Calcio
Italia vs Spagna: un dramma calcistico
Gli Azzurri, in una performance disastrosa, vengono surclassati dalla Spagna. Donnarumma fa il possibile, ma la squadra si perde nel labirinto spagnolo. È tempo di riflettere e ripartire.
Un’impresa da ricordare… o meglio, da dimenticare. Questo il resoconto dell’ultima partita dell’Italia agli Europei 2024, dove gli Azzurri sono riusciti a sfornare un totale di quattro tiri contro una Spagna più affilata di una lama Toledo. Sì, avete letto bene: quattro tiri in 90 minuti, roba che neanche i dilettanti in una partita del campionato amatoriale.
Il pomeriggio dei miracoli (spagnoli)
Se fossimo stati su un set cinematografico, la performance dell’Italia sarebbe stata quella di una comparsa in una scena epica dominata dai protagonisti spagnoli. Gli uomini di Mancini sembravano più intenti a cercare la via per uscire dal labirinto che è stato il possesso palla spagnolo, piuttosto che a cercare la via del gol.
Donnarumma, il nostro Ulisse
Il povero Donnarumma, da solo contro tutti, sembrava Ulisse tra Scilla e Cariddi, costretto a parare l’impossibile mentre i suoi compagni si dileguavano come la nebbia all’alba. Ogni volta che la Spagna avanzava, il portierone italiano doveva fare i salti mortali per evitare una disfatta ancor più epica.
Statistiche da museo delle cere
Quattro tiri in totale, un record negativo che entra dritto dritto nel museo delle cere degli orrori calcistici italiani. Mai, nella gloriosa storia della Nazionale, si era vista una prestazione così dimessa e imbarazzante. Nemmeno ai tempi dei catenacci e delle difese arcigne avevamo raggiunto tali abissi.
Lezioni di flamenco
Forse, dopo questa partita, sarà il caso di prendere qualche lezione di flamenco dai cugini spagnoli. Se non altro, per imparare a muoversi con grazia sul campo, visto che il pallone sembrava un oggetto sconosciuto per i nostri giocatori.
La resurrezione dei tifosi
E mentre l’Italia calcistica si lecca le ferite, i tifosi già pensano a come risorgere dalle ceneri. Dopotutto, se c’è una cosa che sappiamo fare bene, è rinascere più forti di prima. Magari con un occhio al futuro e uno a qualche talento nascosto nelle giovanili, per non dover più rivivere un incubo calcistico di tale portata.