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Sport

Anthony Ammirati: da flop olimpico a star del porno, tutto grazie a un salto… speciale

L’atleta francese Anthony Ammirati manca la qualificazione olimpica nel salto con l’asta, ma conquista il web con un “colpo basso” che lo rende famoso. E c’è anche chi gli offre 250 mila dollari per un video hot.

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    Anthony Ammirati, atleta francese del salto con l’asta, forse non si aspettava di diventare famoso in questo modo. Eliminato dalle Olimpiadi di Parigi 2024 dopo aver mancato la qualificazione nella sua specialità, il giovane atleta è comunque riuscito a far parlare di sé. E non per i suoi successi sportivi, ma per un errore che, letteralmente, lo ha colpito sotto la cintura.

    Durante il round 1 della competizione, Ammirati ha cercato di superare l’asticella posta a 5,70 metri. Purtroppo, però, ha urtato il montante con una parte del corpo che raramente entra in gioco nel salto con l’asta: le sue parti basse. Il risultato? Un colpo talmente doloroso che, seppur abbia eliminato il giovane dalle Olimpiadi, gli ha garantito la fama. Chi di asta ferisce, di asta perisce, si potrebbe dire.

    Chi è Anthony Ammirati?

    Per chi non lo conoscesse, Anthony Ammirati è un giovane atleta francese, specializzato nel salto con l’asta. Fino a pochi giorni fa, il suo nome era noto solo tra gli appassionati di atletica. Ma, grazie alla sua performance “particolare”, Ammirati è diventato un vero e proprio fenomeno sul web. Il video del suo salto non solo ha fatto il giro del mondo, ma ha generato una valanga di meme che giocano sull’incredibile coincidenza tra il suo cognome e l’effettivo “ammirato” bersaglio del colpo.

    E se pensate che la storia finisca qui, vi sbagliate di grosso.

    La proposta indecente: 250 mila dollari per un’ora… molto particolare

    Come se non bastasse, la vicenda di Ammirati ha attirato l’attenzione di Daryn Parker, vicepresidente di CamSoda, un noto sito di intrattenimento per adulti. Colpito (letteralmente) dalla performance dell’atleta, Parker ha offerto ad Ammirati la modica cifra di 250 mila dollari per un’esibizione di un’ora in webcam. “Se dipendesse da me, ti premierei per ciò che tutti gli altri hanno visto: il tuo talento sotto la cintura”, ha scritto Parker nella sua proposta, secondo quanto riportato da Tmz Sport. Insomma, per Ammirati, quella che sembrava una disfatta olimpica potrebbe trasformarsi in un’opportunità… fuori dal comune.

    Ammirati, cosa farai?

    La proposta di Parker è sicuramente allettante, soprattutto per un atleta giovane che ha visto sfumare il suo sogno olimpico in modo così ironico. Ma cosa deciderà di fare Ammirati? Per ora, il giovane non ha ancora risposto. Se accetterà o meno l’offerta resta un mistero, ma una cosa è certa: la sua avventura olimpica, per quanto deludente dal punto di vista sportivo, gli ha garantito una notorietà che molti atleti non raggiungono nemmeno con una medaglia d’oro.

    In attesa di sapere se vedremo Anthony Ammirati in una nuova veste, possiamo solo sperare che abbia trovato almeno un po’ di umorismo in tutto questo. Dopotutto, come dice il proverbio, non tutto il male viene per nuocere… soprattutto se il male è accompagnato da un’offerta così curiosa!

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      Calcio

      Di Livio e il segreto su Byron Moreno: “Lo insultai di brutto. E lo rifarei”

      Ventitré anni dopo Italia-Corea del Sud, l’ex “Soldatino” confessa le parole dette all’arbitro dello scandalo: un mix esplosivo di rabbia, insulti e consapevolezza. Perché in campo, quel giorno, nessuno aveva dubbi.

