Connect with us

Sport

Cercasi Chiesa disperatamente: che fine ha fatto l’ex bomber juventino e della Nazionale

Il suo approdo al Liverpool non è iniziato nel migliore dei modi: 3 partite nelle quali ha giocato complessivamente solo 78 minuti. I tifosi inglesi reclamano un suo rendimento all’altezza della sua fama, l’allenatore spiega i motivi di questo ritardo.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Federico Chiesa ha fatto gioire i tifosi della Nazionale Azzurra, più volte Mister Spalletti l’ha apostrofato come “il nostro Sinner”, considerandolo un vero e proprio top player. Però, da quando è andato a giocare a Liverpool dopo la sua militanza in biancoro, ha giocato pochissimo: solo 78 minuti nell’arco di tre partite.

    Le spiegazioni dell’allenatore attuale

    L’allenatore del Liverpool, l’olandese Arne Slot, ha spiegato così il suo scarso impiego fin qui, motivato anche da problemi fisici: “Ha saltato l’intera pre stagione e poi è arrivato in un campionato dove l’intensità e più alta rispetto alla Serie A. Difficile dire quando raggiungerà la condizione dei compagni”.

    Solo 78 minuti

    Ripartiti su tre partite, per il momento con la maglia dei Reds Chiesa ha giocato solo 78 minuti. Un bottino assai magro per uno come lui abituato a dominare la scena. Un ambientamento, il suo, reso ancora più difficile dai continui problemi fisici che lo riguardano, determinando un ritardo di condizione rispetto ai suoi compagni. Una situazione della cui ha parlato il suo Mister nella conferenza stampa prima del match di Champions contro il Lipsia: “È piuttosto semplice spiegarla, anche se certamente è un problema complesso – ha detto – . Federico ha saltato l’intera preparazione del pre campionato e poi è arrivato in un campionato dove l’intensità è più alta rispetto alla Serie A. Abbiamo appena incontrato due squadre italiane, quindi ora posso affermarlo con sicurezza. Questo rende difficile per lui fare il passo necessario per raggiungere i livelli di intensità del resto della squadra. Questo non ha molto a che fare con il campionato italiano o la Premier League, è più dovuto al fatto che ha perso un pre campionato completo ed è difficile per ogni giocatore, quando ci sono costantemente partite, portarli ai livelli a cui siamo arrivati”.

    Quando sarà pronto?

    L’allenatore non si è voluto bilanciare sui tempi di recupero: “Difficile da dire ma è una grande delusione per lui che entri ed esca continuamente dagli allenamenti. Mi dispiace per lui, ma ha firmato un contratto a lungo termine, quindi vedremo cosa ci darà una volta che sarà in forma. Al momento, sfortunatamente, è stato solo una o due volte tra i titolari e non di più”.

    Qualche curiosità su di lui

    Nato a Genova, la sua famiglia proviene dalla val Borbera, nell’Appennino Ligure. È figlio dell’ex calciatore Enrico Chiesa, nonché fratello maggiore di Lorenzo, il quale ha intrapreso a sua volta la carriera calcistica. Legato dal 2022 a Lucia; la coppia si è sposata quest’anno a Grosseto. Calcisticamente è un attaccante esterno, in grado di giocare come ala su entrambe le fasce, in quanto è abile nell’accentrarsi e calciare in porta. Se occorre, può ricoprire il ruolo più offensivo di seconda punta, sebbene si dimostri avvezzo anche a incarichi di copertura.

      Sport

      Dalle panchine non saltano solo i Mister… anche gli psicologi: è successo a Roma

      “Colpevole” di aver pianto in panchina, la Roma silura lo psicologo Coates, dopo solo 20 giorni in giallorosso. nel calcio italiano non c’è spazio per i sentimentali…

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Tim Coates: chi era costui? Ma certo… lo psicologo diventato famoso per aver pianto in panchina durante la contestazione dei tifosi in Roma-Bologna. Il team romano, in d’accordo con Ranieri, ha comunicato di non volere più uno psicologo nello staff.

        Solo 20 giorni, periodo di prova non superato

        Finisce quindi dopo solo 20 giorni l’avventura in giallorosso del mental coach inglese Tim Coates. Lo psicologo, arrivato poco prima dell’esonero di Ivan Juric, non è stato confermato da Claudio Ranieri, tornato a Trigoria per la terza volta proprio per sostituire l’allenatore croato e debuttando con la sconfitta contro il Napoli al Diego Armando Maradona. La Roma ha comunicato ufficialmente a Coates di non voler mantenere la figura di uno psicologo all’interno dello staff tecnico. Decisione è stata appoggiata dal tecnico di Testaccio.

        Roma senza pace

        L’inglese era stato voluto fortemente dall’Head of Performance Mark Sertori, sedendosi in panchina sia nella sconfitta contro il Bologna che in quella contro il Napoli. Insomma… non c’è pace per la Roma in nessun campo. Inoltre, non è ancora arrivata una svolta sul nuovo Ceo dopo due mesi dalle dimissioni di Lina Souloukou. Nonostante diversi nomi siano stati presi in considerazione per il ruolo – tra cui Umberto Gandini, Giampaolo Montali, Zibi Boniek e Zvonimir Boban – il club giallorosso non ha ancora provveduto ad una nomina ufficiale. Tutte vicende che evidenziano le difficoltà organizzative che il club sta affrontando sia a livello tecnico che dirigenziale.

