Sport
Mauro Icardi: nonostante tutto sono un interista, un interista vero
Finalmente svelato il reale motivo per cui l’allora dirigente Beppe Marotta fu costretto a cedere Mauro Icardi.
La separazione del calciatore argentino coi milanesi nerazzurri all’epoca fu oggetto di grandi discussioni e velenose polemiche. Soprattutto perchè allora non venne spiegato la reale motivazione della sua rottura col club interista. E’ risaputo che in ambito professionistico, ogni scelta da parte di un calciatore può segnarne in modo indelebile la carriera. Le decisioni prese fuori dal campo di gioco, spesso influiscono direttamente sulle prestazioni atletiche, sulla percezione da parte dei tifosi e, soprattutto, sul rapporto con la società di appartenenza.
Anche quello che succede fuori dal terreno di gioco ha un peso
Da questo punto di vista, uìn esempio che calza a pennello è rappresentato dalla carriera di Mauro Icardi: l’attaccante di origini argentine la cui traiettoria professionale con l’Inter ha subìto una svolta decisiva a causa delle sue azioni fuori dal terreno di gioco non sempre limpidissime. Le recenti dichiarazioni di Fabrizio Biasin offrono l’opportunità di una riflessione profonda su quello che sarebbe potuto essere ed invece non è stato, offrendo un quadro di opportunità perse.
Il giornalista Biasin ne parla in un podcast
Secondo quanto detto durante un’intervista rilasciata al podcast Centrocampo dal giornalista e commentatore sportivo Fabrizio Biasin, Mauro Icardi avrebbe potuto, con le sue prestazioni, scrivere pagine indelebili nella storia della squadra interista. Potendo vantare una media di 30 reti a stagione, le sue capacità realizzative erano fuori discussione, potendoli garantire un posto di rilievo tra i simboli del team.
L’amore per i colori
Il senso di appartenenza alla squadra è stato un elemento che Icardi non ha mai nascosto di nutrire, anzi. Dichiararsi apertamente interista in numerose occasioni, rifiutando persino avances di club illistri come la Juventus, ha rappresentanto un preciso segnale del suo attaccamento ai colori nerazzurri. Che Biasin ritieni caratterizzino il giocatore anche oggi.
Una cattiva gestione della comunicazione
Ma come spesso accade nel mondo del pallone, le questioni fuori dal campo possono avere un peso decisivo. Nel caso di Icardi, le problematiche relative alla sua gestione della comunicazione durante l’ultima fase della sua permanenza all’Inter hanno portato alla rottura definitiva. Compromettendo un rapporto che sembrava solido, portando l’allora dirigente Beppe Marotta ad optare per la cessione del giocatore nell’interesse della squadra.
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Sport
Salvatore Bagni: dal trionfo con il Napoli alla tragedia del figlio, dalla bara rubata al legame indissolubile con Maradona…
Bagni è un uomo che ha vissuto la gloria calcistica, ma ha anche affrontato il dolore più profondo.
Salvatore Bagni, 68 anni, oggi gira il mondo alla ricerca di nuovi talenti del calcio, ma la sua vita è stata segnata non solo dai successi sportivi, ma anche da vicende personali strazianti e incredibili. Ex centrocampista di Napoli, Inter e della Nazionale italiana, Bagni ha conquistato uno scudetto storico con il Napoli e stretto un’amicizia indimenticabile con Diego Armando Maradona. Tuttavia, dietro i riflettori del calcio, si nasconde una storia fatta di lutti, drammi e atti di straordinario coraggio.
La tragedia del figlio Raffaele: una ferita mai guarita
Nel 1992, la vita di Bagni fu sconvolta dalla perdita del figlio Raffaele, morto a soli 3 anni in un incidente d’auto. «Eravamo tutti in macchina, guidava mia moglie. Stavamo andando pianissimo, a 38 km/h, quando un’auto non rispettò lo stop. L’airbag si aprì e fu fatale. In quel momento avevo mio figlio in braccio, non era seduto dietro perché era stato appena allattato e temevamo che potesse vomitare», racconta con dolore. Ma il dramma non finì lì.
