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Addio a Totò Schillaci, l’eroe delle Notti Magiche ci lascia a 59 anni

Il mondo del calcio in lutto per la scomparsa dell’indimenticabile attaccante di Italia ’90 Totò Schillaci, simbolo di un’estate che ha fatto sognare l’Italia intera. Si spegne dopo una lunga battaglia contro il tumore

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    Salvatore Schillaci, conosciuto da tutti come Totò, è morto all’età di 59 anni dopo una lunga malattia. L’eroe indimenticabile delle Notti Magiche di Italia ’90, affetto da un tumore al colon, è stato ricoverato nei giorni scorsi all’Ospedale Civile di Palermo, per poi essere trasferito a casa nelle ultime ore. Dopo due operazioni, sembrava che avesse sconfitto la malattia, tanto che l’anno scorso era apparso anche in televisione nel programma Pechino Express. Ma il destino, purtroppo, non è stato clemente.

    Schillaci, che aveva dato l’ultima intervista al Corriere della Sera nel marzo 2023, ha segnato un’epoca con il suo gol decisivo e la sua personalità travolgente, diventando uno dei volti più amati del calcio italiano. È bastata una notte, una “notte magica”, per trasformare Totò in una leggenda, quella del 9 giugno 1990, quando l’Italia ospitava il Mondiale.

    La notte che trasformò Schillaci in una leggenda

    Quante vite servono per diventare un campione? Per Totò Schillaci bastò una notte. Quella notte magica in cui l’Italia intera tenne il fiato sospeso. Il 9 giugno 1990, la partita inaugurale del Mondiale contro l’Austria sembrava non volersi sbloccare: uno zero a zero che iniziava a preoccupare i tifosi all’Olimpico di Roma. La Nazionale di Vicini aveva un solo risultato accettabile: vincere. E quella sera sembrava destinata a concludersi tra i fischi.

    Schillaci, che era partito dalla panchina, non perse l’attimo. Al richiamo del tecnico “Scaldati!”, il giovane attaccante si buttò subito nella mischia con l’entusiasmo di chi ha atteso una vita quel momento. Quattro minuti dopo il suo ingresso, un colpo di testa su un traversone di Vialli lo consacrò: il pallone finalmente rotolò in rete. Il suo sguardo, incredulo e pieno di fuoco agonistico, divenne il simbolo di un intero Mondiale. Schillaci era entrato in una “trance agonistica” che durò quasi un mese, durante il quale segnò gol dopo gol, trascinando l’Italia fino alla semifinale.

    Un Mondiale indimenticabile

    Schillaci non era nemmeno certo di partecipare a quel Mondiale, figuriamoci di giocare un ruolo così decisivo. Ma una volta chiamato, il suo impatto fu devastante. Da attaccante quasi sconosciuto a capocannoniere del torneo, il suo nome è rimasto legato indissolubilmente a quell’Italia del 1990 che fece sognare milioni di tifosi.

    L’Italia forse avrebbe meritato qualcosa in più di una semifinale, ma quella sconfitta contro l’Argentina di Maradona non ha tolto nulla alla grandezza dell’impresa di Totò e dei ragazzi di Vicini. Anzi, ha reso quella cavalcata ancora più umana e leggendaria.

    Il ricordo di un campione senza tempo

    Totò Schillaci non è stato solo un calciatore, ma un simbolo di una generazione. Le sue “Notti Magiche” sono rimaste nell’immaginario collettivo di un’intera nazione. Ci lascia con il ricordo di un sorriso semplice, di una gioia incontenibile dopo ogni gol, e di un calcio che oggi sembra appartenere a un’epoca lontana.

    Il mondo del calcio e tutti coloro che lo hanno amato, dentro e fuori dal campo, oggi si stringono nel dolore. Totò Schillaci non c’è più, ma la sua leggenda vivrà per sempre nei cuori di tutti noi.

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