Sport
Bebe Vio Grandis ancora a medaglia: una vita tra sacrifici e trionfi olimpici
Per la terza volta di fila la schermitrice veneta sale sul podio delle Paralimpiadi: bronzo nella rassegna di Parigi, dopo gli ori di Rio 2016 e Tokyo 2020.
Bebe Vio Grandis è molto più di una campionessa paralimpica. E’ un simbolo di forza, determinazione e resilienza. Con il suo sorriso contagioso e una personalità travolgente, ha saputo trasformare le avversità in opportunità, raggiungendo traguardi che pochi avrebbero immaginato. La sua storia è quella di una ragazza che ha sfidato il destino, superando ostacoli fisici e mentali per diventare una delle atlete che più hanno ispirato la sua generazione.
La battaglia contro la meningite
Nata a Venezia il 4 marzo 1997, Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio, conosciuta da tutti come Bebe, ha vissuto una tragedia che avrebbe potuto spezzarla. A 11 anni, una meningite fulminante ha costretto i medici ad amputarle braccia e gambe per salvarle la vita. Quella diagnosi ha portato con sé mesi di dolore, decine di operazioni e una riabilitazione estenuante. Tuttavia Bebe non ha voluto abbandonare i sogni di una bambina che amava lo sport. E infatti le sue menomazioni sono diventate l’inizio di una nuova avventura.
Il ritorno allo sport: la scherma come rinascita
Prima della malattia, Bebe era già appassionata di scherma, uno sport che non ha mai abbandonato, neanche di fronte alla disabilità. Con una determinazione feroce, ha iniziato ad allenarsi con protesi speciali, adattandosi a una nuova realtà senza mai perdere la voglia di combattere. “La mia vita non è finita, è solo cambiata“, ha detto più volte, riflettendo la sua capacità di accettare il cambiamento e trasformarlo in opportunità.
Ha trasformato il negativo in positivo
Grazie a un team di allenatori, medici e tecnici specializzati, Bebe ha potuto riprendere la scherma in carrozzina, dimostrando la sua forza mentale. Ha lottato contro il dolore fisico e le difficoltà tecniche e infine è riuscita a tornare in pedana e a farsi strada a livello internazionale. E che livello…
Il trionfo alle paralimpiadi
Il mondo ha conosciuto Bebe Vio ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro nel 2016. Con una prestazione incredibile, ha vinto la medaglia d’oro nel fioretto individuale, divenendo un’icona globale. La sua vittoria ha catturato l’immaginazione di milioni di persone, non solo per il talento sportivo, ma per la storia di resilienza che rappresentava. Una scossa elettrica per tutti noi.
…e dopo Rio Tokyo e dopo Tokyo Parigi
Dopo Rio, Bebe ha continuato a competere ad alti livelli, affrontando ulteriori sfide fisiche e numerosi interventi chirurgici. La sua carriera è stata costellata da sacrifici, ma anche da successi, come le numerose medaglie ai Campionati Mondiali e agli Europei. Nel 2021, alle Paralimpiadi di Tokyo, ha difeso con successo il titolo, conquistando ancora una volta l’oro e consolidando il suo posto tra le leggende dello sport paralimpico.
La filosofia di vita? Se sembra impossibile, si può fare
Oltre alle sue imprese sportive, Bebe Vio è una forza positiva nella vita pubblica. Con il suo messaggio di inclusività, ottimismo e perseveranza, ha ispirato persone di tutte le età. Ha fondato l’associazione “art4sport“, che supporta i bambini amputati nel praticare sport, e ha collaborato con numerose organizzazioni per promuovere i diritti delle persone disabili.
Una delle sue frasi più famose è: “Se sembra impossibile, allora si può fare“. Questo motto riflette perfettamente il suo spirito indomabile. Bebe ha sfidato ogni pronostico, ha superato ogni limite e ha dimostrato che, con coraggio e determinazione, nulla è davvero impossibile.
Quale futuro la attende
Dopo la medaglia di bronzo conquistata ieri a Parigi battendo la sudcoreana Eun Hye Cho la nostra atleta continua a gareggiare. Oggi 5 settembre insieme alle sue compagne affronterà il fioretto a squadre dove punta alla medaglia più pesante. Il suo cammino di vita fin qui non è stato per nulla facile. Ma ogni sacrificio, ogni operazione e ogni medaglia hanno contribuito a costruire una figura davvero unica, capace di lasciare un segno indelebile in migliaia di giovani.
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Calcio
Antonio Cassano contro Salt Bae: “880 euro per una bistecca? Mai più nel suo ristorante!”
Da 4 antipasti e una bistecca a un conto da 880 euro. La disavventura di Cassano nel ristorante di Salt Bae in Grecia strappa risate in studio e diventa un cult online.
Antonio Cassano continua a essere il protagonista assoluto di Viva El Futbol, il programma streaming condotto insieme a Lele Adani e Nicola Ventola, dove il calcio si mescola spesso a episodi di vita quotidiana. Nella puntata di ieri, l’ex calciatore ha raccontato un episodio che ha fatto ridere fino alle lacrime i suoi compagni di trasmissione.
Si parla di Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, celebre chef turco famoso per la teatralità con cui sparge il sale sulle sue pietanze. Cassano ha ricordato una visita nel ristorante di Salt Bae in Grecia, insieme alla sua famiglia: “Abbiamo preso quattro antipasti di carne e una bistecca grande da dividere in quattro”. Fin qui tutto normale, ma la sorpresa è arrivata con il conto.
“Ci hanno portato un conto di 880 euro,” ha raccontato Cassano tra risate e stupore. “Chiamo il cameriere e gli dico: amico, mi sa che hai sbagliato.” Ma no, il conto era giusto: “220 euro a testa per quello che abbiamo mangiato.”
