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Sport

Pecco Bagnaia: un matrimonio su due ruote

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    La data prescelta è quella del prossimo 20 luglio, la location quella sacra del Duomo di Pesaro, segue il ricevimento a Villa Imperiale. Tra gli ospiti naturalmente ci sarà il “Doc”e, più in generale, chi ha fatto parte del loro percorso. Colonna sonora della giornata le canzoni che gli hanno tenuto compagnia durante i loro viaggi in auto tra Pesaro e Torino: Lucio Dalla, Jovanotti, Cremonini. Questa in sintesi la giornata matrimoniale del pilota Pecco Bagnaia e della sua Domizia Castagnini.

    Il viaggio di nozze può aspettare

    Un matrimonio d’estate… ma senza viaggio di nozze. Almeno per il momento. Perchè a fine mese incombe la World Ducati Week a Misano. E subito dopo, il neo-sposino dovrà tornare in pista a Silverstone. Per ora il programma è spartano: «Ci prendiamo solo qualche giorno di vacanza adesso: sono giorni speciali, il matrimonio è sempre più vicino e siamo due persone molto sensibili, l’emozione sta aumentando».

    La sposa

    Domizia Castagnini, nata a Chivasso, da 8 anni fidanzata col 3 volte campione del mondo. I suoi ricordi di lui sono sempre a due ruote: «Correva in Moto3, con la Mahindra. Un ragazzino. Da allora, siamo cresciuti insieme». In Germania era il gp numero 200 nella categoria regina per il piemontese, che ha conquistato la quarta vittoria di fila ed è tornato in testa al Mondiale. In sella alla Ducati ha vinto 24 gare e 42 volte è salito sul podio. Da tutti è considerato l’erede naturale di Valentino Rossi. Un atleta che di recente ha subito una grande maturaziome, anche se è sempre stato consapevole del suo altissimo potenziale.

    L’indomito Pecco

    Anche nei momenti in cui le cose non andavano benissimo, non si è mai buttato giù. Ci riferiamo sia alle stagioni in Pramac, poi allo stop forzato del Covid. Se a Domizia chiedi quale sia il segreto del suo fidanzato, lei non ha dubbi: «Ammiro la sua capacità di volere sempre imparare, di non ripetere mai lo stesso errore. Di essere sé stesso, in pista e nella vita quotidiana: semplice, sereno. È una persona gentile, modesta, educata. Cerca di creare armonia nel box, con tutti i compagni di squadra – anche i più difficili caratterialmente – ha sempre avuto un buon rapporto».

    La coabitazione con Marquez

    Il prossimo anno in Ducati, come compagno di squadra gli toccherà Marc Marquez. Un detto del motorspot recita che “il compagno di squadra sia il primo dei propri avversari”. E Marquez potrebbe rappresentare una presenza molto ingombrante condividendo il box. Viene però da chiedersi “chi sarà scomodo per chi”. Domizia sorride: «Sarà sicuramente una bella sfida, dovrà lavorare di fino. Ma Pecco è una persona serena, che sa circondarsi di persone di cui si fida ciecamente. Non gli piace troppo sentire le critiche, e allora tocca a me la parte di quella che sottolinea le cose che non vanno: all’inizio ci rimane male, poi però elabora e ci lavora sopra. È un’altra sua qualità».

    Una prospettiva di felicità

    E’ sempre Domizia a parlare: «Oggi siamo all’apice della felicità e dell’equilibrio. Abbiamo intrapreso una strada insieme, mano nella mano. Ho frequentato l’Università a Torino nel campo della moda e del marketing, poi un master a Milano: è diventato il mio lavoro a Pesaro, dove viviamo, e lui mi ha sempre supportato. Adattandosi, quando era il caso».

      Sport

      Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez oscurati da una coppia di sconosciuti… nudi

      Sfrecciando accanto allo yacht di CR7, una coppia di sconosciuti, abbracciata e nuda, ha attirato l’attenzione di tutti. Ma Ronaldo e Georgina erano troppo concentrati l’uno sull’altra per accorgersene. Georgina, tuttavia, si è ripresa i riflettori al Festival del Cinema di Venezia, mentre Ronaldo ha celebrato il suo 900° gol in carriera.

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        Cristiano Ronaldo e Georgina Rodriguez sono abituati a essere al centro dell’attenzione ovunque vadano, specialmente quando si tratta di una lussuosa vacanza in yacht nel sud della Francia. Tuttavia, questa volta, nonostante la loro consueta presenza scenica, i riflettori sono stati temporaneamente rubati da una coppia di sconosciuti che ha deciso di prendersi un momento di libertà… assoluta.