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        Certe ingiustizie non invecchiano. Restano lì, in agguato dietro ogni replay, ogni “se”, ogni birra davanti a una partita dei Mondiali. E per Angelo Di Livio, 58 anni, ex motorino instancabile della nazionale azzurra, il 18 giugno 2002 non è mai davvero finito. Quel giorno, a Daejeon, in Corea del Sud, l’Italia venne eliminata ai supplementari da un arbitraggio che aveva più buchi di un colapasta, firmato Byron Moreno. Ora, passati più di vent’anni, Di Livio si toglie un sassolino grande come un macigno: “Lo insultai di brutto. Figlio di putt*, cogli***, mer**. E lo rifarei”.**

        L’occasione per la confessione è un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove l’ex juventino torna su uno dei momenti più amari della storia recente del calcio italiano. “Tanto sapevo che non poteva cacciarmi, aveva appena espulso Totti. Vennero anche Gattuso, Vieri, Maldini. Eravamo fuori di noi, e a ragione”.

        Quel giorno è entrato nell’album nero della nostra memoria collettiva. Un fuorigioco inesistente fischiato a Tommasi che stava per segnare il golden gol. Un’espulsione grottesca a Francesco Totti per una simulazione immaginaria. Falli ignorati, cartellini usati come coltelli. Una gestione dell’incontro che sembrava scritta da una penna cinica e truccata. E alla fine il colpo di grazia: il gol decisivo di Ahn Jung-hwan, attaccante coreano in forza al Perugia, poi subito licenziato dal patron Gaucci per “lesa maestà”.

        “Doveva andare avanti la Corea, era tutto programmato”, dice Di Livio. E in effetti, dopo di noi, toccò alla Spagna. Sempre loro, sempre lo stesso copione: gol annullati, arbitri bendati, sudore e sangue buttati.

        Ma il calcio, ogni tanto, sa essere giusto con ritardo. Il tempo ha restituito a Moreno la fama che meritava, ma non quella che cercava: espulso dalla federazione del suo Paese, accusato di combine, evasore fiscale. E, soprattutto, arrestato a New York con chili di cocaina addosso. Un narcotrafficante con il fischietto in tasca. Una carriera da arbitro finita come una sceneggiatura tarantiniana. “Quando l’hanno arrestato? Nessuna sorpresa. L’avevo capito subito che non era un professionista”.

        O forse lo era. Solo in un altro senso. Di Livio cita Regalo di Natale, capolavoro di Pupi Avati, per spiegare quella sensazione: “Era un professionista, vero?”, chiede Abatantuono dopo esser stato fregato al tavolo da poker. Sì, risponde Cavina con lo sguardo. Era uno bravo. Solo che lavorava per gli altri.

        Ecco: Byron Moreno era così. Un arbitro bravo a fare quello che doveva fare. Peccato che quello che doveva fare fosse sbagliato. Maledettamente, scandalosamente sbagliato.

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          Calcio

          Francesco Totti, la Procura chiede l’archiviazione per l’Iva non dichiarata

          La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento che vedeva Francesco Totti indagato per non aver dichiarato l’Iva su alcune attività pubblicitarie. Il “debito”, inizialmente di poche migliaia di euro, era lievitato fino a 900 mila euro con sanzioni e interessi. Ora l’ex calciatore ha saldato tutto.

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            Francesco Totti non dovrà affrontare un processo per omessa dichiarazione dell’Iva. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’indagine che coinvolgeva l’ex numero 10 della Roma, dopo che lo stesso ha provveduto a saldare il suo debito con il Fisco. Il procedimento, coordinato dai pm Stefano Pesci e Vincenzo Barba, si basava su una verifica effettuata dalla Guardia di Finanza, che aveva analizzato i movimenti economici legati ad alcune apparizioni pubblicitarie dell’ex calciatore.

            Secondo quanto emerso, Totti avrebbe svolto attività promozionali non occasionali, ma senza aprire una partita Iva dedicata. Un’irregolarità che, pur partendo da un importo iniziale piuttosto contenuto, è andata crescendo nel tempo: tra sanzioni e interessi, il debito con l’Erario è arrivato a sfiorare i 900 mila euro. Una cifra importante, maturata nel corso di circa cinque anni.

