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Televisione

Mariotto assente alla finale di Ballando con le Stelle: polemiche e misteri

Voci di un avvistamento in sedia a rotelle e polemiche sul suo comportamento in semifinale: il caso Mariotto tiene banco anche dopo la chiusura di Ballando con le Stelle.

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    La finale dell’edizione 2024 di Ballando con le Stelle si è conclusa con la vittoria di Bianca Guaccero, ma il grande assente della serata è stato Guillermo Mariotto. Il giudice, noto per il suo carattere estroverso e spesso sopra le righe, non ha partecipato alla diretta, ufficialmente per un infortunio che avrebbe compromesso la sua mobilità. Milly Carlucci, conduttrice del programma, ha comunicato al pubblico che Mariotto aveva presentato un certificato medico attestante il problema, spiegando che si trattava di una lesione ai legamenti.

    Tuttavia, questa versione non ha convinto tutti. Poche ore prima della finale, Mariotto sarebbe stato avvistato all’aeroporto di Fiumicino in sedia a rotelle, scortato dal personale aeroportuale. L’episodio ha scatenato voci e ipotesi sui social, dove molti utenti hanno messo in dubbio la reale portata dell’infortunio. A complicare ulteriormente la situazione, c’è stato un episodio durante la semifinale, in cui Mariotto si era lasciato sfuggire una frase volgare. L’espressione, inizialmente interpretata come un insulto verso Milly Carlucci, aveva creato non poche tensioni, sebbene la conduttrice avesse poi chiarito che non era rivolta a lei.

    Tra infortuni, polemiche e misteri, l’assenza di Mariotto ha lasciato un vuoto nella finale, alimentando dubbi sul suo futuro come giudice del programma. Intanto, la serata si è conclusa con il successo di Bianca Guaccero, che ha saputo conquistare il pubblico e la giuria con una performance straordinaria.

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      Televisione

      Sallusti sulla borsa tarocca della Pitonessa: “Non posso dire che sia vera. Ma nemmeno che sia falsa”

      Il caso della borsa Hermès regalata da Daniela Santanchè a Francesca Pascale si arricchisce di un colpo di scena degno di un salotto trash: interviene l’ex compagno Alessandro Sallusti.

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        Nel valzer delle borsette griffate e delle verità a metà, il siparietto più gustoso lo serve Alessandro Sallusti, ex direttore del Giornale ed ex compagno di vita della ministra Daniela Santanchè. Il caso? La borsa Hermès che la “Pitonessa” avrebbe regalato anni fa a Francesca Pascale, ex di Silvio Berlusconi. Secondo quanto svelato da Selvaggia Lucarelli, si sarebbe trattato di un falso clamoroso. Conferma la Pascale: “Era tarocca, l’ho buttata”.

        E lui, Sallusti? Interpellato da Piero Chiambretti a bordo del suo barcone romano, risponde con quel tono sornione che solo gli ex che hanno visto cose e non vogliono dirle sanno usare:
        “Non posso dire che fosse vera… Ma nemmeno che fosse falsa”.
        Punto. O meglio: virgola, perché l’ambiguità è il nuovo nero e in certi ambienti vale più di mille smentite.

        Intanto la diretta interessata, la Santanchè, tace. Nessuna replica, nessuna smentita, nessuna indignazione. Nemmeno una ricevuta d’acquisto. E mentre Chiambretti naviga sul Tevere, l’imbarazzo galleggia a galla come un tappo di champagne del Billionaire.

        Sallusti, nel frattempo, ne approfitta per regalare un altro aneddoto amarcord, ricordando quando Berlusconi, davanti al Quirinale, disse alla figlia Marina: “Un giorno questa sarà casa nostra”. Una frase che oggi suona quasi come una profezia rovesciata: lui se n’è andato, loro sono rimasti, e le borse… volano.

        Tra tarocchi di lusso, ex fidanzati e silenzi istituzionali, l’Hermès-gate è il nuovo piccolo scandalo che agita la borsa — quella politica, si intende.

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          Televisione

          Sanremo è Sanremo… ma il resto no! Carlo Conti chiude in anticipo col nuovo show

          Il programma sperimentale del sabato sera di Carlo Conti, Ne vedremo delle belle, si chiude in anticipo. Il motivo? Manca il “pepe” tra le protagoniste. Il celebre conduttore spiega con la sua solita eleganza (e un pizzico di autoironia) le ragioni dietro la chiusura anticipata. Ecco cosa è andato storto, cosa possiamo imparare e perché il varietà resta ancora un terreno da esplorare.

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            Ne vedremo delle belle era nato come esperimento del sabato sera su Rai1, una sfida nel panorama sempre più competitivo dell’intrattenimento televisivo. Ma dopo solo quattro puntate — e una quinta mai realmente in programma — il varietà chiude i battenti. Il conduttore Carlo Conti, in un’intervista a LaPresse, ha commentato con onestà e un tocco di realismo:

            “Il programma non è che vada benissimo… quindi meglio chiudere prima”.

            Carlo Conti senza filtri: “Mancava il pepe tra le protagoniste”

            Il conduttore non si nasconde dietro i numeri. Il vero problema, a suo dire, non è stato l’ascolto basso in sé, ma la mancanza di “pepe” tra le protagoniste. Il format prevedeva un confronto vivace, dinamiche frizzanti, ma la voglia di fare spettacolo ha superato quella di accendere il dibattito. In parole povere: troppo zucchero, zero peperoncino.