        La scena in questione è stata immortalata quando una piccola barca ha sfrecciato accanto allo yacht della coppia più famosa del mondo dello sport e dello spettacolo. A bordo della barchetta, un uomo e una donna, completamente nudi, si scambiavano un bacio appassionato, sfidando il calore del sole e forse anche quello dello scandalo.

        Cristiano e Georgina, intenti a godersi il panorama e a scambiarsi coccole, non sembrano aver notato i loro vicini di mare. Ronaldo, con lo sguardo altrove, e Georgina, concentrata a scattare foto, sono rimasti ignari della “scena rubata” proprio accanto a loro. La coppia nuda ha così brevemente oscurato le due stelle del gossip, in un episodio che, come spesso accade, dimostra che la vita è piena di sorprese – anche per i più abituati ai riflettori.

        Non c’è da preoccuparsi, però, perché Georgina ha avuto la sua rivincita poco dopo, sfilando sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia in un elegante abito bianco che ha catturato l’attenzione di tutti. Non da meno, Ronaldo ha celebrato un altro importante traguardo nella sua carriera, segnando il suo 900° gol con la nazionale portoghese contro la Croazia.

        Così, mentre la coppia di sconosciuti ha avuto il suo momento di gloria, Ronaldo e Georgina sono tornati rapidamente a occupare il centro della scena, dove, francamente, sono abituati a stare.

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          Sport

          Il peso di fare Totti di cognome, tirando calci ad un pallone

          Il figlio di Totti e Ilary Blasi, Cristian, esordisce in serie D con l’Olbia e gli haters (chi sennò…) gli danno del “ciccione”, criticando anche il suo scarso valore tecnico in campo. E’ il peso da portare per l’ennesimo “figlio d’arte”…

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            Figlio di cotanto padre (almeno calcisticamente parlando, sul resto ognuno coltivi la propria convinzione…), Cristian Totti esordisce in Coppa Italia con l’Olbia contro l’Ilvamaddalenae. E – manco a dirlo – viene attaccato sui social per la sua forma fisica. Il direttore tecnico della squadra ammette: Il dt della squadra Corda dichiara: «Tende a ingrassare, anche se prima pesava di più di adesso, quindi si sta rimettendo. E poi è un ragazzo molto in gamba»». Insomma, un debutto che non è passato inosservato.

            Tutta colpa del solito video social

            Classe 2005, figlio di Francesco e Ilary Blasi, gioca attualmente nell’Olbia Calcio (in serie D). Tutto il polemicozzo è stato generato da un video che ha mostrato un giocatore sul campo un po’ sovrappeso, sul quale – come era lecito aspettarsi – si è abbattuto uno tzunami social di rara potenza. Immancabili le accuse di nepotismo che sostengono che, senza quel cognome illustre, Cristian non sarebbe mai diventato un calciatore.

            Figlio d’arte

            Il peso del nome è indubbio, avere come padre uno dei più grandi calciatori della storia del calcio italiano e mondiale è un fardello non semplice da portare. Già così, un esordio nel medesimo sport non è cosa da poco… se poi intervengono considerazioni non di tipo tecnico è la fine. L’ironia di chi ha commentato ha assunto connotazioni fra le più diverse, sia carine ma anche offensive. Un utente scrive «Mo je faccio la carbonara» (parafrasando il mitico «Mo je faccio il cucchiaio» pronunciato dal Pupone prima di battere il rigore nella semifinale Italia-Olanda degli Europei del 2000) a chi sostiene che «ha i piedi della madre».

            In suo aiuto arrriva il dt del team olbiense

            Ad un certo punto si è reso necessario un intervento del dt della squadra, Ninni Corda, che in tv a Sportitalia ha puntualizzato, cercando di buttare acqua sul fuoco: «Se dobbiamo entrare nei dettagli prima pesava di più di quello che pesa adesso, quindi si sta rimettendo. Non so se pesasse 90 kg forse 88, quel che è certo è che di costituzione tende a ingrassare. Ma è un ragazzo che ha ottime qualità ed è molto in gamba. Ha solo la “colpa” di avere qualche chilo di troppo e di essere figlio di Francesco Totti e Ilary Blasi».

            La squadra dove milita Cristian

            La squadra fondata nel 1906, secondo quanto riporta un quotidiano locale, assolderà un paio di professionisti, un nutrizionista e uno psicologo, proprio per gestire la situazione. Fondata nel 1906, l’Olbia fu rifondata nel 2010 in seguito all’esclusione decretata dal Consiglio Federale della FIGC conseguentemente al fallimento per motivi finanziari. A partire dalla sua nascita ha vinto nove campionati. Nel palmarès figura uno Scudetto Serie D vinto nel 2002.

