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Calcio

Accordo in vista, Antonio Conte alla corte di Aurelio De Laurentiis

L’arrivo di Antonio Conte al Napoli rappresenta un importante passo per il club, determinato a tornare ai vertici del calcio italiano. Con una squadra da rinnovare e nuovi obiettivi da raggiungere, l’entusiasmo e l’esperienza di Conte potrebbero essere la chiave per un futuro di successi.

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    Il Napoli è alle battute finali per l’accordo con Antonio Conte. Dopo un primo scambio di documenti domenica, il presidente Aurelio De Laurentiis dovrebbe dare l’ok definitivo all’accordo tra oggi e domani.

    Cosa prevede il contratto?

    Il contratto De Laurentiis-Conte prevede tre anni a 9 milioni di euro a stagione, tra parte fissa e bonus. La trattativa, coordinata dal direttore sportivo Giovanni Manna, ha visto Conte accettare la proposta durante lo scorso weekend.

    Già al lavoro con il suo super staff

    Antonio Conte, insieme al suo staff, tra cui Lele Oriali, è già impegnato nell’analisi della rosa del Napoli. L’allenatore non ha imposto restrizioni sulle cessioni, con Victor Osimhen destinato a partire e Khvicha Kvaratskhelia il cui futuro dipenderà dalle offerte ricevute. Tuttavia, la presenza di Conte potrebbe incentivare il georgiano a rimanere.

    Per la firma una questione di ore

    Nei prossimi due giorni, gli avvocati delle parti continueranno lo scambio di documenti, con l’obiettivo di firmare il contratto il prima possibile. De Laurentiis e la direzione dovrebbe controllare proprio oggi i documenti e finalmente portare fino in fondo la trattativa. Ma in pratica il club partenopeo sta già preparando un annuncio ufficiale in grande stile per celebrare l’arrivo dell’ex allenatore della Juventus.

    Ma quali sono gli obbiettivi reali di De Laurentiis?

    Con l’arrivo di Conte, il Napoli punta a iniziare un nuovo ciclo he sia davvero vincente e che possibilmente nei prossimi anni porti la società a giocarsi le coppe di peso. Ma per questo se tutto va bene bisognerà aspettare la stagione 2025/26. Dopo una stagione deludente appena conclusa l’obiettivo principale sarà il campionato e la Coppa Italia. La squadra nella stagione prossima non parteciperà alle competizioni europee. Conte, reduce da esperienze con Juventus e Inter, è pronto a tornare in Italia con l’imperativo di vincere.

    Ma Gasperini che fine ha fatto?

    Quella con l’allenatore dell’Atalanta che sarebbe in procinto di confermare la sua presenza a Bergamo ancora per due anni non era una vera e propria trattativa. Forse non è mai entrato in gioco veramente. Gasperini non avrebbe mai potuto essere una alternativa. Si è trattato come spesso accade di una partita giocata su più tavoli. Un modus adottato spesso da De Laurentiis che avrebbe potuto corrispondere a un ‘win win’. O l’uno o l’altro. Ma in fondo a Gasperini il presidente del Napoli non ci ha mai creduto per davvero.

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      Calcio

      Riparte il campionato: Inter fuori con il Genoa

      Riparte il calcio ed è subito Serie A con partite che si preannunciano combattute e dall’esito incerto. L’Inter al via in casa del Genoa.

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        E’ il grande giorno. La Lega Serie A ha reso noto il calendario della stagione 2024-25, al via il weekend del 18 agosto 2024, per chiudersi il 25 maggio 2025. La cerimonia si è tenuta dall’Auditorium Multimediale di Rds a Roma. Saranno quattro le soste per gli impegni delle nazionali (8/9/2024, 13/10/2024, 17/11/2024 e 23/3/2025), mentre l’unico turno infrasettimanale è previsto mercoledì 30 ottobre 2024. La Coppa Italia Frecciarossa prenderà il via con il turno preliminare il 4 agosto 2024 e si concluderà con la finale in programma il 14 maggio 2025. Si parte così. Genoa-Inter, Milan-Torino, Juventus-Como; Bologna-Udinese, Cagliari-Roma, Empoli-Monza, Verona-Napoli, Lazio-Venezia, Lecce-Atalanta, Parma-Fiorentina.