            “In ‘Ne vedremo delle belle’ è mancato l’aspetto fondamentale che doveva essere il pepe tra le protagoniste”, ha detto Conti. E senza pepe, si sa, anche il piatto migliore rischia di essere insipido.


            Una chiusura annunciata: perché il sabato sera è una giungla

            Il programma era già stato pensato per durare solo cinque puntate, ma con la pausa del Sabato Santo e ascolti non entusiasmanti, Conti ha scelto di non proseguire:

            “Se hai un programma che fa il 25-30% puoi anche fermarti e ripartire. Ma qui non era il caso”.

            La decisione, pur lucida, riflette le difficoltà del sabato sera televisivo, dove il pubblico è esigente e il varietà classico fa sempre più fatica a innovarsi.

            Il coraggio di sperimentare (anche quando non funziona)

            Carlo Conti, però, non rinnega nulla:

            “Quando sperimento sono sempre contento… Se non lo facciamo noi, chi deve farlo?”

            Un messaggio chiaro: la sperimentazione è parte integrante del mestiere, anche a costo di sbagliare. E se a provarci sono volti storici come lui, Antonella Clerici o Amadeus, tanto di cappello. È proprio il rischio a tenere viva la TV generalista.

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              «The Couple», urla Ilary e tace la cultura: Totti vola a Mosca, lei precipita su Canale 5

              Mentre Francesco Totti vola a Mosca ospite del portale di scommesse Rb e incassa un assegno a sei zeri da un Paese sotto sanzioni internazionali, Ilary Blasi lancia «The Couple», un reality che punta tutto su ignoranza, doppi sensi e regressione culturale. Il risultato? Due facce della stessa sconfitta.

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                C’era una volta una coppia. Amata, popolare, pop. Adesso ci sono due solitudini televisive, una con il cappotto elegante a Mosca, l’altra in shorts davanti alle telecamere di Canale 5. Francesco Totti e Ilary Blasi sono separati nella vita, ma uniti da un destino comune: abitare i territori sempre più sfilacciati della spettacolarizzazione a tutti i costi. E se Totti si presta con disinvoltura a una passerella in terra russa, Ilary sceglie di gridare alla fine dell’era dei contenuti, inaugurando The Couple, il nuovo reality targato Endemol Shine Italy.

                Il format è quello spagnolo di Gran Hermano Duo, una specie di Grande Fratello annacquato, con otto coppie che si sfidano in prove fisiche e, teoricamente, mentali. Diciamo “teoricamente” perché a livello cognitivo si toccano picchi da sottoscala. Il momento simbolico arriva quando a uno dei concorrenti viene mostrato il ritratto di Napoleone Bonaparte e la risposta è il silenzio: sguardi attoniti, occhi persi nel vuoto. Altro che Waterloo, qui è resa totale al primo turno.

                Ilary, dal canto suo, urla. Sempre. Forse è la scuola russa, ironizza qualcuno, alludendo alle radici del marito. Ma l’effetto finale è quello di un karaoke disordinato dove nessuno sa la canzone. A darle man forte ci sono Francesca Barra, messa lì come risarcimento per le umiliazioni subite da Roberto Poletti, e Luca Tommassini, coreografo di talento che ormai appare più del necessario, perdendo quell’alone di fascino che aveva quando compariva poco ma faceva molto.

                Il vero problema però non è nel cast, ma nella logica di regressione culturale che sottende tutto il programma. The Couple sembra un esperimento sociale al contrario: non si cerca la compatibilità o la complicità, ma si mette in scena l’ignoranza come linguaggio comune. Ci si parla a gesti, a occhiatine, a doppi sensi da spiaggia. La battuta di Elena Barolo sulla passione per gli uccelli, e in particolare per la passera scopaiola, è bastata per innescare un’orgia di ammiccamenti da parte di tutti, compreso Tommassini, che in quel momento sembrava il sosia di se stesso in versione cabaret.

                A cosa servono gli autori? A ricordare più volte che l’amico del cuore di Jasmine Carrisi è il suo ex fidanzato, che ha «scelto un’altra strada». E giù occhiate complici, sottointesi pesantissimi, tutto lasciato lì, non per dire, ma per far intendere, in quell’infantilismo malizioso che è ormai la cifra dominante della televisione generalista.

                Nel frattempo, Totti sbarca a Mosca. Viene accolto da gladiatori in costume, consegna premi ai bookmaker, riceve un cachet a sei zeri in euro. Il portale sportivo russo Rb lo definisce “l’ambasciatore più costoso nella storia della manifestazione”. Tutto avviene mentre la Russia è ancora sotto sanzioni internazionali per l’aggressione all’Ucraina, e Totti, testimonial Unicef, sorride, palleggia e — soprattutto — non dice una parola.

                Due destini, due silenzi. Il silenzio di Totti, che sceglie l’assegno alla parola, e quello dei concorrenti di Ilary, che non sanno riconoscere nemmeno Napoleone. In mezzo, un Paese che si guarda in tv e non si riconosce più.

                Che i due non stiano più insieme è un dato. Ma il vero divorzio, qui, è tra la televisione e il buon senso.

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