Cronaca Nera

Bossetti shock: “Incastrato così, hanno provato a farmi confessare”

Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha recentemente rilasciato dichiarazioni scioccanti, sostenendo di essere stato manipolato dagli inquirenti per ottenere una confessione.

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    Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, torna a far parlare di sé con nuove e inquietanti dichiarazioni. Il muratore di Mapello, infatti, accusa gli inquirenti di aver utilizzato metodi coercitivi e pressioni psicologiche per ottenere una confessione. “Mi hanno trattato come un mostro sin dall’inizio, senza darmi la possibilità di spiegarmi,” ha dichiarato Bossetti, sollevando dubbi su uno dei casi più mediatici e controversi degli ultimi anni in Italia.

    Il caso Yara Gambirasio

    Il 26 novembre 2010, Yara Gambirasio scomparve mentre tornava a casa dalla palestra. Il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola. Le indagini portarono nel 2014 all’arresto di Massimo Bossetti, grazie a una traccia di DNA trovata sugli indumenti della vittima. Bossetti è stato condannato all’ergastolo nel 2016, e la sua condanna è stata confermata in Cassazione nel 2018.

    Le accuse di Bossetti

    In una recente intervista, Bossetti ha descritto i metodi usati durante gli interrogatori come “psicologicamente devastanti”. Ha dichiarato: “Mi hanno trattato come un mostro sin dall’inizio, senza darmi la possibilità di spiegarmi. Le pressioni erano insopportabili e mi sentivo continuamente minacciato”. Bossetti ha inoltre sostenuto che gli inquirenti avrebbero manipolato le prove per incastrarlo, insistendo su dettagli irrilevanti per costruire un caso contro di lui.

    Le prove contro Bossetti

    La condanna di Bossetti si basa principalmente su prove genetiche. Il DNA trovato sugli indumenti di Yara è stato determinante per la sua incriminazione. Tuttavia, Bossetti e i suoi legali hanno sempre contestato la validità di queste prove, sostenendo che ci siano state contaminazioni e errori nelle procedure di raccolta e analisi. “Il DNA non è stato l’unica prova e non può essere considerato infallibile,” ha ribadito Bossetti.

    Le reazioni dell’opinione pubblica

    Il caso di Yara Gambirasio ha profondamente toccato l’opinione pubblica italiana. Le nuove dichiarazioni di Bossetti hanno riacceso il dibattito su come siano state condotte le indagini e sull’affidabilità delle prove presentate. Molti si chiedono se sia stato fatto tutto il possibile per garantire un processo equo e trasparente.

    Le dichiarazioni della difesa

    Claudio Salvagni, avvocato di Bossetti, ha ribadito che il suo assistito è vittima di un errore giudiziario. “Abbiamo sempre sostenuto l’innocenza di Bossetti e queste nuove rivelazioni confermano i nostri dubbi sulle modalità con cui sono state condotte le indagini. Continueremo a lottare per la verità e la giustizia,” ha dichiarato Salvagni.

    Il futuro di Bossetti

    Le dichiarazioni di Bossetti sollevano numerose domande sul sistema giudiziario italiano e su come vengano gestiti i casi di grande rilevanza mediatica. Se le sue accuse trovassero conferma, si aprirebbe un nuovo capitolo in uno dei casi più controversi degli ultimi anni. Intanto, la sua difesa continua a lavorare per una possibile revisione del processo, sperando di poter ribaltare una condanna che ritengono ingiusta.

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