            Nonostante l’importo lievitato, la decisione della Procura di avanzare la richiesta di archiviazione è legata alla condotta dell’ex capitano giallorosso, che ha scelto di regolarizzare la propria posizione fiscale. Il pagamento del debito ha avuto un peso determinante, dimostrando la volontà di Totti di chiudere la vicenda con il Fisco.

            L’accusa era quella di omessa dichiarazione dell’Iva, un reato tributario che scatta quando un soggetto con obbligo fiscale non presenta le dichiarazioni annuali. In questo caso, però, i magistrati hanno ritenuto che l’interesse punitivo dello Stato fosse venuto meno, viste le somme integralmente versate.

            Nessuna battaglia legale, dunque, per Totti. Una vicenda che si chiude con un conto saldato, ma anche con l’ennesimo riflettore acceso sulla gestione fiscale dei personaggi pubblici. Un tema sempre delicato, soprattutto quando coinvolge volti tanto noti e amati dal grande pubblico. Anche perché, nel bene o nel male, il Pupone fa sempre notizia.

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              Sport

              Il sogno nel cassetto di Federica Brignone? Giocare un set contro Jannik Sinner!

              La sciatrice Federica Brignone, ospite di Che Tempo Che Fa, ha rivelato un sogno segreto: sfidare Jannik Sinner a tennis. Tra battute e autoironia, la campionessa di sci ha ammesso di non avere grandi speranze con la racchetta in mano, ma di essere curiosa di vedere Sinner sugli sci.

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                La fortissima atleta azzurra ha deciso di svelare un desiderio che teneva nascosto nel cassetto: giocare una partita a tennis contro il numero uno della racchetta, Jannik Sinner. Ospite di Che Tempo Che Fa su Nove, la sciatrice italiana ha lanciato la proposta con il sorriso sulle labbra: “Mi piacerebbe giocare con lui… ma c’è un problema! Io faccio schifo a tennis e non vedrei neanche la pallina!”.

                Una sfida incrociata: la vedremo mai?

                Insomma, Brignone è consapevole delle sue scarse doti tennistiche, ma il desiderio di confrontarsi con un talento come Sinner resta. E chi lo sa, magari il campione altoatesino potrebbe ricambiare la sfida sulle piste da sci… E e se da parte di Federica, spirito competitivo a parte, ci fosse un interesse nei confronti di Jannik di un altro tipo?!? Tutto può essere…

                Sinner sugli sci? La Brignone approva!

                Se a tennis la partita sarebbe a senso unico, sugli sci le cose cambiano. Brignone ha rivelato che Sinner, prima di dedicarsi completamente alla racchetta, aveva già dimostrato di essere un fenomeno sugli sci. “È stato campione del Trofeo Topolino, che è come essere campione del mondo Under 14!” ha spiegato. Insomma, Jannik non è esattamente un principiante sulla neve… Quindi, se la sfida sulla terra rossa sarebbe un massacro, una gara di slalom potrebbe essere più equilibrata. Chissà, magari un giorno vedremo davvero i due scambiarsi sport per un giorno!

                Una confessione all’insegna dell’ironia

                La campionessa azzurra ha raccontato tutto con il suo solito spirito leggero e autoironico, conquistando il pubblico e strappando qualche risata. Probabilmente anche lei “vittima” di quell’atmosfera rilassata e complice che i tanti ospiti del talk condotto da Fazio hanno avuto modo di sperimentare negli anni. “Non ho mai osato dirglielo, ma ora lo sa tutta Italia!” ha scherzato. E chissà, magari Jannik Sinner avrà sentito l’invito e sarà pronto ad accettare la sfida… a patto che Brignone lo aspetti al varco sulle piste!

                Lo sport unisce, anche con un sorriso

                In definitva… vedremo Brignone e Sinner su un campo da tennis o su una pista da sci? Un’idea che fa naturalmente sorridere ma che dimostra quanto lo sport possa unire mondi diversi. Anche se la partita a tennis potrebbe finire in pochi minuti, la curiosità di vedere Sinner sugli sci rimane. E se un giorno accadesse davvero, sarebbe uno spettacolo memorabile.

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