liala, avuta a 42 anni con l’ex marito Alessandro Antonino, conosciuto dal pubblico come “Mr. Nat”. Un altro tassello importante nella vita della conduttrice, da sempre impegnata nella divulgazione scientifica e nella promozione della sostenibilità ambientale. La sua testimonianza a Verissimo è stata un racconto di umanità, sincerità e forza, capace di ispirare chi, nella propria vita, affronta situazioni familiari complesse o scoperte inaspettate.
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