La bara del piccolo fu trafugata da alcuni criminali che chiesero un riscatto di 300 milioni di lire. Bagni affrontò in prima persona i sequestratori, rispondendo alle loro telefonate nel tentativo di aiutare i ROS a intercettarli. «Mi accordai con loro per un incontro a Predappio, portai con me una valigetta di soldi falsi e indossai un giubbotto antiproiettile. Ma nessuno si presentò. Quel giorno c’era una nebbia fittissima, forse avevano capito che non ero solo o non mi videro». Nonostante gli sforzi, la bara del figlio non fu mai ritrovata. Dopo quella tragedia, Bagni decise di non avere più figli: «Non esiste la copia di un figlio. Ne avevo già avuti tre, avevo la mia famiglia. Decisi di farmi sterilizzare».
La madre, lo tsunami e un destino beffardo
Anche la morte della madre, avvenuta il 16 dicembre 2004, segnò profondamente Bagni. «Io e mia moglie avevamo prenotato un viaggio in Sri Lanka, ma decidemmo di ritardare e optammo per le Maldive. Dieci giorni dopo, uno dei più devastanti tsunami della storia colpì il Paese, uccidendo oltre 200mila persone». Alle Maldive, lo tsunami colpì con meno violenza, ma Bagni ricorda quei momenti drammatici: «Eravamo in spiaggia, non nei bungalow. Ricordo l’enorme massa d’acqua e un rumore che non si può dimenticare. Mia figlia era paralizzata dalla paura, la presi in braccio e la legai a un albero per salvarla».
Il legame unico con Diego Armando Maradona
Fra i ricordi più luminosi della vita di Salvatore Bagni c’è l’amicizia profonda con Diego Armando Maradona, nata a Napoli nel 1984. «Arrivammo insieme, alloggiavamo nello stesso hotel. Io ero con mia moglie, lui con 10 o 15 persone. Eravamo agli opposti: a me non piaceva uscire la sera, ma tra noi la stima fu immediata. Lo trattavo da Diego, non da Maradona, e questo lo apprezzava. Se avevo qualcosa da dirgli, glielo dicevo». La loro amicizia non si limitava al campo di gioco: «Abbiamo passato nottate intere a discutere di cose che gli stavano a cuore. Era un uomo pieno di problemi, ma anche di un’umanità straordinaria».
Sport
Federica Pellegrini su Filippo Magnini: “Non faremo mai pace, ci siamo massacrati troppo”
Federica Pellegrini e Filippo Magnini non saranno mai amici. Dopo una relazione importante e dolorosa, entrambi hanno voltato pagina con nuove famiglie e nuove felicità, ma il rancore resta.
La storia tra Federica Pellegrini e Filippo Magnini è stata una delle più seguite e chiacchierate nel mondo dello sport e del gossip italiano. Tra il 2011 e il 2017, i due campioni del nuoto hanno fatto sognare i fan con una relazione tanto intensa quanto turbolenta. Ma quando la loro storia è finita, è scoppiato un vero e proprio caso mediatico, fatto di indiscrezioni e tensioni che, ancora oggi, continuano a dividere l’ex coppia.
Federica, nel corso di un’intervista, ha parlato apertamente della distanza incolmabile che la separa da Magnini: “Io e lui ci siamo massacrati. È evidente che non eravamo destinati a essere importanti l’uno per l’altra”, ha dichiarato con tono fermo. Oggi la “Divina” vive una vita serena accanto al marito Matteo Giunta, sposato nell’agosto 2022 con una romantica cerimonia a Venezia, e alla loro figlia Matilde, nata il 3 gennaio 2024. Dall’altra parte, Filippo Magnini è felicemente sposato con Giorgia Palmas, con cui condivide una famiglia allargata e affiatata, composta dalle figlie Mia e Sofia.
Pellegrini e il gossip: un rapporto complicato
Federica Pellegrini non ha mai avuto vita facile con il gossip, che l’ha spesso messa al centro di attenzioni non richieste. Durante l’intervista, la campionessa ha riflettuto con una punta di ironia sulle etichette che le sono state appiccicate nel corso degli anni, come quella di “mangiauomini”. “Non mi ha mai fatto piacere, ma ora ci scherzo su. Mi sono incasinata la vita, sono diventata una macchina da gossip. Ho imparato a usarlo, ma mi ha travolto. Ora sto alla larga: se c’è traccia di gossip, taccio”.
Parlando delle sue relazioni passate, Federica ha ammesso che non sono mai mancate le difficoltà: “Tira e molla, tradimenti… Non violente, ma con qualche parola di troppo. È stata una lezione, ma ora sono felice”. Anche Filippo Magnini, in passato, aveva confessato di aver sofferto molto per la fine della loro storia: “Mi ha lasciato lei. Ho sperato per un anno, ma adesso è tutto archiviato. È stata una bellissima storia, durata tanto, ma non c’era più amore”.
