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Calcio

Maradona, la figlia Delma si rivolge a una medium per parlare col papà

Delma Maradona, figlia del leggendario calciatore Diego Armando Maradona, ha recentemente condiviso di aver parlato con suo padre tramite una medium. Questo incontro, facilitato da una persona di fiducia, ha portato alla luce dettagli intimi e personali che hanno offerto a Delma un conforto durante il lutto per la scomparsa di suo padre, avvenuta nel novembre 2020.

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    Delma Maradona, primogenita del leggendario calciatore Diego Armando Maradona, ha recentemente raccontato di aver avuto un incontro con suo padre attraverso una medium. Secondo quanto riportato da fonti argentine, Delma ha descritto l’esperienza come “significativa e privata”: «Mi ha detto una cosa che sappiamo solo noi».

    A consigliare l’esperienza sarebbe stata una persona di fiducia, descritta come molto vicina alla famiglia Maradona. Questa persona avrebbe presentato a Delma e alla sorella Giannina una nota medium argentina famosa per la sua capacità di collegarsi con il mondo dei defunti.

    Durante la seduta, la medium avrebbe rivelato dettagli personali e intimi che, secondo Delma, non potevano essere conosciuti da nessun altro. “Questa esperienza – ha detto Delma – è stata un modo per cercare conforto e risposte dopo la scomparsa di mio padre avvenuta il 25 novembre 2020”.

    L’eredità di Maradona

    Diego Maradona, considerato da molti il più grande calciatore di tutti i tempi, ha lasciato un vuoto enorme nel mondo dello sport e nel cuore dei suoi familiari e dei suoi numerosi fan. La sua morte ha scosso profondamente il calcio mondiale e ha lasciato un’indelebile eredità di talento e controversie.

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      Calcio

      David Beckham, quasi 50 anni e in forma perfetta: il segreto di una leggenda

      L’ex stella del calcio continua a incantare con la sua classe, mentre si allena quotidianamente tra padel, palestra e sfide con i figli. “Il mio corpo sta meglio ora di quando giocavo”, racconta in un’intervista.

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        Guardare David Beckham calciare una punizione è ancora uno spettacolo senza tempo. Il collo del piede che impatta la palla con precisione chirurgica, la traiettoria perfetta che aggira la barriera e si infila all’incrocio: un’immagine che ha segnato la storia del calcio. Ha lasciato il campo dodici anni fa, ma ogni volta che si avvicina a un pallone, anche i grandi campioni dell’Inter Miami CF, il club di cui è co-proprietario, si fermano a guardarlo. Perfino Leo Messi, il più grande calciatore della sua generazione, lo incita a unirsi a una partitella, curioso di vedere da vicino la sua tecnica intatta.

        Beckham è una sorta di Jaguar E-Type del calcio: una bellezza classica, sempre in perfette condizioni. Oggi, a pochi mesi dal traguardo dei 50 anni, dice di sentirsi meglio di quando giocava. “Mi chiedono spesso se ho problemi alle ginocchia o alle caviglie. In realtà, sono la schiena e l’anca sinistra a darmi fastidio. Ho fatto risonanze, radiografie, ed è solo usura. Ma nel complesso, mi sento alla grande”.

        Disciplina e allenamento: il segreto della sua forma

        Lontano dai campi di Premier League e Champions, Beckham non ha mai smesso di allenarsi. Vive tra Miami e Londra, dove segue una routine rigorosa con l’ex judoka olimpico Bobby Rich, suo personal trainer e amico. “Beckham è il sogno di qualsiasi allenatore”, racconta Bobby. Lui, però, scherza: “Credo che stia mentendo! La verità è che io e Bob ci divertiamo un sacco”.