Il racconto ha scatenato l’ilarità di Adani e Ventola, ma la battuta finale di Cassano ha rubato la scena: “Quando in inglese ci hanno chiesto come ci siamo trovati, ho risposto: benissimo, ma non ci verremo mai più!”
Una storia che si aggiunge alla lunga lista di commenti spontanei e taglienti che hanno reso Cassano una delle voci più genuine e divertenti del panorama sportivo e non solo.
Calcio
Calhanoglu nei guai? Rapporti con gli ultrà e il rischio di squalifica per il centrocampista dell’Inter
Frequentazioni con un capo della Curva Nord al centro delle indagini: per Hakan Calhanoglu potrebbe scattare una sanzione economica e fino a tre giornate di squalifica, mentre la Procura federale valuta i deferimenti.
Sono giorni decisamente complessi per Hakan Calhanoglu. Se le condizioni fisiche del centrocampista turco hanno tranquillizzato lo staff dell’Inter, ben diversa è la situazione legata alla sua posizione nell’inchiesta “Doppia Curva”, che sta facendo tremare il mondo del calcio nerazzurro.
L’indagine, condotta dalla Procura federale, punta i riflettori sui rapporti tra ultrà, criminalità organizzata, società e calciatori. Un intreccio che potrebbe portare a serie conseguenze per alcuni tesserati di Inter e Milan. Tra questi, proprio Calhanoglu sembra avere la posizione più critica.
Rapporti che fanno discutere
Secondo quanto riportato da Tuttosport, durante un’audizione come persona informata sui fatti, il centrocampista turco ha ammesso di aver avuto rapporti personali con uno dei capi della Curva Nord, figura finita nel mirino degli inquirenti. Tali frequentazioni, per quanto dichiarate non legate a questioni sportive, potrebbero costare caro a Calhanoglu sul piano disciplinare.
L’articolo 25 del Codice di Giustizia sportiva vieta ai calciatori di intrattenere rapporti con esponenti delle tifoserie organizzate che possano compromettere l’immagine del club o l’equità del campionato. Se le sue dichiarazioni dovessero essere interpretate come una violazione di tale norma, Calhanoglu potrebbe essere deferito dalla Procura federale.
Le possibili sanzioni
Per il numero 20 nerazzurro, le conseguenze potrebbero essere significative: si parla di una pesante ammenda economica e di una squalifica che potrebbe oscillare tra due e tre giornate. Una tegola che, in un momento cruciale della stagione, metterebbe in difficoltà sia il giocatore sia Simone Inzaghi, considerando il peso specifico del turco nel centrocampo interista.
L’inchiesta “Doppia Curva”
L’indagine non riguarda solo i calciatori: il focus è su un sistema complesso che intreccia tifoserie organizzate e criminalità, con legami che coinvolgono anche le società sportive. La Procura federale, guidata da Giuseppe Chiné, ha acquisito tutte le carte necessarie per far luce sui rapporti tra i tesserati e il mondo ultrà.
Il caso Calhanoglu potrebbe quindi rappresentare solo la punta dell’iceberg. I deferimenti attesi nelle prossime settimane potrebbero coinvolgere altri tesserati, sia di Inter che di Milan, aprendo un capitolo delicato per il calcio italiano e la sua immagine.
Una stagione a rischio?
In attesa di sviluppi ufficiali, l’Inter resta in allerta, mentre Calhanoglu dovrà prepararsi a difendersi da accuse che rischiano di compromettere non solo la sua stagione, ma anche la sua reputazione. Per ora, l’unica certezza è che l’inchiesta Doppia Curva continuerà a far parlare di sé, con possibili ripercussioni su più fronti del calcio italiano.
Calcio
Buffon su Alena Seredova: “Il dolore della separazione, ma oggi i miei figli sono migliori grazie a suo marito”
Buffon ricorda i momenti difficili della separazione, ammettendo di aver sofferto per il dolore causato all’ex moglie. Parole di elogio per Alessandro Nasi, il nuovo marito di Alena, che definisce un punto di forza per i loro figli.
“Mi ha dato un grande dolore far soffrire Alena e i nostri figli, Louis Thomas e David Lee,” ha dichiarato Buffon, ripercorrendo quel periodo difficile. Sebbene il matrimonio fosse già in crisi, la separazione è stata dolorosa per tutte le parti coinvolte.
Buffon ha raccontato che il rapporto con Alena era arrivato a un punto di rottura quando incontrò Ilaria D’Amico: “Era una storia ormai alla fine. La relazione attraversava una crisi profonda.” L’ex portiere non nasconde però il rimorso per aver causato sofferenza: “Mi ha fatto male vederla soffrire, ma non c’era più amore, e non potevo ignorarlo.”
Oggi, Buffon guarda con serenità alla nuova vita dell’ex moglie, felicemente sposata con Alessandro Nasi, vicepresidente di Exor. La coppia ha avuto una figlia, Vivienne, e Buffon non risparmia parole di stima per il nuovo marito di Alena: “Sono felice che Alena abbia trovato una nuova famiglia. Alessandro è una persona straordinaria. Grazie a lui, i miei figli sono persone migliori rispetto a come sarebbero stati se fossi rimasto a casa con le nostre infelicità.”
Nonostante il dolore del passato, Buffon sottolinea l’importanza di accettare i cambiamenti: “Ogni scelta ha un prezzo, ma guardo al futuro con gratitudine per ciò che siamo riusciti a costruire, io e Ilaria, ma anche Alena con la sua nuova vita.”
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