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Annalisa autoironica a Le Iene: “Sorchissima io”? C’è dell’eccitazione in rete…
La popstar italiana ormai diventata vera icona di stile e sensualità, ha fatto scintille durante la sua ultima apparizione a Le Iene. In un servizio tutto da ridere, la cantante ha letto ad alta voce alcuni dei commenti più “coloriti” ricevuti sui social. Il tono? Ironico, scanzonato e con una buona dose di autoironia, come solo lei sa fare.
Tra un “sorchissima” e un “dea”, Annalisa se la ride di gusto
Durante il segmento, che potete vedere nel nostro video, Annalisa ha sciorinato ad alta voce messaggi che la definiscono, senza troppi giri di parole, “sorchissima”, “gnocca spaziale”, “dea in terra”. Commenti diretti, senza filtro, che la cantante ha accolto con una risata sincera e una prontezza disarmante. Senza imbarazzo, anzi: Annalisa ha cavalcato l’onda dell’entusiasmo social, dimostrando quanto sia a suo agio con la propria immagine.
“In rete c’è fame di donne”: la risposta che conquista tutti
Con il suo solito sorriso ironico, Annalisa ha chiuso il siparietto con una battuta che ha fatto il giro del web. Una frase semplice, ma perfetta per fotografare la realtà dei social di oggi, dove la sensualità viene celebrata (a volte in modo un po’ sopra le righe) con entusiasmo travolgente. Dimostrandosi per l’ennesima volta capace di giocare con la propria immagine pubblica senza mai prendersi troppo sul serio. Saper ridere di sé, trasformare anche i commenti più “spinti” in un momento di divertimento condiviso: è qui che si vede la stoffa delle vere star.
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Il cardinale Tagle canta Imagine: alcuni si scandalizzano, Lennon avrebbe gradito
Un video del cardinale filippino Luis Antonio Tagle che interpreta “Imagine” di John Lennon è tornato virale in rete, sollevando polemiche per la strofa “no religion too”. Alcuni parlano di una pericolosa apertura al relativismo religioso, ma il filmato, risalente al 2019, è stato decontestualizzato.

Sta circolando nuovamente sui social un video che mostra il cardinale filippino Luis Antonio Tagle cantare la celebre canzone scritta da John Lennon. La clip ha riacceso discussioni animate, soprattutto tra alcuni utenti cattolici che vedono nella performance un presunto segnale di apertura verso idee anti-religiose. Al centro della polemica, il verso “no religion too“, interpretato da alcuni come una resa alla cultura atea.
Un video del 2019, non legato al conclave
Molti dei commenti più critici sembrano ignorare un dettaglio fondamentale: il video risale al 2019, ben prima dell’attuale conclave e di ogni speculazione sul ruolo di Tagle come possibile futuro Papa. Il filmato è stato girato durante un evento informale, con finalità di intrattenimento e condivisione culturale, e non aveva alcun intento teologico o dottrinale.
Una versione abbreviata e senza il verso incriminato
Fonti vicine al cardinale chiariscono inoltre che la versione di Imagine eseguita da Tagle era abbreviata. Il verso “no religion too” non era nemmeno incluso nella performance. L’intento era simbolico: un messaggio di pace e fratellanza universale, valori condivisi anche dalla dottrina cristiana.
La figura di tagle e il suo messaggio di dialogo
Luis Antonio Tagle è noto per il suo approccio inclusivo e dialogante. Ex arcivescovo di Manila e ora prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Tagle ha sempre promosso il dialogo interreligioso come strumento di pace. La sua scelta di cantare una canzone come “Imagine” riflette questa visione aperta, senza implicare in alcun modo un ripudio della fede cattolica.
Una polemica basata su una lettura distorta
Il caso del video virale di Tagle mostra quanto sia facile generare fraintendimenti online, soprattutto quando si decontestualizzano le informazioni. La realtà è ben diversa da quanto affermano i titoli sensazionalistici: non si tratta di un attacco alla religione, ma di un gesto di dialogo e speranza, in linea con la visione di una Chiesa aperta e accogliente. Siamo sicuri che John avrebbe gradito.
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Il time-lapse di Papa Francesco: tutta una vita per gli altri
Un emozionante video racconta la vita di Papa Francesco in pochi secondi, dalle sue origini a Buenos Aires fino ai giorni nostri. Un omaggio virale che celebra la straordinaria umanità di un uomo semplice, capace di parlare al cuore del mondo.

