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Televisione

Perfidia: lo show della politica senza filtri torna con una puntata esplosiva e fa tappa a Roma negli studi di ViaCondotti21

Carlo Calenda, Maurizio Gasparri, Francesco Paolo Sisto, Luigi Bisignani, Francesco Silvestri, Massimiliano Romeo, Paola De Micheli, Bobo Craxi e Francesca Pascale si preparano a infiammare gli studi di Via Condotti 21 per una serata senza censure. Appuntamento imperdibile su LaC Tv alle ore 21.

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    Preparate i popcorn e abbassate il volume del televisore, perché venerdì 7 febbraio Perfidia torna con una puntata che si preannuncia più esplosiva di un consiglio dei ministri in diretta. Antonella Grippo, la regina della conduzione senza peli sulla lingua, ha riunito un cast di prim’ordine per il talk più irriverente del piccolo schermo, in onda dagli studi romani di ViaCondotti21 su LaC Tv.

    Sul ring di questa settimana, pezzi grossi della politica italiana pronti a tutto pur di far sentire la propria voce: Carlo Calenda, presidente di Azione; Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia; Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia; Luigi Bisignani, giornalista e scrittore senza filtri; Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle; Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega; Paola De Micheli, deputata del Pd; Bobo Craxi, rappresentante del Partito socialista italiano; e Francesca Pascale, attivista.

    Dibattiti incandescenti e colpi di scena garantiti

    Con un simile parterre, il rischio di una serata soporifera è pari a zero. Al contrario, le premesse indicano uno scontro tra visioni opposte, dichiarazioni che faranno discutere e qualche scambio di battute al vetriolo (di quelli che tanto piacciono ai social). Il tutto condito dal tocco inconfondibile di Antonella Grippo, maestra nel tirare fuori dai suoi ospiti il meglio e il peggio di loro stessi.

    Non è solo un talk, è uno spettacolo. E, come sempre, Perfidia non farà sconti a nessuno. Dalle tensioni interne ai partiti agli scenari futuri della politica italiana, ogni argomento sarà trattato senza paura di pestare i piedi a qualcuno. Il format ormai consolidato è chiaro: niente retorica, niente giri di parole, solo domande dirette e risposte che fanno rumore.

    Un appuntamento imperdibile per chi ama la politica (vera)

    Chi ha nostalgia della politica fatta di scontri veri e senza diplomazia troverà pane per i suoi denti. Con ospiti così variegati, la puntata del 7 febbraio promette scintille: Calenda e Gasparri pronti a darsi battaglia sui temi caldi dell’economia e della giustizia, mentre Pascale potrebbe riservare qualche sorpresa con le sue dichiarazioni pungenti.

    L’appuntamento è fissato per venerdì 7 febbraio alle ore 21 su LaC Tv, canale 11 del digitale terrestre. Per chi preferisce il web, sarà disponibile anche in streaming su LaC Play. Insomma, non ci sono scuse per perdersi Perfidia. La politica italiana non è mai stata così… perfida.

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      Televisione

      Barbara D’Urso verso la Rai? Spunta l’ipotesi clamorosa per il suo ritorno in tv

      Domenica pomeriggio libera, trattative in corso e un futuro tutto da scrivere: Barbara D’Urso sembra pronta a tornare sul piccolo schermo, stavolta con un programma Rai. Intanto emergono retroscena sul suo lungo esilio dal video.

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        Barbara D’Urso si prepara a riprendersi la scena. Dopo un anno lontano dalla televisione, la storica conduttrice partenopea potrebbe presto tornare sul piccolo schermo, e stavolta non a Mediaset, bensì sulla Rai. L’indiscrezione, rilanciata da più fonti, accende i riflettori su un clamoroso rientro che solo fino a qualche mese fa sembrava impensabile.

        Dopo l’addio burrascoso a Canale 5 nel 2023, Barbara D’Urso si era ritagliata un anno sabbatico, dedicandosi alla famiglia, agli amici e a qualche evento mondano. Un modo per ricaricare le batterie dopo anni di sovraesposizione televisiva e ritmi serrati. Eppure, chi conosce Barbarella sa che l’amore per il video non si spegne facilmente. Ed ecco che, ora, il suo nome comincia a circolare con sempre maggiore insistenza negli ambienti Rai.

        La tv di Stato starebbe valutando di affidarle uno spazio importante nella prossima stagione televisiva, approfittando anche di una domenica pomeriggio che, complice l’addio di alcuni programmi storici, potrebbe offrire nuove opportunità. Nulla è ancora ufficiale, ma i contatti sarebbero avviati e la trattativa in corso. Per la D’Urso si tratterebbe di una vera e propria rinascita mediatica, dopo mesi di porte sbattute in faccia.

