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    Dall’approccio fortemente internazionale, donna e diva, Elisabetta Gregoraci è identificata nell’immaginario collettivo come una delle donne di Calabria più affermate ed invidiate. Showgirl, attrice, conduttrice, moglie, madre e manager di se stessa. Bella, avvolgente e cordiale come solo certe donne del sud sanno ancora essere, modesta e altera al contempo.

    Testimonial perfetta per la sua terra

    Ex Miss Calabria, Ely – affettuosamente chiamata così da chi la segue – e la terra calabra: due facce della medesima medaglia. Elisabetta e il suo amore viscerale per la sua natìa Soverato, Elisabetta e il suo mare, storia di una donna di grandissimo successo. Grazie alla sua determinazione, alla sua forza d’animo ma anche – e soprattutto – al suo carattere gioviale, sempre sorridente ed estremamente disponibile. Non è un caso che, dal 2023, lei è testimonial nell’ambito del “progetto pilota” denominato CRPTC, Centro Regionale per la Promozione Turistica e Culturale.

    Un nobile intento benefico

    Tutte caratteristiche che ha puntualmente riconfermato, dando di slancio la sua disponibilità a partecipare stasera ad un evento di beneficenza firmato Diemmecom, dalla finalità assolutamente nobile, per supportare le attività di ricerca sui tumori in età infantile. Ed Elisabetta, da mamma di cuore quale è, non poteva che aderirvi con il consueto slancio, testimoniando la sua partecipazione anche con un messaggio social.

    Presenza mediatica di peso

    Il suo profilo Instagram conta circa 2 milioni di followers, ogni giorno in continua crescita. Vero e proprio fenomeno mediatico, sa essere anche una persona estremanete comprensiva ed attenta agli altri, aspetti che giustificano il grandissimo seguito che vanta.

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      Chi trova un cane trova un tesoro

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        Perché i video dei cani spopolano sui social? La risposta è semplice: perché sono l’unico contenuto online che riesce a farci sorridere senza bisogno di filtri, balletti o citazioni motivazionali su sfondo tramonto.​

        Influencer inconsapevoli

        I cani sono gli influencer naturali: non hanno bisogno di trucco, sanno fare la faccia da cucciolo meglio di chiunque altro e, soprattutto, non giudicano se guardi lo stesso video 37 volte di fila.​ Quando un cane balla sotto la pioggia con più grazia di Gene Kelly, o partecipa a una challenge mettendo la zampa sulla mano del padrone, il nostro cuore si scioglie come un gelato al sole.​

        E se un Labrador canta Who Let the Dogs Out con il suo umano, beh, è ovvio che il video diventi virale: è l’unico duetto in cui nessuno stona.​ In un mondo pieno di notizie tristi e bollette da pagare, i video dei cani sono la nostra dose quotidiana di felicità gratuita.​ E se il cane protagonista è anche un po’ goffo o combina qualche marachella, il successo è assicurato: perché, ammettiamolo, ci piace vedere che anche gli altri fanno figuracce… soprattutto se hanno la coda.

        E i gatti?

        Sui social è guerra fredda: da un lato i video dei cani, maestri di goffaggine e coccole, dall’altro i gatti, divinità pelose che ignorano l’umanità con stile. I cani fanno ridere, i gatti fanno meme. I primi ci amano incondizionatamente, i secondi ci tollerano con superiorità. Ma alla fine? Piacciono entrambi: uno ci fa sentire amati, l’altro giudicati… come ogni sana relazione digitale che si rispetti.

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          Quando Satana suona all’Alcatraz, Padre David cerca di redimere le pecorelle metallare smarrite

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            Un sacerdote armato di croce e buona volontà tenta l’impresa impossibile: redimere i fan del metal estremo fuori dall’Alcatraz di Milano a suon di benedizioni. Ma i “seguaci di Satana” avevano già un’altra liturgia in programma: pogo, birra e chitarre distorte. Cronaca semiseria di una serata tra inferi e benedizioni.

