Calcio
Cassano non le manda a dire: “Il Milan è una delusione, Ibra un leone in gabbia… beh, meglio tacere!”
L’ex calciatore si scaglia contro il Milan e il suo presidente, difendendo a spada tratta Ibrahimovic. Le sue parole infuocano il dibattito sui rossoneri.
Antonio Cassano, mai banale nei suoi interventi, ha espresso opinioni taglienti sul Milan durante la puntata del 17 dicembre di Viva el Futbol, trasmissione in onda su Twitch. L’ex talento di Bari Vecchia non ha risparmiato critiche sulla gestione del club rossonero e sulla situazione ambientale che sta vivendo la squadra.
Le parole su Ibrahimovic
“Ibrahimovic lo conosco molto bene, ogni tanto lo sento. Ha la personalità e le competenze per fare tutto quello che vuole nel calcio. Se deve dire qualcosa o mettere qualcuno con le spalle al muro, lo fa senza problemi. In questo momento, Ibra si sta prendendo responsabilità che non gli competono, dovrebbe essere il presidente o la dirigenza a esporsi. Lui ha le spalle larghe, ci mette la faccia e non si fa condizionare nemmeno dai fischi. Se ne sbatte il ca**o,” ha affermato Cassano.
Cassano critica la dirigenza
Cassano ha poi puntato il dito contro Gerry Cardinale, proprietario del Milan. “Cardinale si vede solo per le foto. La gente si è stancata. Se non può ridare i soldi a Singer, allora meglio che venda. Il Milan non può continuare così. È normale che i tifosi protestino, perché non può essere Ibrahimovic a gestire tutto. Cardinale deve prendersi le sue responsabilità.“
Delusione Serie A: Milan, Juventus e Roma
Secondo Cassano, il Milan non è l’unica delusione della stagione. “In questo momento, il Milan è la più grande delusione della Serie A, insieme alla Juventus. E aggiungo anche la Roma: sono tre squadre che non stanno rispettando le aspettative.” Un’analisi dura, come nello stile di Cassano, che non si tira mai indietro quando si tratta di esprimere opinioni forti sul calcio italiano e sulle sue protagoniste.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Calcio
Quanto valgono le squadre di calcio? Real Madrid e Manchester United le più valutate
Il report sul valore delle squadre di calcio evidenzia come la gestione finanziaria e le performance sportive siano cruciali per mantenere e aumentare il valore dei club calcistici a livello globale.
Nel report di Forbes sui club calcistici più importanti del mondo, il Real Madrid e il Manchester United si confermano al vertice. Il club spagnolo è valutato 6,6 miliardi di dollari, seguito dai Red Devils con 6,55 miliardi. Tra le squadre italiane, la Juventus è la più preziosa, occupa l’11° posto con un patrimonio di 2 miliardi di dollari, seguita da Milan e Inter.
Salute finanziaria dei club calcistici
Analizzando i bilanci delle migliori 30 squadre, con il supporto della Deloitte Football Money League e Swiss Ramble, emerge che una big vale in media 2,3 miliardi di dollari, con un incremento del 5,1% rispetto all’anno precedente. Le entrate medie sono state di 397 milioni di dollari (+3%), mentre l’utile operativo medio è salito del 57% a 36 milioni di dollari. Questo miglioramento delle 30 squadre migliori è dovuto alla riduzione della spesa per l’acquisto di giocatori e alla moderazione degli stipendi.
Real Madrid: leader Indiscusso in campo e in banca
Il Real Madrid si posiziona al primo posto nella classifica con un valore di 6,6 miliardi di dollari e 873 milioni di dollari di entrate (+9%). Questo successo è attribuito alla vasta base di tifosi globali e agli alti guadagni da sponsorizzazioni, che ammontano a circa 205 milioni di dollari annui.
Manchester United e Barcellona seguono a una manciata di milioni
Il Manchester United segue da vicino il Real Madrid con un valore di 6,55 miliardi di dollari e 785 milioni di dollari di entrate. Il Barcellona, nonostante un aumento delle entrate del 2% a 840 milioni di dollari, è terzo con una valutazione di 5,6 miliardi di dollari, penalizzato da un risultato operativo in rosso di 145 milioni di dollari.
La più ricca resta la Premier League
Ben 12 delle prime 30 squadre al mondo appartengono alla Premier League inglese, un numero di squadre destinate cresciuto a 15 grazie al nuovo contratto televisivo quadriennale della stagione in corso 2025-26. Contratto che ha portato alle squadre una media di 2,1 miliardi di dollari annui. Più del doppio rispetto a qualsiasi altro campionato.
Juve prima delle italiane
La Juventus è la prima delle italiane con un valore di 2,05 miliardi di dollari e 459 milioni di dollari di ricavi. Segue il Milan al 14° posto, con un patrimonio di 1,43 miliardi di dollari e 405 milioni di dollari di ricavi, mentre l’Inter è al 18° posto, valutata a 1 miliardo di dollari con 398 milioni di dollari di entrate.
Quanti soldi con la Champions League
Il report sottolinea l’importanza della partecipazione alla Uefa Champions League per generare utili significativi. Infatti tutte le squadre che hanno guadagnato più di 100 milioni di dollari hanno partecipato alla massima competizione europea. Con il nuovo format della Champions League a 36 squadre, il numero di partite è cresciuto da 125 a 189, incrementando i proventi televisivi di oltre un terzo.
