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Sinner e Berrettini: risate, battute e grande sintonia ai SuperTennis Awards, con Jannik che spiazza tutti sul “rinascere Matteo”

Jannik Sinner scherza sul voler rinascere nei panni di Berrettini per il suo aspetto fisico, mentre Matteo risponde con ironia e ammirazione per la precisione del numero uno al mondo. Una serata tra risate e commozione per il tennis italiano

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    Il tennis italiano ha celebrato i suoi eroi ai SuperTennis Awards, ma i veri protagonisti della serata sono stati Jannik Sinner e Matteo Berrettini, che hanno dimostrato una sintonia unica sia dentro che fuori dal campo. Durante un’intervista doppia condotta da Piero Chiambretti, i due campioni hanno alternato momenti di grande emozione a battute irresistibili, regalando al pubblico un mix perfetto di ironia e sentimento.

    Tra le tante domande curiose rivolte da Chiambretti, una in particolare ha fatto scattare le risate generali: “Se dovesse rinascere, le piacerebbe essere l’altro?”. La risposta di Sinner è stata un capolavoro di brutalità onesta: dopo un momento di silenzio e una risata trattenuta, il numero uno al mondo ha detto: «Eeeh…», alludendo con ironia all’aspetto estetico di Berrettini. Il pubblico e lo stesso Matteo sono scoppiati a ridere, dimostrando quanto il loro rapporto sia basato su stima e una dose salutare di autoironia.

    Berrettini, dal canto suo, ha risposto in modo altrettanto simpatico, dicendo che vorrebbe rinascere nei panni di Sinner per provare cosa significa essere praticamente infallibile in campo: «Vorrei essere lui per sapere cosa si prova a non sbagliare mai». Poi, scherzando sulla sua bellezza, ha aggiunto: «Su una palla break, il sorriso non mi salva».

    Successi, lacrime e Coppa Davis

    Le battute sono continuate, ma non sono mancati i momenti più profondi. Rivivendo la vittoria dell’Italia in Coppa Davis, entrambi hanno mostrato il forte legame che li unisce. Sinner ha raccontato quanto fosse importante vedere Matteo in squadra dopo un anno difficile: «Quando abbiamo vinto, mi è dispiaciuto che l’anno scorso il suo nome mancasse tra i vincitori della coppa. Matteo ci ha dato un’energia incredibile, anche da fuori».

    Berrettini, visibilmente emozionato, ha ricordato le lacrime versate a Malaga: «È stato un momento felice, il risultato di un percorso iniziato a Bologna. Non si trattava solo di noi due, ma di tutta la squadra, compresi i giocatori che non erano lì con noi. In quelle lacrime c’era il lavoro di un team intero».

    Tra bellezza e precisione

    La serata, però, non ha vissuto solo di ricordi sportivi. Le divergenze tra i due emergono anche nell’approccio alle partite: mentre Sinner ammette che il dubbio è ciò che lo accompagna prima di ogni match, Berrettini confessa che la paura è per lui un elemento fondamentale per performare al meglio.

    Nonostante differenze e personalità complementari, la loro amicizia e rispetto reciproco si riflettono in ogni momento. Concludendo con un tocco di leggerezza, Matteo ha scherzato sul confronto con Sinner nei momenti di gloria: «Quando sono stato sesto al mondo, nessuno mi ha chiamato. Ho provato io, ma mi hanno attaccato».

    Tra risate, ricordi e riflessioni, la serata ha mostrato perché Sinner e Berrettini non sono solo due campioni, ma anche due persone capaci di conquistare chiunque, dentro e fuori dal campo.

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