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          Calcio

          Siamo messi male. Il sistema calcio è da riformare

          Arrigo Sacchi è deluso e amareggiato. Come milioni di italiani, che sabato hanno assistito a una delle peggiori partite della storia azzurra. Per l’eliminazione, ma soprattutto per lo spirito inesistente di una squadra arresasi già prima di giocare.

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            Sulla figuraccia della squadra italiana ai Campionati europei di calcio contro la Svizzera si è espresso anche Arrigo Sacchi. Il sistema calcio è da riformare, dice. Di lui ci ricordiamo soprattutto il periodo nel quale era allenatore del Milan di Silvio Berlusconi. Un’avventura che iniziò con il campionato 1987/88. L’allora neopresidente milanista, decise di chiamarlo sulla panchina dei rossoneri dopo l’ottima prova del Parma (allora in serie B), contro il Milan di Liedholm in Coppa Italia. Con i rossoneri Arrigo ha vinto tutto. O quasi. Dallo scudetto nel 1987/88, (arriverà terzo nel 1988/89, secondo nel 1989/90 e nel 1990/91), alla Supercoppa Italiana (1989), dalle due Coppe dei Campioni (1988/89 e 1989/90) alle due Coppe Intercontinentali (1989 e 1990), alle due Supercoppe Europee (1989 e 1990).

            E’ stato anche Ct della Nazionale

            Poi gli arrivò tra le mani la Nazionale. Siamo nel 1991 subentra ad Azeglio Vicini come commissario tecnico portando l’Italia ai Mondiali USA del 1994 e ottenendo il secondo posto dietro il Brasile. Nel 1995 guida l’Italia alla qualificazione per la fase finale dell’Europeo ’96. Il suo ultimo incarico è ancora a Parma che lo aveva lanciato come allenatore. Ma alla fine lascia per il troppo stress. Per l’eliminazione dell’Italia agli Europei è furioso. Reputa che i giocatori non hanno dato niente, che manchino di un’etica per una sconfitta ottenuta senza dignità e orgoglio…

            Siamo messi molto male

            Siamo messi male“, dice. Molto male. Perché puoi non essere un campione, ma devi dare tutto, continua a ribadire. E invece secondo Arrigo questi giocatori non hanno dato niente. Sacchi è deluso e amareggiato. Come milioni di italiani, che sabato hanno assistito a una delle peggiori partite della storia azzurra. Se la prende soprattutto per il modo in cui la Nazionale è stata eliminata, ma soprattutto per lo spirito inesistente “di una squadra arresasi già prima di giocare“.

            Un messaggio per il Paese

            Una sconfitta deludente e inaccettabile aggiunge Sacchi che rincara la dose “Si può anche perdere, ma lo si può fare con dignità ed orgoglio“. Secondo l’ex Ct la Nazionale ha il dovere di mandare un messaggio che va oltre il calcio, a tutto il Paese.

            Ma sarà colpa di Spalletti?

            Secondo il Sacchi pensiero l’attuale Ct ha le sue colpe, questo è sicuro, perché tutti sono responsabili. Dare la colpa solo a lui è semplice. Si pensa di risolvere tutto trovando un unico responsabile, con una tipica soluzione all’italiana. E a Spalletti, Sacchi consiglia di fare tesoro degli errori. Ora dovrebbe puntare solo su calciatori che ritiene ideali alle sue idee di gioco. Dovrebbe andare avanti per persuasione e percussione, con un progetto definito e senza paure. Prima di tutto, spiega Sacchi “(…)deve puntare su uomini giusti, con valori morali solidi. Occorrono ragazzi affidabili e intelligenti. Siamo messi male, servono scelte forti e coraggiose“(…).

            Un sistema da riformare

            Secondo l’allenatore il nostro principale problema dipende dal fatto che siamo una società vecchia e il calcio rispecchia il Paese. Servirebbe un rinnovamento vero e totale, dice. Essere rimasti fuori dal mondiale per due volte avrebbe dovuto portare a riflessioni profonde. “Poi però non abbiamo fatto niente”. E sottolinea che in Germania hanno 24 centri federali. In Francia 16. La Svizzera 3. E In Italia? “Uno solo“, dice sconsolato. Un centro costruito nel 1957. Senza strutture non c’è progettualità, aggiunge. “Senza progettualità non c’è crescita“.

