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Televisione

Mediaset vende la sua “casa madre”: gli studi di Cologno ora parlano veneto e svizzero

Due dei tre storici edifici di Viale Europa, cuore produttivo delle reti Berlusconi dagli anni Ottanta, sono stati ceduti per 52 milioni a una società veicolo legata alla Banca Finint. Dietro l’operazione, una potente famiglia della finanza privata svizzera e l’imprenditore Angelo Anav. Mediaset resta affittuaria: cambia il padrone, ma la tv si fa sempre lì.

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    Il cuore operativo di Mediaset cambia proprietario, ma non funzione. Due dei tre storici edifici di Viale Europa, a Cologno Monzese, sono stati ufficialmente venduti lo scorso 20 marzo per una cifra di 52 milioni di euro. A rilevarli è stata Cologno SPV, una società veicolo creata dalla Banca Finint per conto di investitori istituzionali. A vendere è stata invece Generali Real Estate, che deteneva la proprietà dal 2001.

    Un passaggio di mano

    Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, Mediaset non ha mai posseduto direttamente i due edifici, che da decenni ospitano studi televisivi, redazioni, produzione e uffici. Da Milano 2 e Palazzo dei Cigni, dove tutto iniziò con Telemilano, Berlusconi trasferì le sue attività a Cologno nei primi anni Ottanta, insediandosi in quegli stabili che però appartenevano all’ex Icet-De Paolis. Dal 2001, tramite Assitalia e poi il fondo immobiliare Scarlatti, gli edifici sono finiti sotto il controllo del gruppo Generali.

    Svizzeri e veneti

    Oggi, il nuovo “padrone di casa” è un’entità più articolata. L’operazione è stata perfezionata davanti al notaio Alessandro Andreatini e prevede una classica cartolarizzazione immobiliare, ai sensi dell’articolo 7.2 della legge specifica. Cologno SPV, costituita ad hoc da Finint, verrà finanziata tramite Banca Mps e l’emissione di titoli suddivisi in più classi, acquistabili solo da investitori istituzionali. Il rimborso è garantito dai flussi di cassa generati dall’immobile, cioè principalmente dagli affitti.

    Mediaset pagherà l’affitto

    Per l’incasso dei canoni e la gestione amministrativa degli edifici, l’acquirente ha incaricato la società romana Ecodomus, interamente controllata da Mirella Viviana Arbib, 79 anni, erede di una delle famiglie più influenti della finanza privata elvetica. Con il marito Joseph Benhamou, Arbib è azionista della Compagnie Bancaire Helvétique di Ginevra, banca da 16 miliardi di asset e 36 milioni di utile netto nel 2024. A gestire operativamente la partita è però Angelo Anav, 50 anni, imprenditore immobiliare romano che, secondo fonti attendibili, sarebbe anche il principale investitore dietro l’acquisto, in sinergia con Arbib.

    Generali conferma la vendita

    La trattativa, seguita da Cbre per conto di Generali e da Cushman & Wakefield (C&W) per l’acquirente, ha previsto commissioni di mediazione per 282.934 euro a testa. Nella fase preliminare, firmata a novembre 2024, erano già stati versati 5,2 milioni di acconto. Il saldo, di 46,8 milioni, è stato trasferito il 20 marzo da Banca Finint a un conto di State Street Bank International.

    La torre Mediaset resta fuori

    La vendita non coinvolge né la torre Mediaset né il civico 48, che resta di proprietà del gruppo MediaForEurope (Mfe), nuovo nome del colosso tv da quando, nel 2021, ha spostato la sede legale ad Amsterdam. I due edifici venduti ospitano ancora oggi gran parte delle attività televisive di Canale 5, Italia 1 e Rete 4: da Buona Domenica a Stranamore, da Passaparola a L’isola dei famosi, fino ai format attuali come Pomeriggio Cinque e Live – Non è la d’Urso.

    Titolare dei contratti di locazione resta RTI – Reti Televisive Italiane, società del gruppo. Non è noto l’importo preciso dell’affitto, ma la rendita catastale complessiva supera gli 800mila euro. La nuova proprietà, dunque, non cambierà l’operatività degli studi, ma diventerà semplicemente il beneficiario di una rendita regolare, grazie alla solidità dell’inquilino.