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              Calcio

              Saudi Pro League in crisi. L’Arabia Saudita cerca investitori in Europa

              L’Arabia Saudita è di fronte a sfide cruciali: mantenere la rotta fino al Mondiale di calcio previsti nel 2034; e rendere il proprio campionato un prodotto attraente su scala globale.

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                Un anno fa il calcio europeo tremava di fronte alla potenza economica dell’Arabia Saudita che, con il suo campionato, sembrava pronta a portare via i migliori talenti del Vecchio Continente. Dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo a Riad nel dicembre 2022, i club della Saudi Pro League hanno speso centinaia di milioni per stelle come Karim Benzema, Neymar e N’Golo Kanté, oltre a calciatori nel pieno della carriera come Sergej Milinković-Savić. Tuttavia, oggi il panorama è cambiato drasticamente.

                Investimenti a picco o quasi

                L’ultimo mercato estivo ha segnato una svolta. Le spese dei club sauditi sono crollate del 65%, passando dai 900 milioni di euro del 2023 ai 330 milioni di quest’anno. Nonostante alcuni acquisti di rilievo, come Moussa Diaby e João Cancelo, la tendenza generale mostra una riduzione degli investimenti e una diminuzione dell’interesse generale verso il campionato. Un declino che potrebbe essere il primo segnale di una crisi più profonda per il calcio saudita, che fatica a mantenere alta l’attrattiva per tifosi, sponsor e giocatori.

                La lega saudita è poco competitiva

                Un problema centrale della Saudi Pro League è la sua scarsa competitività. Le quattro squadre di vertice, Al-Hilal, Al-Ahli, Al-Ittihad e Al-Nassr, sono controllate dal Fondo per gli investimenti pubblici saudita (PIF). Si tratta di uno dei più grandi fondi sovrani del mondo, con un patrimonio totale stimato di oltre 925 miliardi di dollari. Le tre squadre al vertice monopolizzano il campionato, rendendo la lega poco equilibrata. Nonostante i contratti faraonici offerti, diversi top player hanno iniziato a declinare le offerte saudite, come Paulo Dybala e Victor Osimhen, a causa della bassa competitività del campionato.

                Serve un campionato che generi interesse

                La priorità per il calcio saudita ora è fare crescere l’interesse verso il campionato. Gli introiti aggregati sono ancora modesti, attorno ai 450 milioni di euro, ben lontani dai ricavi di grandi club europei come la Juventus. Per stimolare l’interesse, una delle idee emerse è permettere ai giocatori di acquisire quote dei club dopo il ritiro, ma occorrerebbero strategie più solide per attirare spettatori e sponsor.

                Caccia agli investitori europei

                Per dare nuova linfa al campionato, i sauditi hanno lanciato lo “Sport Europe Roadshow“, una serie di incontri nelle principali città europee come Londra, Milano, Monaco e Stoccolma. L’obiettivo è convincere i fondi d’investimento e i dirigenti dei club europei ad acquistare i 18 club sauditi che non sono ancora controllati dal PIF. La Saudi Pro League offre incentivi fiscali importanti, come un’aliquota societaria al 20%, IVA al 15% e zero tasse sulle persone fisiche, oltre a trattati bilaterali per evitare la doppia imposizione fiscale.

                Il Mondiale 2034 come leva strategica

                Un punto di forza nella strategia saudita è l’assegnazione del Mondiale 2034, un evento che secondo i sauditi dovrebbe attrarre ulteriori investimenti. Il governo saudita ha già promesso infrastrutture d’avanguardia, come lo stadio di Al Khobar, progettato dallo studio Populous e definito da molti come uno dei più ambiziosi al mondo. L’obiettivo è che il Paese diventi un hub di riferimento per il calcio internazionale.

                Un piano a lungo termine per il regime saudita

                Nonostante i segnali di crisi, l’Arabia Saudita non abbandona il suo progetto. L’obiettivo dichiarato della Famiglia Reale e il sovrano Salman Bin ‛Abd al-‘Azīz è stabilizzare e affermare il calcio asiatico a livello globale. Non per questioni di sportwashing, ma per consolidare il Paese come una potenza economica e sportiva. Il PIF e le istituzioni saudite sono consapevoli che il successo arriverà solo a lungo termine, con investimenti mirati e una strategia ben definita che vada oltre il semplice acquisto di grandi nomi.

                … e il progetto Mancini?

                Intanto il progetto creato dall’ex Ct della Nazionale Azzurra Roberto Mancini per quel che riguarda la compagine saudita continua. Anzi raddoppia. Alla corte del re infatti arriva un nuovo uomo di fiducia del Ct. Gigi Di Biagio che allenerà l’Under 21 saudita.

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