            Tutto sale dal basso e poi va su

            Quando nel 2010 è entrato nella Figc come coordinatore tecnico, ricorda che a ogni partita contro i ragazzini svizzeri l’Italia prendeva 3-4 gol. Decise di andare in Svizzera per cercare di capire le origini di quelle vittorie. E delle nostre sconfitte. Lì si rese conto che da noi si facevano due giorni di allenamento sempre di corsa. Loro, invece, avendo tre centri federali che raccoglievano ragazzi nel raggio di un ottantina di km, potevano permettersi di lavorare per intere settimane. “È così che si cresce“.

            Quanto pesa avere troppi stranieri nel nostro campionato?

            Secondo Arrigo il problema non sono gli stranieri, ma gli stranieri mediocri che sottraggono spazio ai giovani italiani senza accrescere il livello, anzi abbassandolo. Basta rileggere la storia, suggerisce. Infatti secondo Arrigo ogni volta che si è favorita l’invasione di giocatori dall’estero, l’Italia è andata in difficoltà. E per finire Sacchi elogia alcuni allenatori che secondo lui stanno tracciando una strada, attraverso il gioco. Tipi come Gasperini, Sarri, Italiano, De Zerbi sanno guardare al futuro. Secondo l’ex allenatore è necessario formare i maestri, soprattutto nei settori giovanili, nelle scuole calcio. “Altrimenti“, aggiunge, “succede come contro la Svizzera professionisti strapagati che non sanno cosa fare col pallone tra i piedi“.

            Che fare quindi per ribaltare questa triste situazione?

            Semplice, risponde “giocare di squadra. Solo così si vince“.

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              Calcio

              Il destino degli azzurri si decide a Berlino

              Gli uomini di Spalletti sono chiamati a un’impresa epica all’Olimpiastadion di Berlino, dove solo una vittoria garantirà il proseguimento del sogno europeo.

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                L’Italia si prepara a una delle sfide più intense e decisive del suo cammino in Euro 2024. All’Olimpiastadion di Berlino, gli azzurri guidati da Luciano Spalletti affronteranno la Svizzera in un match da dentro o fuori. Dopo una fase a gironi in cui hanno mostrato solo sprazzi del loro potenziale, è giunto il momento per l’Italia di dimostrare di essere degna del titolo di campioni in carica.

                La posta in gioco

                Il percorso degli azzurri fino a questo punto è stato segnato da alti e bassi, e la qualificazione agli ottavi è arrivata per il rotto della cuffia. Troppo poco per una squadra che ambisce a confermarsi tra le migliori d’Europa. Spalletti, con la sua consueta passione e determinazione, ha caricato i suoi uomini: “Sappiamo che la Svizzera è un avversario ostico, ma siamo pronti a dare il massimo. Questo è il momento di dimostrare il nostro carattere e la nostra determinazione”.

                Un avversario temibile

                La Svizzera non è certo una squadra da sottovalutare. Con un mix di giovani talenti e giocatori esperti, gli elvetici hanno dimostrato di poter competere ad alti livelli. La sfida contro l’Italia sarà per loro altrettanto decisiva, rendendo il match ancora più avvincente e carico di tensione.

                L’atmosfera dell’Olimpiastadion

                Lo scenario dell’Olimpiastadion di Berlino aggiunge ulteriore epicità a questa sfida. Un tempio del calcio che ha visto svolgersi alcune delle partite più memorabili della storia. Gli azzurri dovranno mettere in campo non solo la loro esperienza e qualità, ma anche il cuore e la determinazione di chi sa che ogni errore potrebbe essere fatale.

                Un match da seguire

                I tifosi italiani, con il cuore in gola, seguiranno la partita in diretta streaming su Rai, sperando in una prestazione all’altezza delle aspettative. Questo match rappresenta per l’Italia non solo la possibilità di avanzare nel torneo, ma anche di riaffermare il proprio valore e di continuare a sognare il titolo europeo.

                Si gioca tutto

                L’Italia si gioca tutto in questa partita contro la Svizzera. È un match da dentro o fuori che potrebbe segnare il destino degli azzurri in Euro 2024. Tutti gli occhi sono puntati sull’Olimpiastadion di Berlino, dove la nazionale italiana cercherà di conquistare una vittoria fondamentale per continuare a sognare il titolo europeo. In un contesto così carico di significato, gli azzurri sono chiamati a scrivere un’altra pagina epica della loro storia calcistica.

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