        Dopo una carriera in cui il focus era solo sulle gambe, oggi Beckham lavora molto anche sulla parte superiore del corpo. “Durante la mia carriera non avevo nemmeno i pettorali! Ora, invece, mi alleno diversamente. Odio le trazioni alla sbarra, ma ora le facciamo quasi ogni giorno”. La sua forma fisica è frutto di un mix di esercizi: padel tre volte a settimana, sessioni in palestra, allenamenti funzionali e persino qualche sessione di jiu-jitsu.

        La sfida con i figli: lo spirito competitivo non muore mai

        La competizione è ancora parte del suo DNA, e Beckham lo dimostra anche fuori dal campo. Sfida i figli a ping-pong, biliardo, snooker, ma ammette di non lasciarli vincere facilmente. “Gli concedo un game, ma mai la partita”, dice con un sorriso. Il suo amore per le sfide si è esteso anche allo snowboard e all’eliski, esperienze che non aveva mai potuto provare durante la carriera a causa di rigide clausole assicurative.

        “La prima volta è stata una prova di resistenza”, racconta. “Ci tiravamo fuori dalla neve, finivamo sugli alberi… Ma è la mia vacanza preferita. Quando sei sugli impianti di risalita con i tuoi figli, non possono usare il cellulare, e finalmente parli con loro. È incredibile”.

        David e Victoria: coppia da palestra

        Anche sua moglie Victoria Beckham ha ceduto al fascino degli allenamenti di Bobby Rich. “Per anni ho provato a convincerla e alla fine ha accettato”, racconta David. “Ora ci alleniamo insieme cinque o sei giorni a settimana. Però… diciamo che non è bravissima a seguire le istruzioni! Bobby le dà 90 secondi di recupero, ma dopo 25 è già pronta a ripartire”.

        Victoria, da sempre icona di stile, è una fan sfegatata di StairMaster e Versaclimber, mentre David preferisce circuiti di resistenza e allenamenti di forza. “Allenarsi insieme è una sfida continua, ma ci divertiamo”.

        Da calciatore a imprenditore: la nuova vita di Beckham

        Oltre alla sua straordinaria forma fisica, Beckham ha costruito un nuovo impero fuori dal campo. È co-proprietario dell’Inter Miami, club che ha portato alla ribalta ingaggiando campioni come Messi, Busquets e Suárez. Ma il suo stile di leadership è rimasto lo stesso di quando giocava sotto la guida di Sir Alex Ferguson.

        “Ho imparato molto da lui”, racconta. “Ora, nei miei affari, cerco di essere il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarmene. Penso che il successo dipenda da come tratti le persone, che sia il ragazzo all’ingresso o il CEO. Non mi piacciono gli ambienti pieni di tensione, voglio rispetto e collaborazione”.

        Un’icona senza tempo

        La carriera di Beckham è un mosaico di momenti iconici, dalla punizione contro la Grecia nel 2001 che portò l’Inghilterra ai Mondiali, fino al trionfo con il Manchester United e il Real Madrid. Eppure, a quasi 50 anni, sembra aver trovato il perfetto equilibrio tra sport, affari e famiglia.

        “Mi sento meglio oggi di quando giocavo”, dice con la solita espressione sicura. “E non smetterò mai di competere. Anche a 70 anni, proverò ancora a scendere da una pista da sci a tutta velocità”.

        Beckham non ha perso il tocco. E, a giudicare dalla sua forma, sembra che non abbia alcuna intenzione di rallentare.

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          Calcio

          Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez si comprano il paradiso di Dubai

          Cristiano Ronaldo e sua moglie Georgina Rodriguez acquistano un terreno nell’esclusiva isola per milionari Jumeirah Bay a Dubai

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            Cristiano Ronaldo e la sua splendida moglie Georgina Rodriguez continuano a far parlare di sé, questa volta con un investimento da capogiro. La celebre coppia ha recentemente acquistato una villa a Jumeirah Bay, l’esclusiva isola di lusso a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Il costo dell’operazione? Ben 25 milioni di dollari.