Calcio
Roberto D’Aversa sbotta: “Disdico l’abbonamento”. Il fuorionda a DAZN fa discutere
Il tecnico dell’Empoli si sfoga a microfono aperto dopo la sconfitta con l’Atalanta, ma la frase contro DAZN diventa virale. Tra social scatenati e amarezza per il risultato, ecco cosa è success
Un episodio inaspettato ha coinvolto Roberto D’Aversa durante un’intervista post-partita con DAZN, subito dopo la sconfitta dell’Empoli contro l’Atalanta per 3-2. Il tecnico era in collegamento per commentare la prestazione della sua squadra quando un problema tecnico ha interrotto la comunicazione. Mentre D’Aversa non riusciva a sentire le domande del conduttore, il suo microfono è rimasto acceso, permettendo al pubblico di ascoltare un commento fuori onda che ha immediatamente fatto il giro dei social: “Stasera potrei togliere l’abbonamento a DAZN… eh… ve lo dico”.
Il conduttore, colto di sorpresa, ha cercato di coprire il vuoto imbarazzante, spiegando agli spettatori che il collegamento sarebbe stato ripristinato a breve. Quando finalmente l’audio è tornato, D’Aversa ha ripreso l’intervista, chiarendo l’incomprensione tecnica: “Sono rimasto fino a quando mi hai detto: sei venuto a Bergamo a giocare. Poi l’audio si è interrotto”.
Nonostante l’incidente, il tecnico ha mantenuto un atteggiamento professionale, anche se visibilmente deluso per il risultato della partita. Durante la conferenza stampa successiva, D’Aversa ha espresso la sua amarezza per la sconfitta nei minuti finali, sottolineando la necessità di maggiore concretezza da parte della squadra. Il fuorionda, però, è diventato virale sui social, dividendo il pubblico tra chi ha visto nella frase un commento ironico e chi l’ha interpretata come una critica diretta ai problemi tecnici della piattaforma DAZN.
Calcio
Ma che Pelé! “El Mágico Gonzalez è stato il più forte di tutti”: parola di Maradona
Dietro il genio indiscusso del Pibe de Oro c’è l’ammirazione per un giocatore che incantava con giocate impossibili e una vita spericolata: Jorge “El Mágico” Gonzalez, il talento salvadoregno che non volle essere leggenda.
Diego Armando Maradona non ha mai avuto problemi a prendersi il titolo di migliore di sempre, ma con un’umiltà sorprendente per chi lo considerava una divinità del calcio, il Pibe de Oro ha sempre indicato qualcun altro come suo idolo. E non stiamo parlando di Pelé. In una rara intervista, Maradona ha svelato il nome che, secondo lui, appartiene a un’altra galassia: Jorge “El Mágico” Gonzalez, talento puro del calcio salvadoregno e stella del Cadice negli anni ’80.
“Io vengo dalla Terra, lui da un’altra galassia”
Maradona, di solito poco incline a cedere lo scettro, non ha mai nascosto la sua ammirazione per Gonzalez. “Tutti tentavamo di fare le giocate che faceva El Mágico… ma semplicemente non ci riuscivamo. Il più forte tra me e Pelé? Lui. El Mágico Gonzalez!”, ha detto il fuoriclasse argentino, ricordando le prodezze del trequartista che conquistò il cuore della Spagna ai Mondiali del 1982.
Con le sue rabone spettacolari e giocate da funambolo, Gonzalez portò il modesto Cadice a risultati incredibili, sfiorando persino il secondo posto in Liga. Ma la sua carriera non è mai decollata ai massimi livelli, e la ragione è forse la stessa che lo ha reso tanto amato: il suo spirito libero e irriverente.
Un genio ribelle
Jorge Gonzalez non è mai stato un professionista modello, e lui stesso lo ha ammesso senza filtri. “Riconosco che non sono un santo, che mi piace la notte, la fi*a e che la voglia di far baldoria non me la toglie neanche mia madre”, dichiarava senza mezzi termini. Il calcio per lui non era un lavoro, ma un gioco, un’occasione per divertirsi e regalare spettacolo. “So che sono un irresponsabile e un cattivo professionista, e può essere che stia sprecando l’opportunità più grande della mia vita. Lo so, ma se approcciassi il calcio come un lavoro, non sarei più me stesso”, confessava.
Un talento che non volle essere leggenda
Le sue scelte di vita, più che discutibili, lo hanno forse tenuto lontano dalla gloria eterna. Ma Gonzalez non ha mai rimpianto la sua filosofia: il calcio come espressione di libertà, senza pressioni o obblighi.
Eppure, se Maradona lo considerava il più forte, il mondo del pallone dovrebbe forse fare lo stesso. Perché “El Mágico” non era solo un soprannome: era la definizione perfetta di un uomo capace di incantare con una palla ai piedi, senza preoccuparsi del resto.
E chissà, magari da un’altra galassia Gonzalez sta ancora facendo magie.
-
Gossip10 mesi fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera5 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Olimpiadi 20245 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello3 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Moda e modi5 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez
-
Sport5 mesi fa
Tra le medaglie di Tokyo e quelle che verranno
-
Gossip7 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Cronaca7 mesi fa
Big Mac non è più solo McDonald’s: persa l’esclusiva sul marchio!