        Non sono mancati, infatti, retroscena amari sul suo lungo silenzio televisivo. Secondo il portale Dagospia, Barbara si sarebbe trovata, in questi mesi, di fronte a una sorta di ostracismo diffuso: «Pur senza mercato, da Rai a La7 fino a Warner-Discovery, si è trovata, come ai cani, il cartello “vietato l’ingresso”», si legge in un articolo al vetriolo. Colpa, forse, dei postumi della guerra fredda esplosa con Pier Silvio Berlusconi e della difficile transizione dell’era post-Mediaset.

        Barbara D’Urso, da parte sua, ha sempre mantenuto un profilo elegante, senza mai scendere apertamente in polemica. Ha continuato a mostrarsi sorridente sui social, a raccontare il suo quotidiano tra teatro, affetti e momenti di leggerezza. Ma dietro il sorriso, chi la conosce bene sa quanto desiderasse tornare a fare quello che ama di più: parlare alla gente, raccontare storie, emozionare il suo pubblico.

        Ora, la possibilità concreta di un ritorno su Rai 1 o Rai 2 apre nuovi scenari. La domenica pomeriggio potrebbe essere il terreno ideale per una Barbara D’Urso rinnovata, meno sopra le righe ma ancora capace di catalizzare ascolti e attenzione. Del resto, la forza comunicativa di Barbarella non è mai stata in discussione: è stata una delle poche a reggere per anni su Canale 5 programmi quotidiani e domenicali senza mai perdere il contatto con il suo pubblico.

        Se l’operazione dovesse andare in porto, sarebbe una delle sorprese più clamorose della prossima stagione tv. Un segnale che, in un mondo televisivo sempre più liquido, anche chi sembrava “reietto” può trovare una nuova casa. E Barbara, a giudicare dall’entusiasmo che continua a suscitare tra i suoi fan, è pronta a rimettersi in gioco.

        In attesa dell’ufficialità, resta il dato di fatto: la voglia di tv di Barbara D’Urso non è mai tramontata. E forse, dopo tanto silenzio, il suo momento è davvero arrivato.

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          Televisione

          Miss Italia e la sua eterna crisi: tra nostalgia, polemiche e attese

          Il documentario “Miss Italia non deve morire” riaccende il dibattito sul concorso di bellezza più famoso d’Italia. Un’istituzione in cerca di una nuova identità, tra il glorioso passato in Rai e un presente incerto.

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            Da anni, Miss Italia oscilla tra la celebrazione nostalgica di un’epoca televisiva ormai lontana e il limbo di un format che fatica a trovare spazio nell’intrattenimento contemporaneo. Un tempo era il trampolino di lancio per aspiranti star, un rito annuale che teneva incollati allo schermo milioni di italiani. Oggi, invece, il concorso è diventato un oggetto fuori fuoco, sospeso tra il tentativo di restare rilevante e la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti della società e della televisione.

            È proprio su questa crisi che si concentra “Miss Italia non deve morire”, documentario diretto da Piero Daviddi e David Gallerano, prodotto da Fremantle e Ring Film è da poco uscita su Netflix. Un racconto che, tra archivio, testimonianze e personaggi sopra le righe, ripercorre la storia del concorso e la sua controversa relazione con la Rai, un rapporto interrotto ormai da anni ma che continua a pesare come un’assenza ingombrante.

            Miss Italia e la Rai: una separazione mai davvero digerita

            Per decenni, Miss Italia e la Rai sono stati un binomio inscindibile. Era il servizio pubblico a garantire al concorso quell’aura di evento istituzionale, capace di elevare la competizione sopra le derive più trash della televisione commerciale. Una consacrazione che ha portato alla ribalta nomi come Miriam Leone, Caterina Balivo, Francesca Chillemi e persino Mara Carfagna, donne che hanno trovato nel titolo di Miss Italia un primo passo verso carriere ben più ampie.

            Oggi, però, il concorso si è smarrito, relegato a emittenti minori e piattaforme streaming che non riescono a restituirgli la centralità di un tempo. Il documentario non si limita a raccontare questa parabola discendente, ma solleva anche un interrogativo: può la nuova Rai, oggi più vicina a un’idea di spettacolo tradizionale, riportare in auge Miss Italia?

            Dopotutto, la televisione pubblica ha già dimostrato di voler recuperare certe narrazioni classiche: il Festival di Sanremo ne è un esempio, con una restaurazione che ha cercato di bilanciare modernità e tradizione. Perché allora non potrebbe farlo anche Miss Italia?

            Un concorso in cerca di una nuova identità

            Il documentario, pur essendo a tratti affannato e forse compresso nel racconto, riesce a restituire il microcosmo affascinante e strampalato che ancora oggi ruota intorno al concorso. Patrizia Mirigliani, figlia del patron Ezio, è il fulcro della narrazione: una donna determinata, ostinata nel voler riportare Miss Italia al centro del dibattito culturale.