    Nessun addio simbolico, dunque. La torre Mediaset continua a svettare a Cologno Monzese, e il centro produttivo resta pienamente attivo, anche se oggi, tecnicamente, paga l’affitto a una nuova, silenziosa proprietà veneta. Un passaggio di mano rilevante nel panorama immobiliare, ma invisibile agli occhi del pubblico. E la televisione, almeno quella di Mediaset, continuerà a essere fatta esattamente nello stesso posto.

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      Televisione

      “Bad Influence”, il lato oscuro dei baby influencer: su Netflix il doc che svela l’inferno dietro i like

      Piper Rockelle e “The Squad” sono i volti noti di una macchina da milioni di follower. Ma dietro la fama, il documentario mostra un mondo fatto di pressioni, business familiare e silenzi pericolosi. Quando l’infanzia diventa contenuto.

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        Si chiama Bad Influence e promette di scuotere coscienze e algoritmi. Il documentario Netflix in tre episodi, disponibile dal 9 aprile 2025, è un viaggio disturbante e necessario nel cuore del fenomeno dei baby influencer. Creato da Jenna Rosher e Kief Davidson, due registi con un passato da documentaristi impegnati, il titolo è già destinato a sollevare discussioni accese. Perché al centro c’è una verità scomoda: dietro milioni di like, si nasconde spesso un prezzo altissimo.

        Il volto simbolo del documentario è Piper Rockelle, star di YouTube con oltre 11 milioni di iscritti, protagonista del collettivo “The Squad”. Nelle clip sembra tutto perfetto: challenge, coreografie, prank e sorrisi. Ma le testimonianze di ex membri, genitori e collaboratori raccontano un altro lato della medaglia. Uno fatto di dinamiche tossiche, isolamento, pressioni economiche e accuse gravissime.

        Il documentario non si limita a puntare il dito su un singolo caso. Fa molto di più: indaga un intero sistema che ha trasformato l’infanzia in un prodotto vendibile. Dai video per “bambini” agli account gestiti dai genitori, dalle sponsorizzazioni ai contratti vincolanti, Bad Influence mostra come i minori siano spesso al centro di una filiera commerciale senza regole né reali tutele.

        Decoy Productions, la casa dietro il progetto, mette insieme materiale d’archivio, interviste esclusive e ricostruzioni che non risparmiano nessuno: né i genitori-manager, né le piattaforme, né il pubblico. Perché se è vero che YouTube e TikTok hanno rivoluzionato l’intrattenimento, è anche vero che l’impatto sui più giovani — quando non addirittura sui bambini — è una bomba a orologeria che finora nessuno ha davvero disinnescato.

        E allora la domanda è semplice: chi protegge questi ragazzini? Chi garantisce loro un futuro, una salute mentale stabile, un’identità che non sia solo l’estensione del proprio username? Il documentario si interroga anche su questo, mostrandoci un mondo in cui il confine tra gioco e lavoro si dissolve, e la privacy diventa merce di scambio tra views e profitto.

        Tra le scene più forti, il racconto di un ex membro del collettivo che parla di burnout, isolamento emotivo e di un ambiente competitivo in cui i bambini diventano “numeri” e “personaggi”, non più persone. Un universo dove la luce dei riflettori è sempre accesa, anche quando vorresti solo spegnerla.

        Bad Influence non è solo un documentario: è una riflessione urgente sul presente digitale in cui siamo immersi. Che siate genitori, educatori, influencer o semplici utenti, questo titolo vi costringerà a fare i conti con la realtà. Una realtà che forse non avevamo voglia di guardare. Ma che ora è impossibile ignorare.

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          Televisione

          Fra Gianni Sperti e Rossella Brescia un “ballo proibito” e pure un bacio (video)

          Durante una recente puntata di Uomini e Donne, Gianni Sperti e Rossella Brescia sorprendono il pubblico con una travolgente esibizione di ballo sulle note di Dirty Dancing. A coronare la performance, un bacio inaspettato che fa impazzire il web. Intanto, nel Trono Over, si riaccende il conflitto tra Giuseppe e Cristina.