            Ronaldo, conosciuto non solo per le sue straordinarie capacità calcistiche ma anche per il suo gusto raffinato, intende costruire una villa da sogno per sé, Georgina e i loro cinque figli. La previsione è di completare i lavori entro la fine dell’anno, un’impresa ambiziosa che sicuramente attirerà l’attenzione dei media di tutto il mondo.

            L’isola di Jumeirah Bay, che ha la forma di un cavalluccio marino, è collegata a Dubai da un ponte lungo 300 metri, offrendo un accesso esclusivo e privilegiato. La zona è famosa per il suo ambiente elitario, con un prezzo al metro quadrato che raggiunge i 10.000 dollari. Un vero e proprio paradiso terrestre che dispone di spiagge esclusive, club, yacht e ristoranti di lusso, oltre a un centro comunitario per eventi.

            L’operazione immobiliare è stata gestita dall’agenzia Palace Luxury Living, rinomata per i suoi servizi di alto livello. Ronaldo e Georgina non hanno badato a spese, dimostrando ancora una volta il loro desiderio di vivere nel massimo del lusso e del comfort.

            Questa nuova villa sarà un’aggiunta perfetta al loro già impressionante portfolio immobiliare, che comprende proprietà in Europa e oltre. E mentre i lavori procedono, i fan di Ronaldo e Georgina attendono con impazienza di vedere i primi scorci di quello che sarà sicuramente un capolavoro architettonico.

            Non c’è dubbio che Cristiano Ronaldo sappia come vivere alla grande, sia dentro che fuori dal campo. Con Georgina al suo fianco, il fuoriclasse portoghese continua a scrivere nuove pagine del loro libro dei sogni, trasformando ogni investimento in una nuova opportunità per brillare sotto i riflettori.

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              Calcio

              Arrigo Sacchi sconvolge il calcio: “Ho un cuore nuovo, torno in panchina. Non sono un pezzo da museo, il campo mi aspetta”

              A quasi 79 anni, Arrigo Sacchi non ha perso il fuoco sacro del calcio. Dopo un intervento al cuore che gli ha ridato energia, l’ex tecnico del Milan e della Nazionale non esclude un clamoroso ritorno in panchina. La tentazione è forte, le offerte ci sono. E il calcio, dice lui, è ancora la sua vita.

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                Non è solo un’idea, non è solo un’ipotesi. Arrigo Sacchi ci sta pensando davvero. “Forse sì, è una tentazione, e questa tentazione mi piace molto”, ha ammesso senza troppi giri di parole. Il tempo passa, ma le idee restano. Ventiquattro anni dopo l’ultima esperienza in panchina, il rivoluzionario del calcio italiano si dice pronto a rimettersi in gioco. E il suo entusiasmo è quello di sempre.

                La sua energia, del resto, è stata rinnovata nel senso più letterale possibile. “Ho un cuore nuovo”, racconta. Non è solo una metafora: “Il 30 settembre mi hanno sostituito la valvola mitralica, e il cardiologo mi ha detto: ‘Arrigo, con questo cuore lei non morirà mai’. E allora, perché non tornare?”.

                Italia o estero? Sacchi ha già delle offerte

                Sacchi non si sbilancia sul dove e sul quando, ma le proposte non mancano. “Ancora non ho deciso, ho diverse offerte”, ammette. Poi aggiunge un dettaglio significativo: “Non sarà una Nazionale e credo che potrebbe essere all’estero”.

                I più maliziosi lo vedono in Spagna, dove ha già allenato due volte e dove il suo calcio offensivo è sempre stato apprezzato. Ma non sono da escludere Francia e Inghilterra, terre in cui il suo nome è ancora sinonimo di innovazione. “Gli inglesi hanno inventato il calcio e hanno insegnato che senza uno stile non restano che difesa e contropiede”, dice con la solita lucidità.