            Attorno a lei, si muove una costellazione di personaggi che sembrano usciti da un film grottesco: gli agenti regionali, da Genny Stefanelli in Toscana a Carmen Martorana in Puglia, appaiono come custodi di un mondo che sembra appartenere a un’altra epoca. Eppure, il loro lavoro continua. Le selezioni proseguono, le ragazze partecipano, l’idea di Miss Italia come porta d’ingresso nel mondo dello spettacolo resiste, seppur con meno forza di un tempo.

            Il documentario non evita i contrasti: l’immagine di Miss Italia come format anacronistico, legato a una visione della bellezza e dello spettacolo superata, è una questione che resta aperta. Ma, d’altra parte, non è forse vero che anche programmi considerati più moderni flirtano con gli stessi codici del trash e del glamour sfrenato?

            La nostalgia può bastare?

            Il grande interrogativo che aleggia sul futuro di Miss Italia è se la nostalgia possa bastare a rilanciarlo. Il documentario sembra suggerire che la risposta sia no: la semplice evocazione del passato non è sufficiente, serve un cambio di passo, una rilettura in chiave contemporanea che vada oltre la rievocazione malinconica di ciò che è stato.

            Forse, come suggerisce qualcuno nel documentario, la soluzione sarebbe un cambiamento radicale, un’apertura a nuove forme di spettacolo, un ripensamento del format. O forse, più semplicemente, l’unico modo per riportare Miss Italia sotto i riflettori è proprio quello che la Mirigliani continua a chiedere: il ritorno in Rai. Perché, nel bene o nel male, è solo il marchio della televisione pubblica che può davvero restituire al concorso il peso che ha perso.

            Nel frattempo, Miss Italia resta lì, in attesa. Né viva né morta. In una limbo mediatico che forse è il vero specchio della sua attuale condizione.

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              Televisione

              Il racconto intimo e privato durante Verissimo: Licia Colò rivela di avere una sorella

              Nel salotto Mediaset presentato da Silvia Toffanin, la Colò regala ai telespettatori una rivelazione intima della sua vita privata.

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                Durante una toccante intervista rilasciata a Verissimo, il talk show condotto da Silvia Toffanin su Canale 5, Licia Colò ha condiviso con il pubblico una parte molto intima e poco conosciuta della sua vita privata. La celebre conduttrice e divulgatrice scientifica ha raccontato di aver scoperto, già adulta, l’esistenza di una sorella di nome Gioia, di cui ignorava completamente l’esistenza fino all’età di 30 anni.

                Una sorpresa inaspettata

                “Le sorprese in famiglia ci sono sempre state – ha dichiarato – e un giorno mio padre mi comunicò che avevo una sorella”. Una notizia che ha segnato profondamente la vita della Colò, aprendo le porte a un nuovo capitolo familiare tanto inaspettato quanto emozionante.

                La morte del padre come punto di svolta

                Nonostante la rivelazione fosse avvenuta anni prima, il vero incontro tra le due sorelle è avvenuto solo in seguito alla morte del padre. “È stato allora che abbiamo iniziato a frequentarci davvero – ha raccontato Colò – e per me è stata una rinascita”. Licia descrive la sorella Gioia come una donna solare, simpatica e con un carattere molto simile a quello del padre: “È la sua fotocopia. Frequentarla mi ha fatto sentire più vicina a lui”.

                “Due sorelline di 7 anni”: un nuovo inizio fatto di complicità

                ùIl rapporto tra Licia Colò e la sorella Gioia si sta costruendo lentamente ma con naturalezza. “È come se fossimo due bambine di sette anni – ha spiegato – ci stiamo conoscendo, divertendo, confidando. C’è complicità, c’è affetto. Ed è bello così, perché una sorella non è solo una questione di DNA: è condivisione, presenza, affetto vissuto”. Un legame riscoperto, fatto di piccole gioie quotidiane, che ha regalato a Licia una nuova dimensione familiare.

                Una vita dedicata all’amore: per la natura, la famiglia e la verità

                Durante la trasmissione, Licia Colò ha anche presentato la figlia Liala, avuta a 42 anni con l’ex marito Alessandro Antonino, conosciuto dal pubblico come “Mr. Nat”. Un altro tassello importante nella vita della conduttrice, da sempre impegnata nella divulgazione scientifica e nella promozione della sostenibilità ambientale. La sua testimonianza a Verissimo è stata un racconto di umanità, sincerità e forza, capace di ispirare chi, nella propria vita, affronta situazioni familiari complesse o scoperte inaspettate.

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