Calcio

Ma che Pelé! “El Mágico Gonzalez è stato il più forte di tutti”: parola di Maradona

Dietro il genio indiscusso del Pibe de Oro c’è l’ammirazione per un giocatore che incantava con giocate impossibili e una vita spericolata: Jorge “El Mágico” Gonzalez, il talento salvadoregno che non volle essere leggenda.

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    Diego Armando Maradona non ha mai avuto problemi a prendersi il titolo di migliore di sempre, ma con un’umiltà sorprendente per chi lo considerava una divinità del calcio, il Pibe de Oro ha sempre indicato qualcun altro come suo idolo. E non stiamo parlando di Pelé. In una rara intervista, Maradona ha svelato il nome che, secondo lui, appartiene a un’altra galassia: Jorge “El Mágico” Gonzalez, talento puro del calcio salvadoregno e stella del Cadice negli anni ’80.

    “Io vengo dalla Terra, lui da un’altra galassia”
    Maradona, di solito poco incline a cedere lo scettro, non ha mai nascosto la sua ammirazione per Gonzalez. “Tutti tentavamo di fare le giocate che faceva El Mágico… ma semplicemente non ci riuscivamo. Il più forte tra me e Pelé? Lui. El Mágico Gonzalez!”, ha detto il fuoriclasse argentino, ricordando le prodezze del trequartista che conquistò il cuore della Spagna ai Mondiali del 1982.

    Con le sue rabone spettacolari e giocate da funambolo, Gonzalez portò il modesto Cadice a risultati incredibili, sfiorando persino il secondo posto in Liga. Ma la sua carriera non è mai decollata ai massimi livelli, e la ragione è forse la stessa che lo ha reso tanto amato: il suo spirito libero e irriverente.

    Un genio ribelle
    Jorge Gonzalez non è mai stato un professionista modello, e lui stesso lo ha ammesso senza filtri. “Riconosco che non sono un santo, che mi piace la notte, la fi*a e che la voglia di far baldoria non me la toglie neanche mia madre”, dichiarava senza mezzi termini. Il calcio per lui non era un lavoro, ma un gioco, un’occasione per divertirsi e regalare spettacolo. “So che sono un irresponsabile e un cattivo professionista, e può essere che stia sprecando l’opportunità più grande della mia vita. Lo so, ma se approcciassi il calcio come un lavoro, non sarei più me stesso”, confessava.

    Un talento che non volle essere leggenda
    Le sue scelte di vita, più che discutibili, lo hanno forse tenuto lontano dalla gloria eterna. Ma Gonzalez non ha mai rimpianto la sua filosofia: il calcio come espressione di libertà, senza pressioni o obblighi.

    Eppure, se Maradona lo considerava il più forte, il mondo del pallone dovrebbe forse fare lo stesso. Perché “El Mágico” non era solo un soprannome: era la definizione perfetta di un uomo capace di incantare con una palla ai piedi, senza preoccuparsi del resto.

    E chissà, magari da un’altra galassia Gonzalez sta ancora facendo magie.

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