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Gaia: quando il coreografo fa la differenza
Dopo il successo di Sanremo 2025, il video delle prove del balletto di Chiamo io chiami tu ha fatto il giro del web, diventando virale grazie alla coreografia guidata dal talentuoso Carlos Diaz Gandia. La clip, in cui il coreografo scandisce il ritmo con parole onomatopeiche, ha conquistato milioni di visualizzazioni. La cantante e il suo coreografo sono stati ospiti di Che Tempo Che Fa su Nove, regalando ai fan una performance live che ha fatto impazzire i social.
Gaia e Carlos Diaz Gandia incantano a Che Tempo Che Fa
Durante la trasmissione condotta da Fabio Fazio, Gaia ha riproposto il balletto che ha reso iconico il suo brano sanremese, accompagnata da Diaz Gandia. La loro esibizione è stata accolta con entusiasmo dal pubblico in studio e dagli utenti sui social, che hanno inondato i commenti di apprezzamenti per l’ex concorrente di Amici di Maria De Filippi e il suo coreografo.
Ripreso dai fan sui social
Il connubio tra musica e danza ha reso Chiamo io chiami tu una delle esibizioni più memorabili dell’ultimo Festival di Sanremo. Il balletto, ripreso e replicato da migliaia di fan, è diventato un vero e proprio trend su TikTok e Instagram.
Chi è il coreografo
Intervistato da Fabio Fazio, Carlos Diaz Gandia ha raccontato il suo percorso nel mondo della danza e della coreografia in Italia. “Mahmood è stato il primo artista con cui ho lavorato qui in Italia. Il nostro primo videoclip insieme risale a quattro anni fa e da allora abbiamo collaborato a tutti i suoi progetti”, ha spiegato il coreografo, che ha firmato anche la coreografia del successo Tuta Gold. Il talento e la creatività di Diaz Gandia sono stati fondamentali nel trasformare le performance di Gaia in autentici spettacoli, consolidando il loro sodalizio artistico e contribuendo alla diffusione virale delle loro esibizioni.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
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Le Breaking News di LaC: in diretta con gli avvenimenti che contano

Uno dei tanti strumenti del network calabrese per un’informazione sempre più completa e tempestiva. Due edizioni in mattinata (alle 10 e alle 12) e due nel pomeriggio (alle 16 e alle 19) dagli studi di Vibo Valentia e Rende. Una nuova sfida con ancora più notizie e aggiornamenti.
In questo modo l’informazione di LaC diventa ancora più solida e puntuale, con nuove occasioni di aggiornamento, con più notizie e quattro appuntamenti con le Breaking News disseminati nel corso della giornata. Due in mattinata: il primo alle 10 e il secondo alle 12, a cura della redazione di Vibo Valentia. Due nel pomeriggio: alle 16 e alle 19, a cura della redazione di Rende. Edizioni rapide, snelle, per tenervi aggiornati in maniera agile su quello che succede in Calabria. Un modo per guidare la nostra informazione fino agli appuntamenti cardine della giornata: i Tg delle 14 e delle 20,30.
L’impegno di LaC per una Calabria sempre più libera: l’informazione rilancia con nuovi Tg e punta sui giovani. Si tratta di una nuova sfida che il network raccoglie con il consueto entusiasmo, per rendere la nostra informazione ancora più servizio pubblico. E’ soltanto l’inizio di una serie di appuntamenti che porteranno nelle vostre case l’informazione in tempo reale durante tutto il giorno.
Il senso è, come sempre, quello di offrire un racconto libero e indipendente. Appuntamento dunque con i nostri nuovi Tg, presto l’offerta informativa si allargherà ancora: come si dice in questi casi… “restate con noi”!
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Milano Fashion Week: appuntamento all’anno prossimo

La moda sta attraversando un periodo di grande incertezze, e la Milano Fashion Week 2025-2026 si inserisce in un contesto economico complesso, tra sfide globali e trasformazioni interne. Da un lato, l’Asia non riesce più a trainare le vendite come una volta, con un mercato che mostra segni di rallentamento. Dall’altro, la politica internazionale contribuisce ad accentuare le difficoltà: l’annuncio da parte di Trump dei dazi del 25% sulle importazioni europee rischia di portare a perdite enormi per l’industria della moda italiana, che, storicamente, è tra le più vulnerabili agli shock economici globali.
La moda sotto pressione
In questo scenario, l’industria della moda italiana si trova in una posizione particolarmente delicata. Gli Stati Uniti, infatti, rimangono una delle destinazioni più importanti per le esportazioni italiane, rappresentando un mercato cruciale per i grandi marchi del lusso. Tuttavia, i dazi minacciati da Trump potrebbero causare danni diretti, con un impatto che si prevede possa raggiungere i due miliardi di euro per l’Italia. La combinazione di difficoltà economiche e l’incertezza politica mette a rischio la stabilità del settore, che si trova a dover affrontare anche l’inflazione che erode il potere d’acquisto dei consumatori di fascia media, creando una frattura sempre più profonda tra chi può permettersi lussuosi acquisti e chi no.
Il ruolo degli stilisti, tra pressioni esterne e creatività
La crisi economica e le sfide politiche pongono anche una serie di pressioni interne sugli stilisti e sui brand, che si trovano a dover fare i conti con le esigenze di bilancio e le aspettative del mercato. Non è raro che gli amministratori delegati, spesso focalizzati sul mantenimento dei conti in ordine, decidano di cambiare frequentemente i direttori creativi, pensando che il problema della moda risieda nella figura del designer anziché nelle sfide globali. Ma come stanno rispondendo i creativi a questa pressione costante?
La Sicurezza come trend
In un contesto così instabile, il vero “trend” della stagione autunno-inverno 2025-2026 è, ironicamente, la ricerca di sicurezza. Le collezioni presentate alla Milano Fashion Week riflettono un ritorno a quelle certezze che offrono stabilità in tempi turbolenti. La moda, in questa stagione, sembra voler abbracciare stili senza tempo, capaci di trasmettere una sensazione di solidità e fiducia. Il recente evento milanese ci ha mostrato una moda che reagisce alla crisi economica e alle sfide politiche cercando un equilibrio tra innovazione e tradizione. La sicurezza sembra essere il vero trend, con abiti che esprimono forza, solidità e una connessione al passato. In un momento storico in cui l’incertezza regna sovrana, la moda si fa portatrice di stabilità, proponendo soluzioni eleganti e senza tempo che rispondono alle preoccupazioni di un mercato sempre più complesso.
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Dal nostro inviato alla Milano Fashion Week

Penultimo giorno di sfilate per l’evento modaiolo principe del settore. La storia della Settimana della Moda di Milano affonda le radici negli anni ’50, quando l’Italia stava emergendo come un importante centro di produzione e design di moda. Nel 1958, la Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) fu fondata con l’obiettivo di consolidare e promuovere l’industria della moda italiana. Tuttavia, la prima vera Settimana della Moda di Milano si svolse nel 1973, con la presentazione di collezioni autunno-inverno.
Nel 1975 ebbe luogo a Milano la prima, vera Settimana della Moda. Saranno gli anni più belli e prolifici, quelli in cui tanti nomi del settore come i coniugi Missoni, Krizia, Walter Albini, Elio Fiorucci, e Giorgio Armani (che aveva debuttato a Firenze solo pochi anni prima) diedero vita al prêt-à-porter.
Negli anni successivi, Milano ha continuato a guadagnare risonanza nel mondo della moda. Diventando una tappa fondamentale per designer, stilisti e case di moda di fama internazionale.
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