                La passione non si spegne: “Sette ore dopo l’operazione guardavo partite”

                Sacchi racconta un episodio che dice tutto sulla sua ossessione per il calcio. “Sette ore dopo l’operazione al cuore, mi sono fatto portare il tablet per vedere un po’ di partite. Ho visto il Napoli, la Lazio e mi sono detto: questi giocano a calcio!”.

                Il tecnico di Fusignano è convinto che il calcio italiano stia finalmente cambiando pelle. “Finalmente anche noi italiani abbiamo deciso di avere uno stile offensivo e corale. Lo vedo nella Juve, nell’Inter, nel Como. Purtroppo non ancora nel mio Milan, che non si capisce cosa possa diventare”.

                Sacchi e la nostalgia: “Non sono un reduce”

                Chi pensa che questo possibile ritorno sia solo il frutto di un moto nostalgico si sbaglia. “Non conosco questo sentimento, non sono un reduce. Il calcio era e resta la mia vita. Se tornerò in panchina, sarà soltanto perché mi va di farlo”.

                Qualcuno gli chiede se teme la fatica, la tensione, lo stress. Lui sorride: “Non devo mica correre in campo! Ci provai da ragazzo, ma non ero un granché, perciò decisi di diventare allenatore”.

                La filosofia di Sacchi: “Il calcio è un gioco di squadra, non un affare individuale”

                Sacchi ha lasciato un’impronta indelebile sul calcio italiano e mondiale, e la sua filosofia è rimasta intatta. “Il calcio è uno sport collettivo che si basa sull’attacco, mentre per decenni hanno provato a convincerci che sarebbe uno sport individuale basato sulla difesa”.

                Per lui, il calcio non è mai stato una questione di tatticismi esasperati, ma di idee. “Non farò altro che ripetere quello in cui credo. Com’è possibile che sia uno sport individuale, quando lo praticano gruppi di una ventina di persone almeno? Credo che il calcio possa diventare un esempio per la nostra società e per le aziende, specialmente quelle in crisi: l’idea del team per superare insieme ogni ostacolo”.

                Il modello resta il Milan degli Invincibili

                Sacchi non ha dubbi: il suo Milan è ancora un modello da seguire. “Abbiamo imparato insieme, ci siamo divertiti e qualcosa forse abbiamo insegnato. Abbiamo avuto uno stile, come dicevano gli inglesi ai brasiliani quando sembravano non capire: poi capirono, e diventarono i padroni del mondo”.

                E il suo Milan vinse anche senza Van Basten, a dimostrazione che il sistema era più importante dei singoli. “Uno scudetto e una Coppa dei Campioni senza Van Basten, infortunato per quasi un anno: il vero calcio è questo”.

                Il rimpianto del Mondiale ’94 e il ricordo di Berlusconi

                C’è un solo rimpianto nella carriera di Sacchi: quella finale mondiale persa ai rigori contro il Brasile. Un’avventura che ancora brucia. “Peccato non aver vinto quel Mondiale, ma ce lo fecero perdere mandandoci in ritiro in un posto dove l’umidità era al cento per cento, e faceva un caldo terribile. Quando arrivammo, i medici azzurri dissero: ‘Impossibile arrivare in finale’. E invece ci arrivammo, ma contro un Brasile che si era sempre allenato al fresco”.

                Sacchi crede che anche la politica abbia giocato un ruolo: “Non ci fecero vincere anche perché io avevo chiamato tanti calciatori del Milan e Berlusconi faceva paura. Ma lui è stato il più grande di tutti”.

                Un pezzo da museo? Nemmeno per sogno

                Sacchi oggi ha quasi 79 anni, ma non sente il peso del tempo. “Passo le giornate a rispondere al telefono a chi mi chiede cose sul calcio, dunque non sono un pezzo da museo”.

                Ha un cuore nuovo, un entusiasmo intatto e la voglia di mettersi ancora alla prova. Se lo farà davvero, sarà un colpo di scena degno del miglior Sacchi.

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