        Le lacrime gli sono costate la poltrona, anzi… la panchina

        Coates era arrivato a Trigoria agli inizi di novembre, poi c’era stata la sosta delle Nazionali per la Nations League e le qualificazioni al Mondiale del 2026. Come già detto, il mental coach si era fatto notare in panchina, immortalato quasi in lacrime durante la contestazione dei tifosi romanisti per l’ennesima sconfitta contro il Bologna.

        Diventando lo zimbello di molti

        Chiaramente un’immagine trasformatasi immediatamente in elemento virale, attirando anche diversi commenti ironici. Coates è uno psicologo inglese che ama l’Italia (soprattutto la Sardegna) e lo sport. È tifoso del Manchester City e ha collaborato in Premier League anche con il West Ham.

          Continua a leggere

          Calcio

          Totti, la portinaia e Isabel: la procura non molla sull’inchiesta

          Le verifiche dei pm ruotano attorno alla figura della portinaia e alla tempistica dell’intervento della polizia, cruciale per stabilire eventuali responsabilità.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Le indagini sulla vicenda che coinvolge Francesco Totti e la figlia Isabel, di otto anni, proseguono con nuove verifiche da parte della procura. Al centro dell’inchiesta, aperta ormai da un anno e mezzo, c’è un quesito chiave: la piccola è rimasta sola in casa anche solo per pochi minuti la sera in cui la polizia è intervenuta su segnalazione di Ilary Blasi?

            Gli agenti, giunti all’abitazione di Totti a Vigna Clara, avrebbero atteso alcuni minuti prima di entrare, in attesa di una collega donna. Durante questo tempo, secondo quanto ipotizzano i pm, l’ex capitano della Roma potrebbe aver contattato la portinaia del palazzo, che è stata poi trovata in casa con Isabel.

            Gli inquirenti vogliono ricostruire esattamente la sequenza degli eventi per chiarire se la portinaia fosse già presente nell’appartamento o se sia stata coinvolta successivamente, quando le volanti erano già davanti al palazzo.

            Un dettaglio cruciale riguarda il tempo che la bambina potrebbe aver trascorso da sola prima dell’arrivo della portinaia, un elemento che potrebbe definire l’esito dell’inchiesta per abbandono di minore.

            Parallelamente, Totti è coinvolto in un’altra indagine per il mancato pagamento dell’Iva, che sembra però avviarsi verso una rapida archiviazione dopo il saldo del debito. La questione legata alla figlia Isabel, invece, resta aperta e complessa.

              Continua a leggere

              Calcio

              Edoardo Bove si risveglia: «Grazie a tutti». Il cardiologo spiega i possibili scenari

              Il giovane calciatore, ricoverato a Careggi, è cosciente e non più intubato. Gli esperti analizzano l’episodio: il ritorno in campo dipenderà dai risultati degli accertamenti diagnostici.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Finalmente un sospiro di sollievo per Edoardo Bove, il centrocampista della Fiorentina che questa mattina ha pronunciato le sue prime parole dopo il grave malore accusato in campo durante la partita contro l’Inter. Ricoverato presso l’ospedale di Careggi, a Firenze, il giovane calciatore non è più intubato e ha parlato con i familiari, tra cui i genitori Giovanni e Tanya e la fidanzata Martina.

                Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti

                Nonostante il miglioramento, Bove è ancora sottoposto a una lunga serie di accertamenti diagnostici per chiarire cosa abbia causato l’aritmia che lo ha portato all’arresto cardiaco, costringendo i soccorritori a intervenire con il defibrillatore.

                Secondo il cardiologo Massimo Grimaldi, presidente designato dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), l’episodio potrebbe essere stato scatenato da una torsione di punta o da una contusione toracica.

                Torsione della punta

                «La torsione di punta è un’aritmia fugace, talmente veloce che può portare a un arresto cardiaco oppure risolversi spontaneamente. Può essere causata da bassi livelli di elettroliti come potassio o magnesio, oppure da una predisposizione genetica come il QT lungo. Tuttavia, quest’ultima ipotesi è poco probabile, dato che sarebbe stata rilevata durante i controlli di idoneità sportiva», ha spiegato Grimaldi.

                Se le indagini confermassero una causa rimovibile, come un grave squilibrio elettrolitico, Bove potrebbe tornare a giocare. Tuttavia, se venissero individuate alterazioni strutturali del miocardio o cause genetiche, il calciatore potrebbe dover rinunciare alla carriera agonistica.

                Grimaldi ha anche sottolineato il rigore delle normative italiane nel rilascio dell’idoneità sportiva: «L’Italia è tra le nazioni più protettive al mondo. Sebbene un defibrillatore possa eliminare il rischio di morte improvvisa, alcune cardiopatie peggiorano rapidamente con lo stress fisico. È per questo che in Italia si tutela anche il rischio di peggioramento delle condizioni sottostanti».

                Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha fatto visita al calciatore e ha dichiarato: «L’ho trovato vigile e sereno. È davvero un ragazzo d’oro, con una grande capacità di reazione». La strada per la ripresa è ancora lunga, ma le prime parole di Bove e la sua forza d’animo sono segnali incoraggianti per il futuro.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù