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Luciana Littizzetto al Papa: “Papix, ci hai fatto tremare! Non ti vogliamo emerito, il mondo ha ancora bisogno di te”

Littizzetto scrive al Pontefice colpito da problemi di salute: “Sei il nostro Batman, il nostro Ulisse. Senza di te ci manca il fiato, ma niente pensionamento anticipato!”. E lancia consigli e stoccate in perfetto stile torinese.

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    Quando Luciana Littizzetto prende carta e penna, il risultato è sempre un cocktail micidiale di ironia, affetto e cruda realtà. E la lettera indirizzata ieri sera a Papa Francesco, durante l’ultima puntata di Che Tempo Che Fa, non ha fatto eccezione. L’amatissima comica torinese ha confezionato un messaggio che è già diventato virale: un mix irresistibile di tenerezza, battute affilate e quella umanità che tanto contraddistingue sia lei che il destinatario della lettera, il Papa.

    “Papix, ci hai fatto molto spaventare”, scrive Littizzetto allargando la familiarità fino a chiamare Francesco come fosse un nonno birichino. “Più aggiornamenti sulla tua salute che sulle Autostrade”, ironizza Luciana, scherzando sulla pioggia di bollettini medici che hanno tenuto con il fiato sospeso fedeli e non solo.

    Ma non è solo una missiva di puro umorismo. Littizzetto ci infila dentro, come sa fare lei, una riflessione profonda sulla fragilità di un mondo allo sbando: Gaza distrutta, l’Ucraina senza pace, i potenti sempre più smarriti, e proprio adesso il Papa si ammala? “Ci siamo sentiti perduti, Papix”, lo rimprovera con dolcezza. Poi l’avvertimento in stile mamma torinese: “Non ti vogliamo emerito!”. Perché se c’è una cosa che Luciana non vuole proprio vedere è un Francesco in pensione.

    E allora ecco la raffica di metafore geniali: Francesco come un Batman che ha lasciato Gotham al caos, o come un Ulisse che rinuncia al suo viaggio verso Itaca. Senza il Papa a illuminare il cammino, chi ci ricorderebbe che “la corruzione spuzza”? Chi ci aiuterebbe a non soccombere sotto la valanga di menzogne e superficialità che il mondo ci serve ogni giorno?

    Luciana non si limita a fare l’elenco delle cose belle che il Pontefice rappresenta. Gli lascia anche qualche consiglio da vera “zia d’Italia”: meno sbattimenti sulla Papa-mobile, protezione dagli spifferi con un bel plaid, magari lavorato all’uncinetto da qualche cugina di Buenos Aires, e autotune obbligatorio per non affaticare la voce durante i discorsi ufficiali.

    La chiusura è tutta un abbraccio, di quelli che solo lei riesce a rendere leggeri e intensi allo stesso tempo: “Stattene lì tranquillo e guarisci con calma. Ma non sparire!”. Perché in un mondo che sembra impazzito, il Papa di Lucianina – e di molti altri – non è solo una guida spirituale, ma una roccia, il “quinto punto cardinale” che ci aiuta a non perdere la bussola.

    Con l’inconfondibile sarcasmo torinese e l’amore profondo di chi sa ridere anche quando c’è da piangere, Littizzetto ha trasformato una letterina al Papa in un messaggio che arriva dritto al cuore. E ci ricorda che, anche tra i dolori del mondo, un sorriso può fare miracoli.

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