Televisione

Sanremo è Sanremo… ma il resto no! Carlo Conti chiude in anticipo col nuovo show

Il programma sperimentale del sabato sera di Carlo Conti, Ne vedremo delle belle, si chiude in anticipo. Il motivo? Manca il “pepe” tra le protagoniste. Il celebre conduttore spiega con la sua solita eleganza (e un pizzico di autoironia) le ragioni dietro la chiusura anticipata. Ecco cosa è andato storto, cosa possiamo imparare e perché il varietà resta ancora un terreno da esplorare.

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    Ne vedremo delle belle era nato come esperimento del sabato sera su Rai1, una sfida nel panorama sempre più competitivo dell’intrattenimento televisivo. Ma dopo solo quattro puntate — e una quinta mai realmente in programma — il varietà chiude i battenti. Il conduttore Carlo Conti, in un’intervista a LaPresse, ha commentato con onestà e un tocco di realismo:

    “Il programma non è che vada benissimo… quindi meglio chiudere prima”.

    Carlo Conti senza filtri: “Mancava il pepe tra le protagoniste”

    Il conduttore non si nasconde dietro i numeri. Il vero problema, a suo dire, non è stato l’ascolto basso in sé, ma la mancanza di “pepe” tra le protagoniste. Il format prevedeva un confronto vivace, dinamiche frizzanti, ma la voglia di fare spettacolo ha superato quella di accendere il dibattito. In parole povere: troppo zucchero, zero peperoncino.

    “In ‘Ne vedremo delle belle’ è mancato l’aspetto fondamentale che doveva essere il pepe tra le protagoniste”, ha detto Conti. E senza pepe, si sa, anche il piatto migliore rischia di essere insipido.


    Una chiusura annunciata: perché il sabato sera è una giungla

    Il programma era già stato pensato per durare solo cinque puntate, ma con la pausa del Sabato Santo e ascolti non entusiasmanti, Conti ha scelto di non proseguire:

    “Se hai un programma che fa il 25-30% puoi anche fermarti e ripartire. Ma qui non era il caso”.

    La decisione, pur lucida, riflette le difficoltà del sabato sera televisivo, dove il pubblico è esigente e il varietà classico fa sempre più fatica a innovarsi.

    Il coraggio di sperimentare (anche quando non funziona)

    Carlo Conti, però, non rinnega nulla:

    “Quando sperimento sono sempre contento… Se non lo facciamo noi, chi deve farlo?”

    Un messaggio chiaro: la sperimentazione è parte integrante del mestiere, anche a costo di sbagliare. E se a provarci sono volti storici come lui, Antonella Clerici o Amadeus, tanto di cappello. È proprio il rischio a tenere viva la TV generalista.

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