            Cronaca di un esorcismo annunciato

            Lo aveva annunciato sulla sua pagina Instagram lanciando un appello ad unirsi alla sua missione «benedire la discoteca Alcatraz con acqua santa e sale benedetto, seguirà poi l’esorcismo per allontanare il maligno». Padre David, personaggio social noto per i suoi esorcismi e per le posizioni ultracattoliche, si è palesato davanti alla discoteca milanese per benedire i fan del gruppo death metal polacco Behemoth e «annullare le devastanti conseguenze spirituali che la “messa nera” in atto con il loro concerto porterà a Milano e ai suoi abitanti».

            Il metal chiama, il prete risponde

            L’Alcatraz brulica di anime dannate, ovvero giovani (e meno giovani) vestiti di nero, borchie, eyeliner sbavato e magliette con scritte incomprensibili. Il concerto metal è l’evento clou della settimana infernale. Ma c’è un plot twist: Padre David si piazza fuori dai cancelli per riportare le pecorelle smarrite all’ovile. Spoiler: non finirà bene…

            Benedizioni vs imprecazioni

            Armato di crocifisso d’ordinanza, Bibbia ed entusiasmo da oratorio estivo, il sacerdote-influencer comincia la sua missione. Benedice, prega, ammonisce. I metallari, però, lo ringraziano con cori da stadio e birre alzate al cielo. Alcuni si fanno anche benedire, giusto per sicurezza spirituale prima del pogo. Un ragazzo urla: “Prete, stasera si va tutti all’inferno, vieni anche tu!”. Invito naturalmente rifiutato con garbo ma… panico negli occhi.

            Redenzione in 7/8

            Il tentativo di conversione sfuma tra riff di chitarra e bestemmie in metrica dispari. L’unico miracolo? Il prete non perde la pazienza. Anzi, a fine serata sembra quasi divertito. Forse, in fondo, l’inferno non è così male… se ha una buona colonna sonora. Alla fine, mentre il fumo dei fumogeni si dissolve e la musica tace, il prete si allontana sconfitto ma sereno. I metallari restano fedeli al loro culto: volume al massimo e dannazione a tempo di batteria. E il buon Dio, che di questi tempi ha problemi più seri da osservare, probabilmente ride sotto i baffi…

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              Amanda Knox canta la sua verità insieme al chitarrista dei Pearl Jam

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                Torna sotto i riflettori, ma questa volta non per questioni giudiziarie: Amanda Kox si esibisce con la Exoneree Band, la band dei “condannati ingiustamente”, alla Innocence Network Conference di Seattle. Ospite d’eccezione: il chitarrista dei Pearl Jam, Mike McCready. Un evento carico di significato, tra musica, giustizia e memoria.

                Da simbolo di un errore giudiziario a voce per l’innocenza

                La donna è salita sul palco della Innocence Network Conference a Seattle, condividendo la sua voce e la sua storia insieme alla Exoneree Band, un gruppo formato da ex detenuti ingiustamente incarcerati. La performance è stata documentata sul suo profilo Instagram, dove Amanda ha scritto: “Con oltre 100 anni di reclusione ingiusta tra noi”.

                La storia della band

                Una formazione musicale composta da persone che hanno vissuto il dramma di essere incarcerate per crimini che non hanno commesso. Ogni brano, ogni nota, racconta storie di sofferenza, resilienza e liberazione. Amanda Knox, assolta definitivamente per l’omicidio di Meredith Kercher dopo aver trascorso 4 anni in carcere in Italia, è oggi una delle voci simbolo del movimento per la riforma della giustizia penale.

                Mike McCready dei Pearl Jam: musica e impegno civile

                Durante la serata, sul palco è salito anche Mike McCready, storico chitarrista dei Pearl Jam, da sempre impegnato in cause sociali e civili. Sua moglie Ashley McCready è presidente del consiglio del Washington Innocence Project, che si batte per la revisione dei processi e la liberazione degli innocenti condannati.

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