Sta commuovendo la rete un video in time-lapse che racconta, in pochi secondi ma con intensità crescente, la vita di Papa Francesco. Si parte da una fotografia di un bimbo argentino a Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, attraversando le varie le tappe della sua esistenza: il giovane seminarista, il gesuita impegnato, l’arcivescovo tra la gente, fino alla storica elezione al soglio pontificio nel 2013.
Uno sguardo di profonda misericordia per il mondo
Immagine dopo immagine, il volto cambia, ma lo sguardo rimane lo stesso: semplice, profondo, umano. Il video, divenuto virale, è l’ennesimo tributo collettivo a un uomo che, pur nella sua grandezza, è sempre riuscito a farsi percepire come “uno di noi”. Un Papa che non ha mai smesso di camminare accanto agli ultimi, con passo umile e voce chiara. Un frammento di internet, dunque, che diventa poesia visiva e memoria condivisa.
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Funerale Papa Francesco, il Vaticano pubblica il libretto della messa: ecco come si svolgerà il rito e chi lo celebrerà
La Messa sarà presieduta dal cardinale Re, secondo il nuovo rito semplificato voluto da Francesco. Abolite le tre bare, nessun catafalco, e tomba già pronta a Santa Maria Maggiore

Sabato 26 aprile, alle 10 del mattino, si celebrerà sul sagrato di San Pietro la Messa esequiale di Papa Francesco. Una cerimonia storica, non solo per l’afflusso previsto di oltre duecentomila persone tra capi di Stato, fedeli e semplici cittadini, ma anche perché sarà il primo funerale papale interamente modellato secondo il nuovo rito voluto proprio da Jorge Mario Bergoglio.
Presiede il cardinale Giovanni Battista Re
A presiedere la liturgia sarà il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, vescovo da 37 anni, cardinale da 24, e prossimo a lasciare l’incarico per raggiunti limiti d’età. Il Vaticano ha pubblicato il libretto ufficiale della celebrazione, in cui si leggono tutti i dettagli del rito e delle modifiche introdotte dal pontefice.
Niente tre bare
Tra queste spicca l’abolizione delle tre bare tradizionali — di cipresso, piombo e rovere — a favore di una semplice cassa di legno, con all’interno un contenitore in zinco. Non ci sarà più il classico catafalco, né la lunga esposizione della salma su un cataletto sopraelevato. Il corpo del Papa, infatti, sarà esposto direttamente nella bara, aperta solo per la venerazione iniziale, e poi richiusa prima della traslazione.
Sono state riviste anche le tre “stazioni” tradizionali: quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e quella del sepolcro. La constatazione della morte non avverrà nella camera da letto ma nella cappella privata; non ci sarà una doppia traslazione come avvenuto in passato. Tutto è stato pensato per sottolineare il ruolo del Pontefice come “pastore e discepolo di Cristo”, e non come una figura di potere terreno.
L’ultima stazione, quella del sepolcro, prevede la tumulazione nella basilica di Santa Maria Maggiore, dove da tempo è stata predisposta la tomba. Non è ancora chiaro se vi sarà un corteo ufficiale oppure un trasporto più riservato, in linea con lo stile sobrio di Francesco. La decisione definitiva spetterà ai maestri cerimonieri e al Collegio cardinalizio.
Il nuovo Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvato da Francesco nell’aprile 2024 e stampato in novembre, rappresenta un cambiamento profondo nel modo in cui la Chiesa saluta il proprio Vescovo di Roma. Come ha spiegato l’arcivescovo Diego Ravelli, “il rito doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e non di un potente di questo mondo”.
In attesa dell’Habemus Papam, che seguirà le procedure del Conclave, Roma si stringe intorno alla memoria di un uomo che ha scelto la semplicità anche nell’ultimo saluto.
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