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Calcio italiano: ecco le forze e i piani in campo per controllare il campionato

Il Ferragosto del calcio italiano si annuncia particolarmente caliente. Mentre un inquietante messaggio WhatsApp ha fatto il giro degli smartphone degli uomini di Governo.

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    Il Ferragosto del calcio italiano è segnato dalla netta contrapposizione di due termini fra loro inconciliabili: “autonomia” e “occupazione”. L'”autonomia” del calcio dalla politica è stata da sempre una bandiera. “Occupazione”, invece, è ciò che si progetta nei corridoi dei palazzi romani, tra parlamentari, ministri, presidenti e dirigenti sportivi, veri o presunti, e i loro consiglieri. A riassumere il piano c’è un inquietante messaggio WhatsApp ha fatto il giro degli smartphone degli uomini della compagine di governo.

    Il messaggio di Paolo Marcheschi

    Il testo del messaggio recitava: “Colleghi, vi informo che tra agosto e settembre le federazioni sportive rinnoveranno gli organi locali e poi nazionali. Nel calcio, in particolare, c’è un’accelerazione imposta dall’alto per confermare gli attuali assetti ed evitare candidature alternative.

    Vi chiedo di fare attenzione e segnalarmi (in privato) se, nelle vostre aree, ci fossero simpatizzanti che si stanno candidando negli organi elettivi. Inoltre, per il calcio, verificate se abbiamo società di dilettanti, soprattutto in Lega Pro (Serie C), con cui poter dialogare. Grazie a tutti per la collaborazione.” Niente da dire, una vera e propria chiamata alle armi della politica per influenzare il calcio. Porta la firma del senatore di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi, ex rappresentante dell’associazione allenatori in Toscana e amico personale del renziano Luca Lotti, candidato nel 2015 alla presidenza della Lega Pro e sconfitto dall’attuale presidente della Federazione, Gabriele Gravina.

    Il piano di Marcheschi e l’assedio a Gravina

    Spinto forse dal desiderio di rivincita o dallo spirito di gruppo, Marcheschi si è trasformato nel cavaliere d’assalto di un’armata Brancaleone che punta alla poltrona di presidente della FIGC, attualmente occupata da Gravina. Tra i partecipanti a questa impresa ci sono diverse figure di spicco del panorama sportivo e politico italiano: Claudio Lotito, patron della Lazio e senatore di Forza Italia. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera e promotore dell’emendamento per una rappresentanza proporzionale delle Leghe professionistiche. E Andrea Abodi, ministro dello Sport, noto per aver istituito una commissione di controllo sui conti delle società.

    La strategia e le conseguenze

    Gravina ha dovuto affrontare l’assedio e accettare di ridiscutere i rapporti di forza per poi andare al voto con nuove regole. Per gli amici di Marcheschi, questa è un’opportunità imperdibile. Il senatore ha chiesto esplicitamente ai suoi sostenitori di candidarsi negli organi locali e nazionali del calcio.

    Il 4 novembre prossimo, l’Assemblea federale modificherà lo Statuto, cambiando la rappresentanza di ogni categoria. Con gran predominanza, di dice, della serie A rispetto alle altre. Poco dopo, forse a gennaio, la stessa Assemblea voterà per il presidente. Mulé ha completato il quadro con il suo emendamento approvato dal Parlamento, che consente alla stessa Serie A di rivendicare un peso proporzionale alla ricchezza che apporta.

    Il futuro incerto del calcio italiano

    In Italia, le regole e le decisioni nel calcio sono spesso dettate dai più potenti e spregiudicati tra i Presidenti delle società. Anche coloro che potrebbero portare cambiamenti preferiscono evitare di scontrarsi con Lotito e i suoi alleati, lasciando che siano loro a imporre le proprie direttive. La sete di potere di alcuni politici e funzionari aggiunge caos al sistema, trasformando il Ferragosto calcistico in una campagna per conquistare consensi.

    A settembre, Giuseppe De Mita, amico della famiglia Meloni, potrebbe arrivare al vertice di Sport e Salute, la cassaforte dello sport italiano. Questa società pubblica è attualmente presieduta da Marco Mezzaroma, cognato di Lotito. Il piano di Lotito-Mulé-Abodi-Meloni prevede che De Mita diventi presidente di Sport e Salute e che Mezzaroma prenda il posto di Gravina alla FIGC.

    La domanda è se questa cordata riuscirà a prendere il controllo del calcio italiano. La risposta è incerta, ma le manovre in atto promettono di scuotere ulteriormente un sistema già fragile e complesso. E le conseguenze di queste mosse politiche saranno cruciali per il futuro del calcio nel nostro Paese.

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