Due vite nuove e felici
Nonostante il passato turbolento, oggi entrambi hanno trovato la serenità. Federica Pellegrini vive un amore maturo e stabile con Matteo Giunta, che è, ironia della sorte, cugino dello stesso Magnini. Dopo anni di discrezione, i due sono usciti allo scoperto solo dopo il ritiro di Federica dalle gare, scegliendo di proteggere il loro amore dai riflettori. La nascita di Matilde ha poi coronato il loro sogno familiare.
Filippo Magnini, invece, ha costruito una vita serena con Giorgia Palmas, ex velina e volto noto della televisione italiana. Nonostante il covid abbia messo i bastoni tra le ruote ai loro piani di nozze, la coppia è riuscita a sposarsi e oggi vive una quotidianità fatta di amore e complicità. La figlia Mia e Sofia, avuta da Giorgia in una precedente relazione, completano il quadro di una famiglia affiatata.
Una distanza incolmabile
Le vite di Federica e Filippo, seppur parallele e felici, non si incroceranno mai più. La freddezza tra i due è palpabile e nessuno dei due sembra intenzionato a ricucire un rapporto. La Pellegrini è categorica: “Non eravamo destinati a essere importanti l’uno per l’altra”. E forse è proprio questa la chiave della loro distanza: accettare il passato per vivere il presente senza rimpianti.
Calcio
Milan trionfa all’ultimo respiro: la Stella Rossa perde le staffe e bestemmia su X
Dopo il pareggio di Radonjic, la Stella Rossa si illude ma viene punita nel finale da un Milan determinato. La delusione diventa furia sui social, con un post che lascia il segno: una bestemmia in italiano fa il giro del web.
Il Milan chiude la fase a gironi di Champions League con una vittoria sofferta e spettacolare ai danni della Stella Rossa, imponendosi 2-1 grazie a un gol decisivo di Tammy Abraham allo scadere. Una partita combattuta e ricca di emozioni, che ha visto i rossoneri partire forte con il gol di Rafael Leao nel primo tempo. La squadra serba, però, non si è lasciata intimidire e ha trovato il pareggio nella ripresa con Radonjic, ex attaccante del Torino, riaccendendo le speranze di un risultato positivo.
Per la Stella Rossa, con soli tre punti raccolti in questa edizione di Champions, la partita rappresentava una delle ultime occasioni per salvare l’onore in una competizione che finora li ha visti protagonisti più per le delusioni che per i successi. Il gol di Radonjic aveva dato linfa vitale alla squadra, con i tifosi serbi che per qualche minuto hanno sognato di strappare almeno un pareggio in una delle cattedrali del calcio europeo.
Ma il finale è stato crudele: a pochi minuti dal triplice fischio, Tammy Abraham ha sfruttato una distrazione della difesa serba per firmare il gol che ha regalato i tre punti al Milan, chiudendo definitivamente la partita. Un colpo al cuore per la Stella Rossa, che si è vista sfuggire l’occasione proprio sul più bello. La delusione, però, non si è limitata al campo.
Subito dopo la partita, l’account inglese ufficiale della Stella Rossa ha pubblicato un tweet che ha fatto scalpore. Commentando il gol decisivo di Abraham, il social media manager del club ha perso le staffe, scrivendo una bestemmia in italiano che non è passata inosservata. Il post, che recitava semplicemente “Porca…”, è stato immediatamente notato dagli utenti e ha scatenato una serie di reazioni, tra ironia e indignazione.
Tifosi italiani e serbi si sono riversati nei commenti, alcuni per difendere il club, altri per sottolineare la scarsa professionalità del gesto. “Persino le bestemmie sono internazionali, che classe!” ha ironizzato un utente italiano, mentre altri si sono detti scandalizzati dal tono del messaggio. La Stella Rossa ha rapidamente cancellato il tweet, ma ormai lo screenshot era già virale, condiviso da migliaia di persone.
Non è la prima volta che i social delle squadre di calcio diventano terreno di sfogo per le emozioni più forti, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sull’uso eccessivo di toni sopra le righe da parte dei gestori di account ufficiali. Per la Stella Rossa, oltre alla delusione sportiva, resta l’imbarazzo di un episodio che non si cancella con un semplice click.
Intanto, il Milan celebra una vittoria che dà morale in vista della fase successiva, mentre la Stella Rossa torna in Serbia con il rammarico di una Champions League che si conclude senza gloria.
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