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            Nel salotto pomeridiano più amato d’Italia, Uomini e Donne, è andata in scena una delle puntate più emozionanti della stagione. Il protagonista assoluto? Gianni Sperti, che ha condiviso il palco con Rossella Brescia per una sfida di ballo che ha incantato il pubblico.

            Dal famoso film

            I due hanno scelto un brano iconico: Time of My Life dal film cult Dirty Dancing. La coreografia, intensa e sensuale, si è conclusa con la celebre “presa dell’angelo” e, tra lo stupore generale, un bacio sulle labbra. Un gesto spontaneo, che ha scatenato una standing ovation in studio e ha immediatamente fatto il giro dei social.

            Un’intesa palpabile che ha conquistato tutti

            Rossella Brescia, ballerina e conduttrice di grande talento, è intervenuta come ospite speciale della puntata per sostenere l’amico Gianni in una gara contro Giuseppe, volto noto del Trono Over. La loro sintonia ha conquistato i giudici d’eccezione: Isobel Kinnear, Umberto Gaudino e Francesca Tocca, che non hanno avuto dubbi nell’assegnare loro la vittoria. Il bacio, seppur teatrale, ha riacceso le fantasie dei fan: c’è chi parla di complicità reale e chi invece lo interpreta come parte dello show. Di certo, l’affiatamento tra i due è evidente, frutto di anni di amicizia e stima reciproca.

            Giuseppe e Cristina: ancora scintille nel Trono Over

            Parallelamente al momento romantico e spettacolare di Gianni e Rossella, lo studio ha vissuto nuovi sviluppi nel Trono Over. Il Cavaliere Giuseppe, dopo la sua esibizione di ballo, è tornato al centro dello studio per parlare della sua frequentazione con Cristina. Ma l’incontro si è trasformato nell’ennesimo scontro acceso. Giuseppe ha accusato Cristina di provare ancora interesse nei suoi confronti, nonostante stia conoscendo un altro uomo. “Io sono un pappagallo, ma tu sei un mulo!”, ha sbottato, provocando reazioni contrastanti tra il pubblico e l’opinionista Tina Cipollari.

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              Televisione

              Sallusti sulla borsa tarocca della Pitonessa: “Non posso dire che sia vera. Ma nemmeno che sia falsa”

              Il caso della borsa Hermès regalata da Daniela Santanchè a Francesca Pascale si arricchisce di un colpo di scena degno di un salotto trash: interviene l’ex compagno Alessandro Sallusti.

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                Nel valzer delle borsette griffate e delle verità a metà, il siparietto più gustoso lo serve Alessandro Sallusti, ex direttore del Giornale ed ex compagno di vita della ministra Daniela Santanchè. Il caso? La borsa Hermès che la “Pitonessa” avrebbe regalato anni fa a Francesca Pascale, ex di Silvio Berlusconi. Secondo quanto svelato da Selvaggia Lucarelli, si sarebbe trattato di un falso clamoroso. Conferma la Pascale: “Era tarocca, l’ho buttata”.

                E lui, Sallusti? Interpellato da Piero Chiambretti a bordo del suo barcone romano, risponde con quel tono sornione che solo gli ex che hanno visto cose e non vogliono dirle sanno usare:
                “Non posso dire che fosse vera… Ma nemmeno che fosse falsa”.
                Punto. O meglio: virgola, perché l’ambiguità è il nuovo nero e in certi ambienti vale più di mille smentite.

                Intanto la diretta interessata, la Santanchè, tace. Nessuna replica, nessuna smentita, nessuna indignazione. Nemmeno una ricevuta d’acquisto. E mentre Chiambretti naviga sul Tevere, l’imbarazzo galleggia a galla come un tappo di champagne del Billionaire.

                Sallusti, nel frattempo, ne approfitta per regalare un altro aneddoto amarcord, ricordando quando Berlusconi, davanti al Quirinale, disse alla figlia Marina: “Un giorno questa sarà casa nostra”. Una frase che oggi suona quasi come una profezia rovesciata: lui se n’è andato, loro sono rimasti, e le borse… volano.

                Tra tarocchi di lusso, ex fidanzati e silenzi istituzionali, l’Hermès-gate è il nuovo piccolo scandalo che agita la borsa — quella politica, si intende.

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